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Il vero piacere erotico nel fidanzamento

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5pani e 2pesci - pubblicato il 02/04/19
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Come si fa a provare il vero piacere erotico? Cosa dirà mai la chiesa di questa roba? Siete sicuri che bisogna prima provare per poter capire se l’altro corrisponde alle tue aspettative?Come si fa a provare il vero piacere erotico? Cosa dirà mai la Chiesa di questa roba? Siete sicuri che bisogna prima provare per poter capire se l’altro corrisponde alle tue aspettative? Cos’è che attiva quell’attrazione fatale e come si fa a provare il vero piacere sessuale?

Abbiamo l’impressione che non ci siano persone che non siano alla ricerca del piacere. Beh, in effetti, Platone direbbe subito che l’eros è proprio quella forza interiore che ognuno di noi ha verso il buono, il bello e il vero. Freud aggiungerebbe che l’erotismo è quell’impulso fondamentale che muove l’uomo verso la ricerca del piacere. Insomma fin qui tutti d’accordo, ma nella pratica che vuol dire?

Abbiamo appena finito il Tour girando tutta Italia e non solo. Alla fine di ogni corso ci viene sempre posta la domanda sul piacere erotico. La cosa che più ci sorprende è che c’è tantissima confusione su tutto quello che riguarda la sessualità soprattutto nel fidanzamento. Abbiamo incontrato tre 3 tipi di persone:

– quelle che non sanno cosa sia la castità e non ne hanno mai sentito parlare;

– quelle che ne hanno sentito parlare, ma non hanno capito realmente a cosa serve;

– quelle che usano la castità come silenzio di copertura, che hanno il corpo in stato reattivo e che quindi usano la castità per coprire una difficoltà ad entrare in intimità.

Che cos’è la castità?

Cerchiamo di capire meglio cosa sia realmente. Se dico castità a cosa pensi? Se la tua ragazza stasera ti dicesse: “Amò, voglio vivere la castità”, tu che pensi? Pensi di sicuro che da stasera si va in bianco e inizi a sbattere la testa contro i muri.
Ti annuncio una grande gioia: hai capito male! Hai confuso castità con continenza.


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Ma allora che cos’è sta castità?

Nel Catechismo della Chiesa Cattolica (CCC) , troviamo una descrizione illuminante sulla castità, cito:

La castità è dono reciproco, totale e illimitato nel tempo dell’uomo e della donna. (CCC 2337)

Questa descrizione è bellissima! Castità quindi non è semplicemente non andare a letto insieme, ma è puntare in alto nella relazione per poter vivere il vero “dono totale” di se stessi, il vero piacere sessuale (leggi fino in fondo alla pagina per capire perché).

Una cosa che è importante capire è che la virtù della castità si vive necessariamente in maniera diversa a seconda dello stato in cui si trova la persona. La cosa interessante è che la virtù della castità si vive sia nel fidanzamento, che nella vita consacrata, che nella vita da single, che nel matrimonio (!). Tuttavia la castità è vissuta in maniera profondamente diversa in questi stati. Mentre nei primi tre casi la castità si vive nella forma della continenza, nel matrimonio si vive anche attraverso il rapporto sessuale.

Nel fidanzamento

Il tempo del fidanzamento infatti è un cammino, dove la coppia prova (nel senso di mettere alla prova) se la relazione, la dinamica di coppia sia sana, porti frutto e possa rappresentare il presupposto per iniziare una vita insieme.

Quindi il fidanzamento è un tempo in cui i due partner si conoscono e verificano con strumenti umani e attraverso un discernimento spirituale (possibilmente con una guida) se i due sono innanzitutto chiamati al matrimonio, e nel caso affermativo se sono chiamati al matrimonio insieme. Il fidanzamento quindi è un cammino di discernimento sulla coppia stessa ed è naturalmente chiamato a terminare, a finire, o nel matrimonio o nel lasciarsi. Questo è chiaro ed è esplicito nelle promesse matrimoniali che iniziano dicendo: “compiuto il cammino del fidanzamento…”.

Dire che il fidanzamento è semplicemente il tempo del NO (continenza) è estremamente riduttivo. Il fidanzamento è l’anticamera del matrimonio e come in ogni cammino, va effettuato per gradi dove l’apice diventa il matrimonio e quindi il rapporto sessuale. Il Catechismo della Chiesa Cattolica afferma che i fidanzati che vivono la castità nella continenza risultano messi alla prova per accrescere il reciproco rispetto, allenandosi alla fedeltà e alla speranza di riceversi l’un l’altro da Dio (CCC, 2350). Quindi la castità risulta strumento efficace per una maggiore comprensione di se stessi e dell’altro, uno strumento di libertà che non mente sul fatto che il fidanzamento è un tempo di prova (quindi non ci può essere dono illimitato di se stessi).



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Si dice: Mi devi dare la prova d’amore (cioè venire a letto con me). Ma questa è una “boiata”. La vera prova dell’amore è dimostrare di saper tenere in massimo rispetto la libertà dell’altro. E l’unico modo per vivere questa libertà massima in totale gratuità e autenticità è quello di non avere rapporti sessuali nel tempo del fidanzamento. Questa è la posizione della Chiesa, ma è anche la nostra esperienza personale di coppia e in quella dei numerosi ragazzi, fidanzati e sposi che incontriamo ogni giorno. Tempo del fidanzamento che deve essere breve! In un paio di anni, facendo un cammino serio di discernimento e di verifica, si hanno tutti gli elementi per decidere se ci si può sposare o se ognuno deve prendere la sua strada!

Arriviamo al nocciolo.

Perché ne dovrebbe valere la pena?

Ma perché fasciarsi la testa? Perché non fare semplicemente quel che dice il cuore? Qual è il fine di ‘sta castità e quali sono i vantaggi? La risposta è nell’indovinello: il fine è mettere chiarezza nella relazione, purezza, limpidezza (tutti sinonimi di castità). Faccio brevemente un elenco:

Con la castità vengono eliminati i doppi messaggi: con il rapporto sessuale dico con il corpo che sono tutto tuo, mentre cinque minuti dopo andiamo a mangiare la pizza e ognuno paga per sé. Con il corpo dico ti appartengo mentre nella vita quotidiana ognuno bada a se stesso. Da fidanzati, non ti sembrerebbe assurdo mettersi sulle spalle un mutuo insieme, aprirsi un’attività insieme, comprarsi una macchina insieme? La domanda da farsi è: perché non condividiamo i soldi ma il corpo invece sì? Sono più importanti i soldi o il mio corpo?

La castità mette chiarezza: in ogni coppia ingarbugliata che incontriamo, nel momento in cui fanno entrare la castità nella loro relazione, automagicamente tutti i nodi vengono al pettine, tutte le situazioni iniziano a chiamarsi per nome. Tutto diventa limpido (–> casto). Provare per credere.

La castità ti fa puntare in alto: con la castità si vive una forma così alta di rispetto per l’altra persona che mette la relazione ad un livello molto serio, importante, elevato, altissimo. L’altro è così prezioso per me che devo fare un cammino insieme per poterlo ricevere in dono e per poter decidere fino in fondo se voglio donarmi completamente. È il contrario di darsi per scontati. Donarsi è una cosa seria! Se vuoi provare il vero piacere sessuale devi creare intimità vera, elevatissima, altrimenti è solo appagamento fisico di un bisogno, ma il piacere vero te lo sogni!

La castità amplifica tutti i canali di comunicazione: il linguaggio del corpo è il canale di comunicazione più forte che ci sia; fai l’amore con la tua ragazza e poi non avete più niente da dirvi perché vi siete detti tutto nell’atto sessuale, mai successo? La castità aiuta a parlare il linguaggio della tenerezza, dello sguardo, ti obbliga a risolvere i problemi parlando fino alla fine, ti costringe all’ascolto. Spesso invece si esce insieme, una volta si parla, un’altra si litiga e un’altra ancora si va a letto insieme, ma poi le situazioni non si risolvono fino in fondo.


COUPLE
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La castità dona libertà: non crea quel legame fortissimo che solo il corpo sa fare. Hai presente quando hai lasciato quel ragazzo/a con cui c’eri andato a letto insieme? Difficilissimo, una parte di te si rompe e vivi quasi un tradimento! Ti senti che le hai lasciato una parte di te ed in parte è proprio così; una parte di te che era troppo intima, delicata, un dono sproporzionato che è esclusivo solo per la donna o l’uomo della tua vita.

Una domanda che spesso viene fuori sulla castità riguarda il come viverla, cioè cosa è lecito fare, cosa non è lecito, cosa è permesso. Secondo me questo punto di vista è sbagliato e ci distoglie da quello che è il fine primo della castità, e cioè il rispetto, il dono totale di se stessi, la trasparenza e la verità del rapporto, il puntare in alto per raggiungere il vero piacere sessuale.

Controindicazioni

C’è solo una controindicazione nel vivere la castità nel fidanzamento ed è quella di nascondere dietro questo dono incredibile e coraggioso che una coppia si fa un rifiuto del contatto fisico.

Nota bene

Castità non vuol dire mettere una X sul calendario per dire “anche oggi siamo stati bravi e non siamo finiti a letto insieme”. Questo non serve a nulla o, tutto al più serve a mettersi sul petto la medaglietta del bravo cristiano dell’anno.

Castità vuol dire purezza e non vuol dire assolutamente non contatto. Vuol dire crescere nella tenerezza e non vuol dire rifiutare il contatto fisico altrimenti è sterile ed è solo uno sforzo immane che non serve a nulla. Se il tuo corpo è in stato reattivo, ovvero rifiuta il contatto e non gode del piacere della tenerezza, allora bisogna rizzare le antenne a mille!!! C’è un problema!!! Ci sono ferite, chiusure, casini da risolvere con urgenza massima con una persona competente. Qui c’è da pregare che il Signore ci metta le mani e guarisca la ferita e c’è da fare un percorso umano (psicoterapeuta!). Non riuscire ad aprirsi e non riuscire a godere è un guaio serissimo.

Per concludere

Essendo il fidanzamento un tempo a termine, una prova, il dono di se stessi non può essere illimitato. Non posso mai dire di essere completamente tuo, è una bugia, e non starei nella verità. Di conseguenza la castità nel fidanzamento si vive nella continenza, non fine a se stessa, ma come strumento di crescita di coppia.


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Per alcuni è piú semplice vivere la castità (ad esempio quelle coppie in cui entrambi lo scelgono e decidono di viverlo dal principio), per altri è difficilissimo perché o l’altro non è d’accordo (e qui è d’obbligo leggere la storia di Daniel e Chiara), oppure si decide di viverla ad un certo punto della storia, oppure proprio nun gliela si fa’ proprio…
Ricordatevi che è un dono, una grazia da chiedere, ci vuole coraggio ad andare controcorrente e a puntare in alto!

Viceversa il matrimonio non è un momento di prova, ma è uno stato illimitato nel tempo che permette un dono illimitato di se stessi ed una condivisione totale, incluso il corpo nel rapporto sessuale. Mentre nel fidanzamento è impossibile dire (nei fatti) sono completamente tuo (perché è una prova appunto), nel matrimonio diventa il sigillo necessario (non ausiliario) affinché una coppia possa dichiararsi effettivamente sposata e vivere appieno il matrimonio. Infatti: vi siete mai chiesti come si rinnova il sacramento del matrimonio? Se per rinnovare il sacramento della prima confessione devo confessarmi e per rinnovare il sacramento della prima comunione devo accostarmi a ricevere la comunione, per rinnovare il sacramento del matrimonio cosa devo fare??? Devo fare l’amore con mio marito/mia moglie. In Genesi 2 troviamo

I due si unirono e diventarono una carne sola. (Gen,2)

Non c’è nessun rito (la celebrazione del matrimonio come rito è stata introdotta dalla chiesa moltissimi anni dopo) e nessun ristorante. Si diventa sposi facendo l’amore, punto. Per questo fare l’amore nel fidanzamento è un’ambiguità senza fine. Per la Chiesa fino a che i due sposi non fanno l’amore non sono sposati realmente. Vi rendete conto di quale levatura è capace la Chiesa riguardo alla sessualità e al piacere erotico? La castità è lontanissima dall’essere un “NO”, ma è lo spazio più elevato ed intimo di una coppia che addirittura supera il rito celebrato in chiesa con un sacerdote. Avete mai trovato un altro posto che vi indichi come vivere il vero piacere sessuale in maniera così totalizzante ed elevata?

Per concludere veramente

È la castità la vera porta per il piacere erotico. Avoja a cercarlo il prima possibile o nel “tanto ormai è come se fossimo sposati”! Ti prendi in giro. Se vuoi Amare da Dio ci devi mettere Dio nella tua relazione. È Lui che ha le istruzioni d’uso su come funzioniamo perché è Lui che ci ha fatti. I dieci comandamenti sono proprio queste istruzioni d’uso per la felicità e fra queste c’è il sesto comandamento che parla proprio di questo. È inutile andare dove ti porta il cuore, “ma io mi sento che va bene cosí” e altre stupidaggini. Non funzionano, è un fatto! Basta guardarsi intorno.



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Il vero piacere sessuale è sempre frutto dell’equilibrio fra mente, emotività e corporeità. Questi tre aspetti devono crescere in modo equilibrato e sano in modo da creare un’intimità sia con se stessi che con la propria fidanzata sempre più forte e profonda. Più questa intimità cresce più cresce il desiderio di voler condividere ogni aspetto della propria esistenza: i soldi, gli spazi, la casa, la responsabilità, le bollette e anche il proprio corpo donandosi completamente all’altro come dono prezioso. Se condividiamo una grande responsabilità come ad esempio mettere su un’attività insieme senza essere sposati la relazione è sbilanciata. Allo stesso modo se condividiamo tutto il nostro corpo ma non condividiamo responsabilità rilevanti viviamo uno squilibrio. Il caso peggiore è quando condividiamo sia responsabilità grandi che il nostro corpo in totalità senza essere sposati. In questo caso neghiamo completamente il senso del matrimonio e soprattutto costruiamo la nostra relazione sul “ma io mi sento”, sulle emozioni, ovvero la cosa più variabile che ci sia al mondo (domani invece non provo più niente e tutto crolla… mai sentito?!).

Spesso invece noi riusciamo a comprarci la Ferrari e la guidiamo senza avere la patente. Non basta avere la ragazza e aver creato un’intesa forte, bisogna bilanciare il donarsi completamente con il corpo con il compromettersi completamente nella responsabilità. Questo binomio lo trovi solo quando metti un “per sempre”, un sigillo eterno.

QUI IL LINK ALL’ARTICOLO ORIGINALE PUBBLICATO DA 5 PANI E 2 PESCI

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