L’estremo gesto d’amore di Catarina Sequeira, giovane e famosa campionessa portoghese di canoa. Già morta cerebralmente dal 26 dicembre scorso partorisce il suo SalvadorCerte notizie fanno piangere e gioire al tempo stesso, e la storia di Catarina Sequeira è una di quelle. Lei è una giovane portoghese di 26 anni, famosa campionessa di canoa, e la foto che gira sul web la mostra senza trucco, la carnagione olivastra, il volto sorridente, una folta chioma raccolta in una coda di cavallo. Era incinta di 12 settimane quando un gravissimo attacco d’asma, patologia di cui soffriva fin da ragazzina, l’ha costretta a subire un coma indotto presso l’Ospedale de Santos Silva, a Gaia (Jornal Nacional). Poco dopo entra in coma profondo e alla 19ma settimana di gravidanza, il 26 dicembre scorso, nello stato di morte cerebrale (Ibidem).
Il sostegno artificiale le permette di portare avanti la gravidanza
Dopo che la commissione etica si è pronunciata in favore del prolungamento della gestazione e con l’autorizzazione della famiglia, Catarina è stata portata all’Ospedale S. João, e i medici l’hanno collegata a un sostegno artificiale perché riuscisse a portare avanti la gravidanza e consentire al suo bambino di crescere, ingrandirsi, fortificarsi, prepararsi alla vita fuori dal suo grembo.
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La fragilità e la potenza delle madri
Avrà pensato a lui, al dono di quella piccola e preziosa vita durante il terribile attacco d’asma che le chiudeva la gola e le premeva il petto. So in parte cosa si prova perché sono asmatica anche io e quando ero incinta e cominciavo a sentire il respiro diventare affannoso e trasformarsi in un flebile fischio, istintivamente portavo le mani alla pancia: non ero solo io, quel fiato doveva bastare per due. E quando mio padre, medico, mi ricordava per tranquillizzarmi che l’ossigeno la bambina lo prendeva dal mio sangue, lo ascoltavo sì, ma con la testa scavalcavo le sue parole sagge. Perché quando una donna di avere un bambino dentro, tutto, anche un banale raffreddore le fa temere che possa “intaccare” la piccola vita, ma allo stesso tempo sente che nulla può davvero scalfirla. C’è di fondo un senso di fragilità e insieme di potenza.
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Il miracolo: con parto cesareo nasce Salvatore
Chissà se in quei momenti Catarina avrà chiesto aiuto a Dio, affidandogli il suo piccolo! Non possiamo saperlo, ma il miracolo è avvenuto: perché alla 32esima settimana di gravidanza è nato con parto cesareo Salvador (nome perfetto!) con un peso di 1,7 chilogrammi che per le prossime tre settimane rimarrà in cura presso l’unità di neonatologia dell’ospedale portoghese. La mamma poche ore dopo aver dato alla luce il suo bambino e aver compiuto la sua missione, è morta a causa delle condizioni respiratorie ormai irrimediabilmente compromesse. Un ultimo gesto d’amore che vale davvero una vita intera! Non c’è nulla di più grande!
Le parole del padre
Il papà di Salvatore, un militare decorato, il 25enne Bruno Sapolo, non ha mai lasciato sola la sua Catarina durante questi mesi di dolore, pianto, impotenza, preoccupazione per il figlio:
«Sono il padre, ho sempre voluto esserlo, crescerà con me. Ora vi chiedo solo di rispettare il mio silenzio» (Corriere)
Catarina ha donato se stessa fino alla fine per consentire al figlio di vivere
Il presidente della commissione di Etica dell’Ospedale S. João, Filipe Almeida, ha giustamente sottolineato parlando di Catarina (la quale probabilmente per la giovane età non aveva firmato il consenso alla donazione di organi), che…
«essere un donatore non vuol dire soltanto dare un fegato, un cuore o un polmone ma essere in grado di dare se stessi, per consentire al proprio figlio di vivere. E nessuno ha il diritto di interrompere il processo deciso da una madre» (Agi).
Inoltre ha affermato che solo per un motivo così importante, come permettere a un bambino di venire al mondo, è legittimo mantenere una persona in stato di morte cerebrale in vita per tanto tempo. Nel caso di Catarina 92 giorni (Jornal Nacional).
Una storia incredibile: c’è il lutto ma anche una vita nuova appena venuta al mondo con tutte le sue promesse! Come si può non celebrare tutto questo? La forza, la grazia, la bellezza delle madri che si donano fino all’ultimo per amore.
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