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In Canada 9.000 chiese chiuderanno per mancanza di fedeli

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ACI Digital - pubblicato il 28/03/19
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Oltre al problema della perdita di luoghi sacri e di vincoli comunitari e spirituali fondamentali, il fenomeno preoccupa anche chi ha a cuore i siti storiciFino a qualche decennio fa, il Canada era un Paese religioso. La rapida secolarizzazione e il conseguente calo del numero di fedeli che frequentano le chiese hanno però portato a uno scenario in cui si prevede la chiusura di un terzo dei luoghi di culto nei prossimi dieci anni.

In parallelo, il Governo del Primo Ministro Justin Trudeau, del Partito Liberale, ha promosso dal 2015 l’imposizione di ideologie come quella di genere e la progressiva criminalizzazione della difesa della famiglia tradizionale come delitto di opinione.

L’organizzazione National Trust for Canada, che preserva e rinnova i luoghi storici, stima che entro il 2030 circa 9.000 chiese verranno chiuse nel Paese per via della scarsa frequentazione da parte dei fedeli e degli alti costi di manutenzione delle chiese più antiche.

“È probabile che alcuni edifici vengano venduti, mentre altri verranno semplicemente demoliti”, ha affermato Robert Pajot, presidente dell’organizzazione. “Molti sono preoccupati per la perdita di luoghi sacri, ma ci sono anche molte persone preoccupate per la perdita di edifici storici. Non sono solo edifici, e l’impatto va al di là della perdita di un patrimonio comunitario. Ci si rende conto che nelle città e nei paesi interessati si sta verificando una perdita più profonda. In particolare, si perderà il senso comunitario emerso nel corso del tempo e promosso nelle chiese”.

I luoghi di fede hanno infatti alimentato la vita comunitaria per generazioni, oltre a forgiare legami di convivenza. In molti posti le chiese sono dei luoghi di incontro, in cui si svolgono riunioni, matrimoni e funerali e viene offerta un’ampia gamma di servizi alla popolazione. Con la loro chiusura, questi legami tendono a dissolversi.

“Per molti è un momento triste, ed è difficile da affrontare per le comunità che usavano quei luoghi come centri comunitari. Altri vedono in questo cambiamento un’opportunità per lasciarsi alle spalle il passato e recuperare aree ed edifici che potrebbero essere usati in modo ‘più efficace’ per aiutare a servire le comunità”.

Alcune chiese hanno tentato di “modernizzarsi”, condividendo i propri spazi con altri gruppi nel tentativo di restare aperte, ma questo ha suscitato controversie, visto che in questo modo possono diventare luoghi “meno sacri” per il fatto di ospitare anche eventi non religiosi.

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