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Seguite il F.I.A.T. di Maria per dire “Sì” a Dio

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Tom Hoopes - pubblicato il 26/03/19
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La Vergine è il modello per portare la volontà di Dio nella nostra vitaL’Annunciazione è il giorno in cui si celebra il fatto che “il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi” – nove mesi prima del Natale.

Dio, però, ha disposto che l’incarnazione dipendesse dal “fiat” di Maria: “Si compia in me secondo la tua parola”.

La Vergine ci ha lasciato un grande modello per realizzare la volontà di Dio nella nostra vita. Il “fiat” è l’accettazione della volontà di Dio. Vediamolo lettera per lettera.

F sta per forza – non solo coraggio, ma dono dello Spirito Santo.

Quando Gabriele visita per la prima volta Maria le dice “Non temere, perché hai trovato grazia presso Dio”.

Quando l’angelo le chiede di essere la madre del “figlio dell’Altissimo”, le dice che è lo Spirito Santo che renderà tutto possibile.

È esattamente quello che accade nella nostra vita ogni volta che dobbiamo compiere la volontà di Dio. Ci può essere richiesto di cambiare le nostre abitudini quotidiane, o di avere una conversazione che ci mette a disagio, o di esporci al ridicolo o al disprezzo per via della nostra fede. Ci fa paura, ma non dev’essere così.

“È lo Spirito Santo che, con il dono della forza, ci sostiene nei momenti particolarmente difficili”, ha affermato la beata Colomba Marmion, grande scrittrice spirituale. “È questa forza che fa i martiri, che sostiene le vergini. Il mondo rimane stupito vedendoli così coraggiosi, perché immagina che trovino la forza in se stessi, mentre la traggono solo da Dio”.

La forza è la voce dello Spirito Santo in noi che dice: “Non temere, io sono con te”.

I sta per iniziativa – come il “fiat” di Dio Padre.

I cattolici si concentrano sul “fiat” di Maria, ma c’è un altro “fiat” precedente ancor più noto: l’ordine di Dio “La luce sia” – “Fiat lux”!

È il “potere dell’Altissimo”, che Gabriele dice a Maria che la “coprirà con la sua ombra”.

Il “fiat” di Dio Padre è un “fiat” di iniziativa, e lo stesso vale per quello di Maria, che non si limita ad aspettare che sia Dio ad agire, ma compie attivamente la Sua volontà.

Lo si vede quando si affretta ad andare da Elisabetta per aiutare la cugina incinta, quando nota che la festa delle nozze di Cana sta per rimanere senza vino e quando riunisce gli apostoli a Pentecoste.

La grande preghiera per l’iniziativa è il Salmo 40, quello che viene usato a Messa per la festa dell’Annunciazione, soprattutto nel ritornello che dice “Ecco, Signore, io vengo per fare la tua volontà”.

A sta per accettazione – decidere di accettare le conseguenze della volontà di Dio.

San Giovanni Paolo II ha sottolineato che quando Maria ha pronunciato il suo “fiat” non sapeva esattamente in cosa si stava imbarcando.

“Se al momento dell’Annunciazione Maria non conosce ancora il sacrificio che caratterizzerà la missione di Cristo, la profezia di Simeone le farà intravedere il tragico destino del Figlio. La Vergine vi si assocerà con intima partecipazione. Con la sua totale obbedienza alla volontà divina, Maria è pronta a vivere tutto ciò che l’amore divino progetta per la sua esistenza, fino alla ‘spada’ che trafiggerà la sua anima”.

Dire di sì a Dio non significa solo fare la Sua volontà oggi, ma intraprendere una strada che ci porterà in luoghi dove mai avremmo immaginato, o voluto, andare. E andarci comunque.

T sta per testimonianza – Maria è la testimone per eccellenza dell’accettazione del progetto divino.

Se tutto questo fa sembrare il “fiat” molto duro, la preghiera del Magnificat di Maria può correggere questa impressione errata. Guardando ogni passo del suo “fiat” con gratitudine, riempie tutto il processo di energia positiva.

Forza non significa prepararsi a qualcosa di spiacevole, ma abbracciare la bontà di Dio. Maria, per usare le parole del suo incontro con l’angelo, lo descrive così: “L’anima mia magnifica il Signore, e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore. Perché ha guardato l’umiltà della sua serva, d’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata”.

L’iniziativa non è un ostacolo che si deve superare per iniziare, ma la conseguenza naturale del collaborare con Dio. “Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente, e santo è il suo nome”, dice Maria. “Ha spiegato con forza la potenza del suo braccio. Ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore”.

L’accettazione non significa sforzarsi di vivere qualcosa nella sofferenza. Maria lo considera un liberarsi dalle catene: “Ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote”.

La gratitudine e la testimonianza, in altri termini, cambiano tutto per Maria.

Il suo “fiat” è il nostro. Seguiamo il suo esempio.

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