Le indicazioni pastorali dei vescovi della diocesi di Roma in vista di Pasqua. Sacramenti: limitazioni e “consigli”
Riscoprire la centralità della parrocchia in quanto «casa di famiglia» e «comunità di fede». Far convergere nelle chiese parrocchiali le celebrazioni per il Triduo pasquale. Evitare che «la Veglia pasquale sia riservata a gruppi particolari».
Valorizzare il sacramento della riconciliazione. Sono solo alcune delle disposizioni sintetizzate dal Consiglio episcopale della diocesi di Roma nel documento sul Triduo della Passione e Risurrezione del Signore, messo a punto nei giorni scorsi.
Il testo raccoglie e ricorda i criteri teologici e pastorali formulati in vari scritti sul tema, dal Concilio Vaticano II a oggi.
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Parrocchia e luoghi di preghiera
Nel testo i vescovi insistono, soprattutto, sul ruolo della parrocchia, «cuore pulsante della vita liturgica nelle celebrazioni del Triduo pasquale», spiega il cardinale Angelo De Donatis.
«Le altre realtà ecclesiali – aggiunge – possono invece riscoprire il proprio carisma di luoghi privilegiati per la preghiera personale e la celebrazione della riconciliazione».
In pratica, quanti abitualmente frequentano rettorie o luoghi sussidiari di culto, «nonché gli oratori aperti al pubblico delle comunità religiose e di altre comunità – si legge nel documento – sono esortati a prendere parte alle celebrazioni del Triduo nelle chiese parrocchiali» (Romasette.it, 12 marzo).
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Le celebrazioni eccezionali
Tra le eccezioni «il Sacro Triduo potrà essere celebrato in quei luoghi in cui si è oggettivamente impossibilitati a prendere parte alla celebrazione liturgica della comunità parrocchiale», come monasteri di clausura, carceri e ospedali.
I movimenti ecclesiali possono celebrare in luogo diverso dalla parrocchia con il permesso del parroco, «anche in luoghi idonei all’esercizio del culto».
I sacramenti
Altre indicazioni da seguire: 1) il battesimo può essere conferito solo nella Veglia celebrata in parrocchia oppure dove «il parroco presiede con la sua comunità parrocchiale»; 2) «non si inserisca la Prima Eucaristia al Giovedì Santo nella Messa “nella Cena del Signore”»; 3) in vista della Settimana Santa «si valorizzi la celebrazione comunitaria del sacramento della riconciliazione con la possibilità delle confessioni individuali».
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