Si è chiusa oggi l’inchiesta diocesana per la beatificazione di padre Jacques Hamel, il sacerdote ucciso il 26 luglio del 2016 nella chiesa di Saint-Etienne-du-Rouvray a Rouen. Si è trattato di un attentato di matrice fondamentalistaSono passati due anni e mezzo dal brutale assassinio di padre Hamel. Era il 26 luglio del 2016: in Normandia due estremisti islamici uccidevano il sacerdote mentre celebrava la Messa. A settembre, in una messa celebrata a Casa Santa Marta, Papa Francesco disse: “È un martire! E i martiri sono beati”.
Il via libera alla causa di beatificazione
Alle parole di Papa Francesco si è aggiunto il via libera all’apertura della causa di beatificazione sia da parte della Congregazione per la Cause dei Santi sia dallo stesso Pontefice, che ha permesso di derogare alla regola canonica che impone un tempo di almeno cinque anni prima di aprire l’iter verso la gloria degli altari. Una procedura che, nei tempi recenti, è stata riservata, per esempio, a San Giovanni Paolo II e a Santa Madre Teresa di Calcutta.
Ascoltati i testimoni dell’omicidio
La sessione conclusiva dell’inchiesta diocesana è stata presieduta da mons. Dominique Lebrun, arcivescovo di Rouen. Durante l’inchiesta, si sono tenute 66 udienze, tra cui quelle dei cinque testimoni dell’assassinio di padre Hamel. Seguirà ora la fase processuale condotta dal competente Dicastero vaticano.