Ricoverata in una unità di terapia del dolore, Nathalie ha scelto di sposare religiosamente il suo compagno di vita per testimoniare che la vita è più forte della morte.
Già sposati civilmente, Nathalie e Christian hanno deciso di unirsi davanti a Dio nel mese dello scorso febbraio. Non davanti a un altare in una chiesa addobbata in pieno luglio, ma nella semplicità di una camera d’ospedale decorata per l’occasione. Un gesto che da diversi anni desideravano molto. Due giorni prima Nathalie, affetta da un cancro e ricoverata in unità di cure palliative ad Agen (Lot-et-Garonne), aveva festeggiato il suo cinquantesimo anniversario. Attraverso questa mutua promessa, i due sposi desideravano mostrare ai loro figli di 11 e 16 anni quanto sia preziosa la vita.
«L’amore ci teneva in unità»
Catherine Renard, presidente dell’associazione Alliance 47, accompagna le persone in fin di vita e quanti le circondano. Anche se quel giorno non era presente, Catherine conosce Nathalie, madre di famiglia impegnata, e insiste sull’importanza degli ultimi momenti per i malati e i loro prossimi. Questo impegno «mostra che la vita ha un’importanza crescente fino alla fine», afferma. È stato vestita di bianco e distesa su un lettino ospedaliero che Nathalie ha detto “sì” a Christian. Parrocchiani, amici, famiglia e infermieri erano presenti al fianco degli sposi, così come pure il prete che ha raccolto le espressioni dei loro consensi. L’assemblea ha intonato qualche canto, uno dei quali ispirato al cantico dei cantici – a quanto ci ha raccontato una volontaria presente.
[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]