Così l’Humanae Vitae ci ricorda che la regolazione naturale della fertilità può diventare per la coppia un vero e proprio luogo di crescita umana e spirituale: nell’incontro tra uomo e donna si realizza la nostra primordiale somiglianza con il Creatore.di Elisa Cappellazzo
La Regolazione Naturale della Fertilità solitamente è subito collegata alla “paternità e maternità responsabili”, poiché di questo l’enciclica Humanae Vitae parla in modo più approfondito. Ciò però non equivale solamente alle buone intenzioni o motivazioni che possono avere gli sposi, ma si riferisce anche ad aspetti oggettivi in ordine a due dimensioni che San Giovanni Paolo II individua in rapporto ai processi biologici e alla sfera emotiva e sensitiva della psicologia della coppia.
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Genitorialità responsabile
Dal punto di vista biologico, paternità responsabile significa scoprire, attraverso l’uso dell’intelligenza, tutti i processi fisiologici che permettono, o meno, la procreazione e il loro rispetto nelle leggi della natura; dal punto di vista psicologico, invece, paternità responsabile sta ad indicare la capacità di incanalare positivamente tutte le forze che l’eros suscita nella coppia, le passioni e gli istinti perché anche questi possano essere strumento di avvicinamento e non di conquista reciproca. I due fattori si uniscono poi perché la coppia sappia discernere correttamente se è possibile che un rapporto diventi fecondo, e quindi ci sia un potenziale concepimento, oppure se è meglio per la coppia attendere e, di conseguenza, avere rapporti solo nei periodi infecondi.
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Da questa prospettiva la regolazione naturale della fertilità diventa per i coniugi un vero cammino spirituale, dove il linguaggio dei corpi diventa espressione della ricerca della Verità, reale preghiera e avvicinamento a Dio. Perché è possibile affermare questo? Per Giovanni Paolo II, non ci sono dubbi, per diversi motivi.
Anzitutto il corpo ha un suo specifico linguaggio non solo esteriore ma anche interiore che, soprattutto per la donna, determina anche le azioni esterne: la Regolazione Naturale della Fertilità tiene conto di questa armonia intrinseca e la fa propria, rendendo così visibile il significato sponsale del corpo attraverso la speciale ritmicità dei cicli femminili, cioè rendendo visibile la verità oggettiva di questo linguaggio.
In secondo luogo la Regolazione Naturale della Fertilità esprime la totale libertà dell’uomo e della donna: l’essere umano è per natura un essere libero dotato di raziocinio e tali sue caratteristiche sono eminentemente sfruttate nell’ambito della propria sessualità. Infatti, solamente conoscendo le proprie caratteristiche psico-fisiche egli è capace di dominarle e usufruirne secondo la propria autodeterminazione. In altre parole, nel campo della sessualità il libero arbitrio realizza la paternità-maternità responsabile. Solamente nel libero dono di sé è possibile incontrare l’altro nella sua verità, e, di conseguenza, è solo nel libero dono di sé che la coppia rende effettiva la presenza di Dio.
Rendere visibile l’Invisibile
Infine la Regolazione Naturale della Fertilità contiene in sé un valore etico che non è possibile separare.
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Nel momento in cui ciò potesse accadere, ossia quando la coppia si dovesse astenere nei periodi fertili senza una onesta e sincera giustificazione, esso diventerebbe solo un metodo tecnico e alquanto sterile tanto da farlo equiparare ad un qualsiasi metodo contraccettivo. La dimensione etica riguarda invece il significato più autentico della sponsalità dei corpi: in gioco c’è la relazione che esiste tra dono reciproco dei coniugi e dono di Dio all’uomo, cioè la vera e propria partecipazione alla natura divina a cui gli sposi sono chiamati per la Grazia del sacramento ricevuto. Essi cioè realizzano nella loro unione, attraverso la verità del linguaggio del corpo, la primordiale “immagine e somiglianza” di cui il Creatore ci ha dotati assieme alla sua benedizione sulla fecondità e quindi alla conseguente apertura alla vita. La giusta e assoluta comprensione del linguaggio del corpo avviene in ambito sessuale unicamente attraverso la regolazione naturale della fertilità: soltanto facendosi carico della verità oggettiva del linguaggio del corpo, la coppia è segno di questo mistero, rende cioè visibile l’Invisibile.
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È indiscutibile la portata di queste affermazioni. Se dobbiamo rispondere all’appello del Papa di una ricerca per un «approfondimento della dimensione etica, nel cui ambito il metodo, come “naturale”, acquista il significato di metodo onesto «moralmente retto», ci rendiamo conto che la regolazione naturale della fertilità può diventare per la coppia un vero e proprio luogo di crescita sia umana che, soprattutto, spirituale. Se davvero la Regolazione Naturale della Fertilità venisse accolta da ogni coppia di sposi, si osserverebbe non solo gioire la coppia per la potenza intrinseca che essa ha, ma si vedrebbe rialzarsi dallo sfascio il matrimonio cristiano stesso.
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Poter affermare che attraverso la conoscenza e l’uso dei metodi naturali ci possa essere una effettiva e continua riduzione delle distanze tra Dio e l’uomo dovrebbe far esultare e vibrare l’animo ad ogni sposo o sposa che con sincera fede si accostano al sacramento delle Nozze. Non solo, come intima espressione del linguaggio del corpo, si può dire che a pieno diritto la Regolazione Naturale della Fertilità partecipi all’ethos della redenzione del corpo, per questo fin dall’enciclica Humane Vitae essa è sempre stata divulgata e sostenuta dalla Chiesa.