Cina: previsioni di crescita economica al ribasso
La Cina deve essere «pronta a combattere dure battaglie» quest’anno, perché sta affrontando rischi «più gravi e più complessi» e sfide di natura «sia prevedibile che imprevedibile». Con queste parole il South China Morning Post riassume il discorso pronunciato dal premier Li Keqiang in occasione dell’apertura della riunione annuale dell’Assemblea Nazionale del Popolo, cioè il parlamento cinese, avvenuta martedì 5 marzo a Pechino.
Il governo cinese ha rivisto infatti al ribasso le previsioni di crescita dell’economia. Mentre il Paese è abituato a tassi di crescita anche a doppia cifra, nel corso del 2019 la crescita del PIL (Prodotto Interno Lordo) cinese dovrebbe attestarsi all’interno di una forchetta tra il 6 e il 6,5%, ha avvertito Li. Si tratta di un ribasso rispetto all’anno scorso, quando il PIL della Cina aveva fatto registrare una crescita del 6,6% (il tasso più basso dal 1990). Per quest’anno, Pechino prevede anche un rapporto deficit/PIL del 2,8%, un aumento dello 0,2% rispetto all’anno scorso (il 2,6%), così ricorda sempre il quotidiano di Hong Kong.
Mentre il Paese è impegnato in negoziati per porre fine al contenzioso commerciale con gli USA di Donald Trump e l’ambizioso progetto della cosiddetta «Nuova via della seta» («Belt and Road Initiative», abbreviato BRI) incontra più resistenza del previsto, il premier Li ha annunciato una riduzione dell’IVA del 3% sul manifatturiero (passando dal 16 al 13%) e dell’1% sui trasporti e sulle costruzioni (dal 10 al 9%).
USA: Trump vuole togliere lo status commerciale preferenziale a India e Turchia
Mentre gli USA e la Cina non hanno ancora trovato un accordo che permetta di chiudere il loro contenzioso commerciale, l’amministrazione Trump sembra già voler aprire un altro fronte. In una lettera al Congresso, Trump ha annunciato infatti lunedì 4 marzo di voler eliminare l’India dalla lista degli Stati in via di sviluppo che beneficiano di uno status commerciale preferenziale.
La Casa Bianca spiega la sua mossa con il fatto che il governo di Nuova Delhi «non ha assicurato agli Stati Uniti che fornirà un accesso equo e ragionevole ai mercati indiani», riferisce la CNN. Il programma in questione, noto con l’acronimo GSP (cioè «Generalized System of Preferences»), esenta 121 Paesi in via di sviluppo dai dazi su determinati prodotti. L’India era finora il maggiore beneficiario del programma GSP: secondo dati ufficiali, nel 2017 il Paese ha goduto di esenzioni dai dazi per un valore di 5,6 miliardi di dollari.
Mentre il ministro del Commercio indiano, Anup Wadhawan, ha descritto le esenzioni come «minime e moderate», la decisione dell’amministrazione Trump avrà secondo la Deutsche Welle un costo «politico» per il primo ministro dell’India, Narendra Modi, che nelle elezioni legislative di aprile-maggio cerca un rinnovo del suo mandato. L’India del resto non è l’unico Paese ad essere finito nella mira di Trump. La stessa sorte tocca infatti anche alla Turchia, perché il Paese sarebbe secondo la Casa Bianca «economicamente sufficientemente sviluppato».
Francia: il presidente Macron lancia manifesto per «un Rinascimento europeo»
Il presidente francese Emmanuel Macron, che il 13 gennaio scorso si era già rivolto con una lettera aperta ai cittadini francesi, ha pubblicato lunedì 4 marzo in vista delle elezioni europee di maggio un manifesto o appello intitolato «Pour une Renaissance européenne», ossia «Per un Rinascimento europeo», indirizzato ai cittadini europei.
Nel testo diffuso sul sito dell’Eliseo, che è stato tradotto in 22 lingue dell’Unione Europea (dal bulgaro all’ungherese) e pubblicato su varie testate europee, tra cui Il Corriere della Sera e il Guardian, Macron formula delle proposte per un rilancio europeo, perché «mai l’Europa è stata tanto in pericolo».
La Brexit ne è «l’emblema», poiché dimostra che l’Europa «non ha saputo rispondere alle esigenze di protezione dei popoli di fronte alle grandi crisi del mondo contemporaneo» e rispecchia inoltre «l’insidia europea». «L’insidia non è l’appartenenza all’Unione europea ma sono la menzogna e l’irresponsabilità che possono distruggerla», così sostiene Macron, che critica «il ripiego nazionalista», il quale «non propone nulla» ed «è un rifiuto senza progetto».
Per far rinascere l’Europa servono secondo Macron tre cose o «pilastri»: «difendere la nostra libertà», inoltre «proteggere il nostro continente» e infine «ritrovare lo spirito di progresso». Per l’inquilino dell’Eliseo, si tratta del resto di una sfida «urgente». «Non possiamo lasciare i nazionalisti, senza soluzioni, sfruttare l’ira dei popoli. Non possiamo essere i sonnambuli di un’Europa rammollita. Non possiamo rimanere nella routine e nell’incantesimo», così avverte.
HIV: eliminate le tracce del virus in un secondo paziente
Più di dieci anni dopo il cosiddetto «paziente di Berlino», un’équipe internazionale di ricercatori, fra cui anche esperti spagnoli, è riuscita a eliminare le tracce del virus HIV, che provoca l’AIDS, in un secondo paziente sieropositivo. L’uomo, già battezzato il «paziente di Londra», poiché curato in un ospedale londinese, risulta libero dal virus dopo un trapianto di cellule staminali prelevate da un donatore che aveva due copie di una mutazione nel gene CCR5 (si tratta della mutazione CCR5 Delta 32 o CCR5 Δ32), la quale rende le persone resistenti all’HIV, così si legge sul sito della rivista Nature. Circa l’1% delle persone di origine europea ha due copie di questa mutazione e risultano perciò resistenti al virus HIV, ricorda il sito.
Anche se l’équipe guidata dal dottor Ravindra Gupta, dell’Università di Cambridge, non vuole parlare di «guarigione», perché è ancora «troppo presto», sta di fatto che il virus è scomparso «completamente» dal sangue del paziente in seguito al trapianto. «Dopo 16 mesi, il paziente ha smesso di assumere farmaci antiretrovirali, il trattamento standard per l’HIV», si legge su Nature. Nell’ultimo follow-up, effettuato un anno e mezzo dopo aver smesso di prendere i farmaci, «non c’è ancora alcuna traccia del virus», continua l’articolo sul sito. Anche se il percorso seguito dal team di Gupta è pericoloso e adatto solo per pazienti sieropositivi che hanno bisogno di un trapianto di midollo osseo per curare un tumore (ad esempio leucemia, come nel caso del «paziente di Berlino»), può comunque rinnovare l’interesse per le terapie geniche mirate al co-recettore CCR5.
Israele: creare acqua dall’aria
Sembra un sofisticato trucco di magia o addirittura un racconto biblico, ma la tecnologia all’avanguardia messa a punto da un’azienda israeliana riesce a creare acqua potabile semplicemente dall’aria. Lo scrive il Jerusalem Post in un articolo di lunedì 4 marzo. «Il nostro obiettivo principale è quello di salvare e migliorare la vita delle persone in tutto il mondo», ha dichiarato l’imprenditore e filantropo di origini georgiane Mikhael Mirilashvili, la cui società Watergen, con sede a Rishon Lezion (nell’area metropolitana di Tel Aviv), ha donato il sistema alle autorità di Brasile, Vietnam e India, e alle popolazioni della California colpite dagli incendi del 2018, e del Texas e della Florida colpite dagli uragani Harvey e Irma.
«Stiamo già salvando migliaia di vite umane e puntiamo ad espanderci in tutto il mondo il più presto possibile. Il nostro problema più grande è che non possiamo soddisfare la crescente domanda», ha detto Mirilashvili. La sua ditta, che produce generatori d’acqua sia per uso domestico (capaci di creare 27 litri al giorno) che di capacità media (900 litri) e grande (5.000 litri), ha annunciato nel gennaio scorso un accordo di collaborazione con la Croce Rossa per lo sviluppo di un veicolo per interventi di emergenza (ERV in sigla inglese) per l’approvvigionamento di acqua dolce anche nelle zone più estreme. L’ERV sarà dotato di un generatore d’acqua in grado di produrre 900 litri al giorno.