Gli organizzatori si barcamenano: volevamo rappresentare le forme di violenza nel mondo
Il carnevale di Malo è il più prestigioso tra quelli della provincia di Vicenza. Ma quest’anno non sta facendo discutere solo per la bellezza di maschere e carri. Piuttosto, è da qualche giorno al centro dell’attenzione per aver rappresentato su uno dei carri personaggi “sui generis”, quanto meno non comuni alle sfilate di Carnevale: cioè un prete e un chierichetto tra le fiamme dell’inferno.
La prima sfilata
In teoria quel carro avrebbe un fine sociale: testimoniare le forme di violenza nel mondo, tra cui anche la piaga degli abusi nel clero.
La prima sfilata di Malo è andata in scena domenica 24 febbraio, nello stesso giorno in cui Papa Francesco ha condannato ancora una volta la piaga dei preti pedofili al termine di un vertice sugli abusi sui minori da parte del clero.
Più che fare la morale contro la violenza nel mondo, quel carro è apparso come una stoccata nei confronti della Chiesa, la cui immagine, almeno secondo gli organizzatori di questo Carnevale, è da ricondursi alla pedofilia. Perché di carri con preti che aiutano poveri, migranti, malati, non v’è traccia (e pare che anche negli anni scorsi, al Carnevale di Malo, riferimenti a chiesa e aiuto ai diseredati non ce ne siano mai stati).
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La giustificazione dell’organizzatrice
Prete e chierichetto che bruciano tra le fiamme sono stati realizzati sul carro denominato “Fate, ignoranti”.
«Partecipiamo al carnevale da molti anni e non è la prima volta che tocchiamo temi sociali, con le nostre realizzazioni – spiega Lara Zilio, del gruppo di carristi “Il Trenino”, autori dell’installazione – La protagonista del carro e figura principale è una fata: il messaggio che trasmettiamo è che in un mondo in cui sempre più la gente se ne frega, si gira dall’altra parte, l’indifferenza è sbagliata. E c’è molto di cui parlare, troppe violenze sui più deboli da condannare: femminicidio, omofobia, bullismo, e certo anche la pedofilia».
“Sapevamo che avrebbe destato scalpore”
«Per noi il Carnevale non è solo allegria ma anche un’occasione per parlare di tutto – riprende la carrista – ci dispiace un po’- che tutti si siano focalizzati solo sulla figura del prete, del resto sapevamo che avrebbe destato scalpore. Ma la condanna è a tutte le forme di violenza sui più deboli» (Corriere del Veneto, 25 febbraio).
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