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“Purl”, il corto animato della Pixar sul ruolo della donna nel mondo lavorativo

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Catholic Link - pubblicato il 27/02/19
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di Silvia Ordóñez

La storia inizia con un personaggio particolare: “Purl”, un piccolo gomitolo di lana rosa con grandi occhi azzurri che inizia a lavorare in un ufficio pieno di uomini in giacca e cravatta. Tutto, dal suo abbigliamento al suo modo di essere, passando per la decorazione del suo posto di lavoro e i suoi scherzi, tipicamente femminili, non la fa sentire inserita e a proprio agio in quel luogo.

Le prime donne a entrare all’università e poi nel mondo lavorativo si sentivano sicuramente ancor più escluse di Purl in un ambiente maschile. Col tempo le cose sono cambiate, e ora noi donne rappresentiamo una parte importantissima della forza lavoro. In alcuni luoghi del mondo e anche in imprese prevalentemente maschili, però, è probabile che molte donne si sentano ancora così.

Questo corto della Pixar ci dà speranza e offre alcune idee sul tema della donna nel mondo del lavoro.

Bisogna cambiare per adattarsi?

Purl, la nostra amica rosa, all’inizio entra in ufficio con entusiasmo e allegria, salutando tutti gentilmente e cercando di adattarsi agli spazi di lavoro e svago dell’ufficio, ma viene comunque respinta. Decide allora che l’opzione migliore è diventare “una dei tanti”, e si tesse un abito, cambia tono di voce e inizia ad assumere un atteggiamento più aggressivo. L’uguaglianza di genere pretende spesso che uomini e donne siano esattamente uguali, perdendo di vista il valore dell’identità, delle differenze e della complementarietà tra i sessi.

Papa Giovanni Paolo II ha affronato magistralmente questo tema nella sua Lettera Apostolica Mulieris Dignitate, e citando passi della Genesi ricorda che Dio ha creato l’uomo e la donna a sua immagine e somiglianza, ovvero che i due sessi possiedono la stessa natura di esseri razionali e liberi e con un rapporto diretto e personale con Dio, il che implica che siamo uguali a livello di dignità.

San Josemaría Escrivá affermava in uno dei suoi scritti che “sviluppo, maturità ed emancipazione della donna non devono significare un pretesto di uguaglianza – di uniformità – rispetto all’uomo, un”imitazione’ dei modelli maschili. Questa per la donna non sarebbe una conquista, ma una perdita”. È esattamene quello che accade a Purl in questa storia, perché all’inizio sembra avere grande successo per via del suo cambio di identità, ma col tempo si rende conto di non essere felice perché non è se stessa, ha perso le caratteristiche della sua essenza.

L’apporto della donna al mondo lavorativo e alla società

Un giorno all’improvviso arriva Lacy, un dolce gomitolo di lana gialla molto simile alla nostra protagonista, che però non nasconde affatto la sua femminilià, cosa che colpisce “Purl”. Anche se la sua prima reazione è prendersi gioco di lei ed escluderla dal gruppo, presto torna in sé e la invita a farne parte. Questa decisione coraggiosa è uno spartiacque nella vita di tutti in ufficio.

La femminilità, la gioia, la simpatia e la sensibilità di una donna possono apportare molto all’ambiente lavorativo e sociale. Gesù ha saputo riconoscere proprio questo duemila anni fa, quando anche se all’epoca le donne non avevano diritti si è fermato a dialogare con loro dei misteri di Dio, evidenziando nelle loro risposte una sensibilità speciale. In modo ancor più incredibile, ha mostrato la sua misericordia nei confronti di molte di loro, anche delle peccatrici pubbliche. Al momento della sua morte e resurrezione, infine, sono state le donne a offrire la testimonianza più vigorosa di unione con Cristo.

L’esempio più bello e reale che abbiamo noi cristiani è Maria. Dio l’ha scelta come donna per essere un elemento fondamentale della storia della salvezza, essendo stata la prima a ricevere, conservare e trasmettere la Buona Novella; la sua femminilità è il luogo in cui l’amore di Dio si interiorizza e si approfondisce in una misura che non ha eguali.

Alcune correnti femministe respingono l’idea che Maria sia un punto di riferimento della donna, perché interpretano la sua affermazione di essere “serva del Signore” in modo negativo. Nella Mulieris Dignitatem, Giovanni Paolo II spiega che in Maria ha avuto luogo una partecipazione piena e libera del suo io personale e femminile come donazione volontaria di sé. Va anche sottolineato che la carità e la disponibilità a servire gli altri sono virtù totalmente contrarie alla schiavitù.

Insieme lavoriamo meglio

Nell’ultima scena, Purl dà il benvenuto a un nuovo collega, e quando si apre l’ascensore si vedono molti gomitoli che lavorano nell’ufficio. La differenza con i colleghi di lavoro è palese, ma si nota anche la ricchezza della complementarietà.

Attualmente lavoro in un’équipe prevalentemente maschile, e spesso ho sentito di non essere inserita, ma a poco a poco mi sono resa conto del valore di una mente femminile nella squadra, e soprattutto dei miei apporti per generare un ambiente migliore, organizzare e strutturare il lavoro e cercare di far sì che tutti nella squadra si sentano ascoltati e sostenuti. Studi recenti confermano che la donna offre un contributo più umano ai rapporti interpersonali.

Ciò non vuol dire che le donne debbano creare un mondo più umano solo con la loro presenza e più degli uomini, ma che la società potrà cambiare solo se tutti sapremo accogliere l’invito del Papa a dar vita a una nuova cultura, caratterizzata dalla comprensione, dall’amore, dal dono di sé, dal reciproco atteggiamento di servizio che Dio ha inscritto in ciascuno all’inizio della creazione e della redenzione.

Qui l’originale.

 

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