di Anna Foa
Gli abusi hanno trasformato, nella percezione comune, quella che era la più delicata delle manifestazioni dell’amore, la carezza — quella materna, quella consolatoria, quella che saluta il morente — in un’espressione di per sé sospetta e virtualmente oscena. Creando così, oltre che violenza e dolore, scandalo. Di questa trasformazione del sentire, di questa perdita dell’innocenza della più delicata delle espressioni affettive, analizziamo in questo numero alcuni momenti, nell’intento non solo di dare voce ai deboli, alle vittime, ma anche di risanare la ferita inflitta al nostro modo di sentire, di percepire e di agire. Anche gli uomini possono farlo, certo, sia nella Chiesa che fuori di essa. Ma le donne possono farlo meglio, perché hanno per comprendere un doppio sguardo, uno interno e l’altro esterno: quello di chi non ha mai avuto voce né riconoscimento e quello invece di chi, avendo conquistato a duro prezzo la voce, è capace di guardare, di vedere e di comprendere lo sguardo di chi non ce l’ha.
Per questo, nel numero che affronta il tema del tatto, oltre a ripercorrere i molti episodi evangelici legati al tatto e ad approfondire dal punto di vista psicanalitico il ruolo del tatto nella nostra esperienza, abbiamo voluto riflettere sul tema degli abusi, cioè dell’uso perverso del tatto. Ricordandoci che papa Francesco, introducendo il vertice sugli abusi, ha recentemente «ringraziato i giornalisti che sono stati onesti e obiettivi nello scoprire i preti predatori e hanno fatto sentire le voci delle vittime». Come redazione di un giornale che si occupa di donne, in particolare nel loro rapporto con la Chiesa e con il mondo, non possiamo non apprezzare la voce del Sommo Pontefice a sostegno delle vittime e riprenderne per quanto possiamo le suggestioni.
Questo numero [del supplemento Donne Chiesa Mondo dell’Osservatore Romano, ndr] dedicato al tatto è il terzo di una serie dedicata ai cinque sensi e alle varie modalità in cui sono percepiti nelle diverse religioni. Abbiamo così voluto approfondire l’esperienza del tatto nell’islam, analizzando una serie di culti legati alle orme lasciate nella pietra dal piede di Maometto.