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Notizie dal mondo: mercoledì 20 febbraio 2019

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Paul De Maeyer - pubblicato il 21/02/19
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Russia: Vladimir Putin avverte l’Europa e gli USA

Consapevole che la sua popolarità è ormai «in caduta libera» a causa della situazione economica e delle riforme sociali impopolari (solo il 66% dei russi approva la sua gestione, rispetto all’82% alcuni anni fa), il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato mercoledì 20 febbraio nel suo discorso sullo Stato della Nazione davanti al Parlamento riunito, varie misure economiche mirate a migliorare la vita delle famiglie russe, che, come ricorda El País, hanno visto diminuire infatti per il sesto anno consecutivo il loro reddito reale.

Nel suo discorso, durato 87 minuti, Putin ha dedicato solo 10 minuti al capitolo militare, un tempo forse breve ma «pieno di minacce», continua il quotidiano madrileno. Il presidente ha minacciato in particolare di misure «asimmetriche» qualora gli Stati Uniti dovessero collocare i loro missili in Europa. In quel caso, ha avvertito Putin, «la Russia sarà costretta a fabbricare e schierare tipi di armi che possono essere usati non solo contro i territori da cui proviene la minaccia diretta, ma anche contro i territori in cui si trovano i centri decisionali per l’uso dei sistemi missilistici che ci minacciano».

Mentre ha esortato la leadership americana a tenere in considerazione «la velocità e la portata» dei sistemi d’arma che la Russia sta sviluppando, d’altro canto ha voluto rassicurare il mondo. «Non siamo interessati in una confrontazione e non la vogliamo, soprattutto con una potenza globale come gli Stati Uniti», ha dichiarato Putin, citato da El Mundo.

USA: Bernie Sanders si candida alle presidenziali 2020

Ci ha riflettuto per mesi, così osserva la CNN, ma adesso ha deciso. Il senatore democratico per lo Stato del Vermont, Bernard Sanders (detto «Bernie»), ha annunciato infatti martedì 19 febbraio la sua candidatura alle elezioni presidenziali, che si terranno l’anno prossimo negli Stati Uniti. Si tratta del secondo tentativo del politico 77enne di origini ebraiche: nelle primarie democratiche 2016, Sanders, che si autodefinisce un «socialista democratico», era riuscito a mettere in difficoltà Hillary Clinton e l’establishment del Partito Democratico con il suo programma elettorale di sinistra.

«La nostra campagna riguarda la trasformazione del nostro Paese e la creazione di un governo basato sui principi della giustizia economica, sociale, razziale e ambientale», ha dichiarato Sanders, che non esita a chiamare Donald Trump «un bugiardo patologico, un impostore, un razzista, un sessista, uno xenofobo e qualcuno che sta minando la democrazia americana».

Se la candidatura di Sanders risulterà vittoriosa questa volta, resta ancora da vedersi. Dovrà affrontare infatti un gruppo di candidati maggiormente di sinistra e con un programma più simile al suo, così osserva il quotidiano ABC. Inoltre la lista dei candidati confermati è già lunga e non è da escludere che si candiderà anche l’ex vice-presidente di Barack Obama, Joe Biden, e chissà anche Hillary Clinton. Tra i candidati democratici confermati spiccano le senatrici Elizabeth Warren (Massachusetts), Kamala Harris (California), Kirsten Gillibrand (New York) e Amy Klobuchar (Minnesota).

Regno Unito: lo «stop» tedesco alla vendita di armi a Riad «danneggia» il settore

In una lettera inviata al suo omologo tedesco Heiko Maas, il ministro degli Esteri britannico, Jeremy Hunt, critica la decisione del governo della cancelliera Angela Merkel di bloccare la vendita di armi e sistemi di armamenti all’Arabia Saudita fino a quando non sarà fatta piena luce sul caso Jamal Khashoggi, il giornalista saudita ucciso il 2 ottobre scorso nel consolato saudita a Istanbul, in Turchia. Lo ha rivelato martedì 19 febbraio il sito Spiegel Online.

«Sono profondamente preoccupato – scrive Hunt – per l’impatto della decisione del governo tedesco sull’industria della difesa britannica ed europea, e per le conseguenze sulla capacità dell’Europa di rispettare gli impegni verso la NATO». Secondo Hunt, a causa dello «stop» alle esportazioni deciso nell’ottobre scorso le aziende britanniche non sono in grado di adempiere a vari contratti conclusi con l’Arabia Saudita, tra cui la consegna di caccia del tipo Eurofighter «Typhoon», che contengono infatti pezzi realizzati in Germania, continua Spiegel Online.

Secondo statistiche governative, citate dall’Independent, dall’inizio dei bombardamenti sauditi in Yemen, la Gran Bretagna ha approvato vendite di armi a Riad per 4,7 miliardi di sterline, di cui 2,7 miliardi di sterline per aerei e 1,9 miliardi di sterline per bombe e missili. Nello Yemen è in atto la più grave crisi umanitaria del mondo e la «la peggiore carestia degli ultimi 100 anni», ricorda il quotidiano britannico.

UE: Bruxelles accusa il governo ungherese di «fake news»

Una campagna informativa, con tanti di manifesti e messaggi sui social media, lanciata dall’esecutivo del primo ministro ungherese Viktor Orbán per avvertire la popolazione dei presunti pericoli legati alla politica europea in tema migratorio, è stata respinta dal presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker, come «fake news». «È scioccante che queste ridicole teorie complottistiche siano diventate così mainstream», ha detto martedì 19 febbraio il portavoce europeo, il greco Margaritis Schinas, durante un incontro con la stampa.

In un manifesto, diffuso sull’account ufficiale dell’esecutivo Orbán, si vedono i ritratti del noto magnate statunitense di origini ungheresi George Soros e di Juncker, il tutto accompagnato da una scritta, la quale informa il pubblico ungherese in vista delle prossime elezioni europee riguardo i presunti piani di Bruxelles. «Ognuno ha il diritto di conoscere le attuali proposte che mettono fondamentalmente in pericolo la sicurezza dell’Ungheria», informa la campagna, citata dalla Deutsche Welle.

Mentre l’ostilità del partito nazionalconservatore Fidesz di Orbán nei confronti di Soros non è nuova – il miliardario e filantropo è stato costretto ad esempio a spostare la sede della sua «Central European University» da Budapest a Vienna –, l’operato del governo Orbán lascia spesso perplessità, come dimostra la molto contestata legge sul lavoro e inoltre la riforma del sistema educativo, che si rispecchia nei libri di testo utilizzati nelle scuole e causa «un profondo disagio tra alcuni insegnanti e editori», così riferisce la CNN.

Francia: aumenta il consumo di farmaci oppiacei

Cresce il numero di francesi che consumano farmaci antidolorifici oppiacei, i cui effetti sono paragonabili a quelli dell’oppio. Lo scrive Le Figaro, che presenta un rapporto reso pubblico mercoledì 20 febbraio dall’Agenzia Nazionale per la Sicurezza dei Farmaci (ANSM in sigla francese), che «per la prima volta» fa il punto sul loro consumo nel Paese. Come ricorda il quotidiano, l’uso di questa categoria di farmaci ha creato una emergenza sanitaria «senza precedenti» negli USA. Oltreoceano ogni giorno 115 persone muoiono di un’overdose di oppioidi.

Anche se la situazione francese non è paragonabile a quella statunitense, occorre comunque «rimanere attenti», dichiara il professor Nicolas Authier, direttore dell’Osservatorio francese dei farmaci antalgici. Nel corso di dieci anni, il numero annuale di intossicazioni da attribuire al consumo di analgesici oppioidi è infatti raddoppiato in Francia. Nel periodo che va dal 2005 al 2016 sono stati segnalati complessivamente 2.762 incidenti di questo tipo e il numero dei ricoveri è salito del 167% dal 2000, con quasi 2.600 casi nel 2017. Il numero di decessi ha conosciuto un balzo del 146% tra il 2000 e il 2015. Questo implica, continua Le Figaro, che ogni settimana quattro persone perdono la vita per un’overdose di farmaci oppiacei. Il grande pericolo di questa categoria di antidolorifici è che possono indurre vere e proprie dipendenze, proprio come le droghe.

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