Megatruffa all’anziano prete di due parrocchie dell’appennino tosco-romagnolo: si spacciavano per persone bisognose e invece… ecco cosa accadeva
Don Anselmo Fabbri è un anziano sacerdote ancora in attività e cura le anime dei fedeli che ricadono sotto due province, anzi due regioni. Ha 87 anni (ancora da compiere), è il parroco della piccola chiesa di Sant’Adriano di Marradi (Firenze) e amministratore della parrocchia di San Martino in Gattara, sotto Brisighella (Ravenna).
I due paesi dell’Appennino tosco-romagnolo distano venti minuti uno dall’altro e appartengono alla diocesi di Faenza e Modigliana.
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Assegni tra mille e 5mila euro!
Don Anselmo, spiega Il Resto del Carlino (17 febbraio), col suo legale di fiducia, l’avvocato Davide Pezzi, qualche giorno fa si è presentato in caserma a Faenza per sporgere una singolare denuncia. Ai militari ha raccontato che a partire dal 2017 avrebbe elargito somme consistenti a chi gli chiedeva un gesto di carità. Anche mille euro per volta, ma in certi casi sarebbe arrivato a regalare 5mila euro, sempre firmando assegni circolari.
Soldi che vanno ricondotti a due conti correnti privati del parroco, nonché ad altrettanti della parrocchia. Dunque, anche i soldi raccolti con le offerte di chi va in chiesa.
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L’ipotesi di reato
Sarebbero state diverse le persone che avrebbero approfittato della sua generosità. Ma anche e soprattutto della sua età avanzata: questa la prima ipotesi degli investigatori, che stanno già mettendo al setaccio i conti del religioso, per risalire ai fortunati destinatari degli assegni. Tutto ancora in fase di chiarimento e di precisa quantificazione dell’ammanco complessivo, precisa il suo legale. Si sa soltanto che i beneficiari sarebbero diversi, tra cui cittadini stranieri.
Per ora, riporta sempre Il Resto del Carlino, la Procura a Ravenna ha aperto un fascicolo contro ignoti con le ipotesi di reato di circonvenzione d’incapace e truffa aggravata.
Perché solo ora?
In molti si sono chiesti perché don Anselmo ha deciso di sporgere denuncia ai carabinieri. L’avvocato sostiene che si è reso conto di essere stato vittima di raggiri in serie dopo aver notato che le persone che gli venivano a domandare un aiuto erano sempre le stesse. E in certi casi gli amici degli amici. «Padre, ho bisogno di quei soldi». Appelli e richieste dovevano suonare più o meno così.
E ora tutti questi presunti approfittatori dovranno rispondere in sede penale sulla “lealtà” dei loro prelievi” a don Anselmo.
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