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Perché l’umiltà è lungi dall’essere ciò che pensiamo

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Miguel Pastorino - Matthew Green - pubblicato il 08/02/19
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Non lasciatevi influenzare dai fraintendimenti su ciò che rappresenta la vera umiltàL’umiltà è considerata da tanti una virtù dal valore discutibile, perché viene spesso male interpretata come il fatto di gettarsi costantemente giù o sminuirsi in presenza di altri.

L’umiltà fraintesa può essere molto pericolosa quando viene intesa in modo contrario a quello che è il suo significato originale nella spiritualità biblica e nella tradizione giudaico-cristiana. La gente con una bassa autostima interpreta spesso l’umiltà come una forma di aggressione e disprezzo nei confronti di se stessi. Può essere perfino una forma di ipocrisia, o una scusa per la pigrizia, quando ci sottovalutiamo intenzionalmente. Evitiamo la difficoltà insita nel fatto di raggiungere il nostro pieno potenziale negando di esserne capaci.

Cosa NON è l’umiltà

L’umiltà non dovrebbe essere confusa con scarsa autostima, timidezza, senso di inferiorità o sminuirsi. Se essere umili richiede il fatto di riconoscere le proprie difficoltà, i propri fallimenti e i limiti che si hanno, non vuole dire doverli necessariamente mostrare. L’umiltà significa vivere nella verità, accettando che non siamo perfetti. Non riguarda il fatto di sminuirsi, ma il realismo. Molte persone pensano di essere umili quando in realtà parlano costantemente di quanto sono sfortunate e miserevoli, concentrandosi solo su se stesse, il che è una forma nascosta di orgoglio.

La vera umiltà non significa guardare costantemente la propria piccolezza e paragonarsi agli altri. Fare paragoni significa volgersi costantemente verso se stessi e vedere gli altri solo come una minaccia. Le persone umili non hanno bisogno di sentire di essere migliori delle altre. Allo stesso tempo, non si piegano al volere degli altri, né si lasciano opprimere; hanno semplicemente una prospettiva ampia e profonda della realtà, in cui vedono il proprio posto senza dover discutere su chi è migliore o peggiore. L’umiltà non è una virtù da conquistare per raggiungere la perfezione di sé, cosa che spesso porta all’orgoglio; piuttosto, riguarda il fatto di riconoscere la verità su se stessi e trovare pace al riguardo.

La frase comune “A mio umile avviso” non è altro che orgoglio camuffato. Quando l’umiltà si rende esplicita non è più tale. Quando qualcuno dice “Sono davvero una persona umile” non lo è. L’umiltà non si strombazza, si pratica in silenzio. Se qualcuno è umile possono dirlo gli altri, ma nessuno si può etichettare come “persona umile”. È per questo che le persone umili spesso non spiccano. Non cercano pubblicità – soprattutto non per promuoversi come “umili”.

L’umiltà è autenticità

La psicologia contemporanea usa il termine “autenticità” più che “umiltà”. Significa vivere la verità su se stessi, essere onesti con sé e con gli altri. L’umità è un segno di maturità psicologica e spirituale, e di libertà interiore. Piuttosto che una serie di comportamenti da adottare, è un modo di essere e di relazionarsi agli altri. È caratterizzata dal modo in cui una persona si accetta e si giudica.

Nella tradizione cristiana, l’umiltà riguarda il fatto di centrare la propria vita su Dio e non su se stessi. Significa accettare che non siamo il centro dell’universo e che il mondo non gira intorno a noi. L’umiltà era intesa dagli antichi maestri della spiritualità cristiana come un’autoconoscenza preziosa che ci rende più umani e più consapevoli della nostra piccolezza e delle nostre limitazioni, senza fingere di essere qualcosa che non siamo. Sant’Agostino diceva che “l’umiltà consiste nel conoscere se stessi”.

L’umiltà, comunque, non è rassegnazione. San Giovanni Crisostomo la descriveva come “la madre di tutte le virtù”, la loro radice, perché possiamo forgiare la virtù solo se prima riconosciamo e accettiamo che in certi campi siamo deboli e abbiamo bisogno di crescere. Le persone umili vogliono migliorare se stesse, e possono farlo perché non mentono a se stesse o agli altri; vivono nella verità. Non sono orgogliose, perché riconoscono di buon grado i loro difetti; non sono pessimiste, perché credono di poter cambiare in risposta alla chiamata di Dio alla santità e con l’aiuto della sua grazia. Non aver paura di vedere e riconoscere i nostri errori ci rende capaci di crescere e di maturare.

Allo stesso tempo, le persone veramente umili gioiscono per il bene degli altri e la grandezza che le circonda. Sono completamente libere da complessi di inferiorità e dalla necessità di paragonarsi agli altri. Le persone umili sono libere; non hanno un bisogno urgente di lode, riconoscimento o elogi per le loro virtù, perché sanno chi sono e di avere un valore.

La vera umiltà, quindi, è una fonte di fiducia, coraggio e libertà. Le persone umili non supplicano per ottenere il riconoscimento altrui e non si scoraggiano quando non lo ottengono, perché la loro felicità non dipende dall’opinione altrui. Le persone orgogliose, invece, sono molto sensibili alle critiche e vengono ferite o si scoraggiano spesso. Chesterton considerava l’umorismo la base naturale dell’umiltà, perché chi riesce a ridere di sé è libero da qualsiasi forma di orgoglio.

Le persone umili hanno un effetto positivo su chi le circonda

Essere veramente umili e vivere in modo autentico fa sentire gli altri a proprio agio. Sanno che non devono camminare sulle uova, perché le persone umili non stanno sempre sulla difensiva e non cercano di imporsi agli altri. Sanno riconoscere quando sbagliano, chiedono perdono, cercano aiuto e riconoscono pubblicamente i propri errori. È facile avere a che fare con loro perché non sentono la necessità di imporre la propria opinione o di avere sempre ragione. Non temono le critiche, perché non hanno bisogno di proteggere una falsa immagine di sé. Le persone umili sono grate, capaci di riconoscere la generosità degli altri, e sono empatiche, sapendo come essere misericordiose nei confronti dei fallimenti altrui.

In breve, lungi dal renderci persone negative e improduttive che deningrano se stesse e non realizzano mai il proprio potenziale, la vera umiltà ci rende più umani, liberi, maturi, misericordiosi e grati.

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