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«Sono cieca, ma vivo una vita felice»: così Giorgia si è laureata grazie all’amore di mamma Laura

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Silvia Lucchetti - pubblicato il 01/02/19
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Mamma Laura si è licenziata ed ha accompagnato per 3 anni la figlia, non vedente dalla nascita, all’università. Così Giorgia ce l’ha fatta: 110! Con una madre così… non avevamo dubbi! C’è tanta bellezza nella storia della famiglia che vi raccontiamo oggi, nell’amore di mamma Laura e papà Roberto verso la figlia Giorgia, un amore – come quello di ogni genitore – fatto di gesti piccoli e grandi, spesso sempre uguali, ripetuti ogni giorno, con generosità e sacrificio, anche quando la stanchezza e la noia provano a prevalere.

Giorgia Nannini, 23 anni di Borgo a Buggiano – un paesino in provincia di Pistoia – è cieca dalla nascita ma ha potuto realizzare il suo sogno di laurearsi in psicologia grazie alla mamma che ha lasciato il lavoro per accompagnarla ogni giorno, per tre anni di seguito, alla Facoltà di Psicologia dell’Università di Firenze per seguire le lezioni. Quanto sono straordinari nella loro semplicità i sacrifici delle madri?

«Lavorava in una macelleria, ma ha smesso per starmi vicina» (Corriere)

Sono cieca ma felice!

Ma anche i sacrifici dei padri che si occupano della famiglia e la sostengono, come papà Roberto che insieme alla moglie ha cercato e cerca di offrire il meglio a sua figlia, trasmettendole soprattuto la bellezza e il valore della vita, preziosa, anche e soprattutto nei limiti. E infatti Giorgia pronuncia una frase bellissima che lascia stupiti:

«Sono cieca, ma vivo una vita felice» (Ibidem)

Laurearsi non è stata proprio una passeggiata, non solo per l’impegno speso nello studio, ma anche per il viaggio di un’ora intrapreso ogni giorno, con autobus e treni, per frequentare i corsi. Per Giorgia sarebbe stato impossibile raggiungere la facoltà senza l’aiuto costante di sua mamma al suo fianco anche in aula durante le lezioni.


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Dottoressa con un voto di 110: è questa la gioia più grande!

Dopo tre anni è arrivato il traguardo importante: Giorgia ha discusso una tesi sull’autismo ed è stata proclamata dottoressa con un voto di 110. Un successo che l’ha riempita di orgoglio e riconoscenza anche per l’enorme appoggio di sua mamma che ha messo davanti a tutto la sua realizzazione, spendendosi ogni giorno per aiutarla, seguirla, sostenerla.

Vorrei che gli altri fossero felici come me

Giorgia ora si è iscritta alla laurea specialistica per diventare psicologa e sua mamma la guida anche in questo nuovo percorso. Quando le chiedono perché vorrebbe fare questo mestiere la giovane risponde che vuole aiutare gli altri ad essere felici come lei:

«Mi affascina la mente umana, vorrei che gli altri fossero felici, felici come me, per questo voglio fare la psicologa. Mi piace far stare bene gli altri, mi piace ascoltare gli altri, una dote che purtroppo sembra perduta, le persone sembrano concentrate soltanto su se stesse (…) I miei compagni mi cercavano sempre per confidarsi» (Corriere).


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Ascoltare e sentire

Ascoltare e sentire sono i suoi due verbi del cuore, sì perché lei che non ha mai visto il mondo, le persone, le cose, deve immaginarle e quindi sentirle, come racconta ai tanti che le domandano come immagina gli elementi del creato che ci circondano:

«Cerco di immaginarmeli, e per immaginarmeli li devo toccare il più possibile, li devo sentire. È vero che non ho mai visto il mondo, è vero che non ho mai visto le persone, però le ascolto, le sento» (Ibidem).

Sogna di specializzarsi in psicologia criminale per offrire aiuto psicologico alle donne vittime di violenza e per tentare anche di comprendere “cosa scatta nella mente maschile nel momento in cui si compie l’aggressione”(Corriere).

Speriamo che tanti leggendo la tua testimonianza invece di maledire la propria storia sorrideranno alla vita, ringrazieranno il Cielo e riprenderanno il cammino a passo spedito come fai tu, che, mano nella mano con tua mamma, sei pronta per raggiungere altri meravigliosi traguardi!


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