Al cospetto di Dio saremo sempre dei mendicanti della sua misericordia, come Zaccheo che scoprì la propria dignità nel condividere un pasto con Gesù.Pochi mesi fa ha suscitato l’indignazione generale la scelta della coppia più chiacchierata del web – Ferragni e Fedez – di festeggiare il compleanno di lui in un supermercato, a loro completa disposizione: l’ebbrezza generale portò gli invitati a fare scempio del cibo senza misura. Le corsie tra cui molte famiglie passano, facendo salti mortali per avere il necessario e arrivare a fine mese, erano diventati un circo di spreco. E l’immagine di spreco insensato è rimasta anche se i Ferragnez si sono affrettati a dichiarare che hanno pagato tutto la merce usata o semplicemente schiacciata, tirata, resa spazzatura.
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Non è pagando una banana, usata come microfono e poi spappolata, che si evita l’abuso che è lo spreco. Ma chi non ha i piedi per terra si fa ingannare dalle illusioni dorate della sua testa. E soprattutto si perde il bello della realtà, quel mistero di guadagno personale che passa dal donare.
Una bella idea
L’uomo comune, per fortuna, è affaccendato in questioni dall’urgenza più immediata e anche quando organizza il proprio matrimonio non si perde solo nella deriva di un sogno. Sposarsi è una scelta sociale oltre che privata, è mettere a disposizione casa propria per la crescita umana della cosa pubblica. Quello che si costruisce giorno per giorno tra le quattro pareti domestiche è patrimonio dell’umanità, bene comune.
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Due fidanzati di Pavia ne hanno dato prova concreta.
La coppia, che ha preferito mantenere l’anonimato, si sposerà il prossimo 8 giugno al convento di San Nazzaro della Costa, in provincia di Novara. Ma ha deciso di organizzare un altro banchetto, in una pizzeria della città. L’idea è nata dalla sorella della futura sposa, che presta servizio di volontariato presso la mensa dei frati: la coppia ha preso a cuore le sofferenze e le difficoltà dei meno fortunati che la frequentano, e ha deciso di invitarli al pranzo. (da Repubblica)
82 senzatetto sono stati invitati a questo banchetto e certamente non sono stati gli unici a godere dell’evento. Un gesto simile si riverbera anche sugli sposi ed è un po’ quello che da sempre ci ha insegnato la favola di Cenerentola, oltre che la morale cristiana: gli umili saranno esaltati. La nostra miseria è invitata a palazzo, noi – proprio noi! – siamo compagni di tavola del Re … come Zaccheo, che non pensava certo di essere prediletto dallo sguardo di Gesù. Magari pensava che la sua vera consistenza umana fossero le sue ricchezze, e invece scoprì che è nel rapporto vivo con chi sa colmare il bisogno infinito di un cuore vuoto. Il nostro cuore sarà sempre vuoto e bisognoso senza la Sua misericordia.
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Che un matrimonio sia anticipato da un gesto che fa memoria, in fondo, di questa consapevolezza nasce sotto la stella migliore. Gli sposi possono esserne consapevoli appieno o solo in parte, ma la condivisione vissuta al loro banchetto anticipato rimarrà a dare frutto nella memoria profonda.
Mendicanti
Questa piccola grande storia di provincia mi ha fatto tornare a mente il discorso che Don Giussani pronunciò a Roma di fronte a San Giovanni Paolo II nell’ormai lontano 1998. In quell’occasione ricordò che il vero protagonista della storia umana è il mendicante, ma non nell’accezione zuccherosamente ipocrita di chi ostenta una povertà di spirito che non ha. O di chi vuole blandire la povertà altrui rimanendo chiuso nel proprio palazzo.
Il Mistero come misericordia resta l’ultima parola anche su tutte le brutte possibilità della storia. Per cui l’esistenza si esprime, come ultimo ideale, nella mendicanza. Il vero protagonista della storia è il mendicante: Cristo mendicante del cuore dell’uomo e il cuore dell’uomo mendicante di Cristo.
Così le parole affilate di fede e ragione di Giussani. La nostra libertà è un incontro nudo tra la mano tesa di Dio che attende il nostro cuore e il nostro cuore che bussa alla casa del Padre per essere accolto.