Guida fotografica ai cinque tipi di immagini iconiche della VergineA colpo d’occhio sembravano tutte fondamentalmente identiche.
Ero stato incaricato di recarmi in un museo delle icone locale ed ero di fronte a un pannello con dieci icone diverse di Maria Madre di Dio, o Theotokos, come sono note queste icone, che in greco significa “portatrice di Dio”.
È vero che in alcune icone il capo di Maria era inclinato verso sinistra piuttosto che a destra e che alcune splendevano mentre altre erano più opache per il tempo trascorso, e sicuramente le proporzioni di Maria rispetto al Cristo Bambino erano molto varie, ma in termini di tratti fondamentali erano tutte uguali: Maria era molto più grande di Cristo, anche quando Questi non veniva rappresentato come un bambino, il capo di lei era inclinato e Cristo sembrava sempre cullato dal suo abbraccio.
Ero entrato da una decina d’anni nella Chiesa, ma i miei istinti protestanti passati hanno iniziato a emergere. Perché Maria era sempre più grande di Cristo? Perché tante icone rappresentavano la stessa cosa? Sembrava un “eccesso mariano”.
Ovviamente ho imparato a diffidare di questi istinti protestanti striscianti, e quindi piuttosto che allontanarmi dalle icone di Maria mi ci sono concentrato di più. E ho iniziato a capire. Tutto il volto di Maria era progettato in modo tale da centrare l’attenzione su Cristo, che era il punto centrale di molte delle icone della Tehotokos che ho visto.
Imparare a distinguere tra i vari tipi di icone della Theotokos – ce ne sono almeno cinque principali – mi ha aiutato a capirlo (ovviamente ce ne sono molti di più. Un elenco che ho trovato ne menzionava 132 tipi. Alcuni stili sono associati a luoghi particolari).
Un’icona illustrava davvero come Maria ci porti sempre a Cristo. In questo stile, noto anche come Madre di Dio Orante, le braccia di Maria sono levate in preghiera anziché stringersi in un abbraccio materno. In queste icone Cristo è sospeso al centro, spesso in un cerchio, vicino o sopra al punto in cui si trova il cuore di Maria. In un certo senso, è come se ci fosse un’icona nell’icona.
In alcune versioni di queste icone, l’angolazione delle braccia di Maria suggerisce non solo preghiera, ma un atto di rivelazione. Le braccia sono tenute indietro come per offrire una vista senza ostacoli di Cristo.
Le altre icone hanno poi iniziato a differenziarsi. Uno dei tipi più semplici è l’icona Odigitria, che significa “Colei che conosce la Via”. In questa rappresentazione, Cristo riposa su un fianco di Maria mentre le mani libere di lei Lo indicano. La relativa grandezza di Maria cattura la nostra attenzione solo perché questa si possa poi concentrare su Cristo.
Ed è così con gli altri tipi di icone della Theotokos. Nell’icona Eleousa vengono sottolineati l’amore materno di Maria nei confronti di Cristo e il Suo reciproco affetto filiale nei confronti di lei. Un altro tipo comune mostra Maria intronizzata con Cristo anch’Egli intronizzato in lei.
Queste icone sottolineano una verità fondamentale: l’identità di Maria non esiste se separata da Cristo. Non è mai una madre senza un Figlio, una regina senza un Re o un’indicazione della via senza la Via da indicare.
Ciò distingue radicalmente Maria da tutte le altre madri divine del mondo antico, la cui identità era solo lontanamente o incidentalmente collegata ai loro figli famosi. È difficile pensare a una figura materna dei miti greci o romani che sia sempre rappresentata insieme al figlio. È più semplice visualizzarle senza i figli. La loro identità si comprende come individui.
Una cosa del genere è impensabile per Maria, che è sempre con Cristo. Tutta la sua esistenza è orientata verso di Lui.
E allo stesso modo, contemplando queste icone siamo chiamati a diventare come Maria – ad abbracciare Cristo, a renderlo il centro di tutta la nostra esistenza e a farlo regnare sul nostro cuore.
(Una nota sulle fonti: sono particolarmente grato alle guide online che si trovano qui, qui e qui per avermi aiuto ad apprezzare i vari stili delle icone della Theotokos. Mi sono avvalso di queste fonti anche per le immagini della galleria fotografica).