All’ Angelus nella Solennità dell’Epifania Francesco rilancia la gioia dell’incontro con Gesù, Dio fatto uomo, “novità sorprendente della storia” e “dono per tutti” vicini e lontani, e invita ad essere perseveranti, generosi e coraggiosi come sono stati i MagiGesù è nato e si manifesta al mondo come “dono per tutti”: luce e promessa di salvezza. E’ questo il senso della festa odierna, della solennità dell’Epifania e l’invito che il Papa rivolge a tutti i fedeli prima della recita dell’Angelus, al termine della Solenne Messa in Basilica, è proprio quello lasciarsi rinnovare nel cammino di credenti da questa luce e di accoglierla col “cuore aperto alla novità” come hanno fatto i Magi, perseveranti, generosi, coraggiosi. La gioia – dice Francesco – sarà tale che non potremo tenerla per noi.
Ripartiamo dal Natale per rinnovare la nostra fede
Nella Prima Lettura di oggi – fa notare Francesco – il profeta Isaia invita Israele a risollevarsi dal duro esilio “perchè viene la luce”, aprendo cioè “il cuore alla presenza e alla vicinanza del Signore” che è promessa di salvezza:
Questo invito, oggi, risuona anche per noi che abbiamo celebrato il Natale di Gesù e ci incoraggia a lasciarci raggiungere dalla luce di Betlemme. Anche noi veniamo invitati a non fermarci ai segni esteriori dell’avvenimento, ma a ripartire da esso e percorrere in novità di vita il nostro cammino di uomini e di credenti.
Chiudersi alla luce di Gesù per sete dipotere e tornaconto
Ma come si può incontrare Cristo e reagire alla Sua presenza? Come porsi davanti a questa “luce” che nel Vangelo è “presente e incontrata”? Ci sono tanti modi – è la riflessione del Papa – e l’evangelista Matteo li mostra nella sua narrazione odierna. Ci sono Erode e gli scribi di Gerusalemme che reagiscono, “col cuore duro duro, che si ostina e rifiuta la visita di quel Bambino”. E’ una possibilità questa, “chiudersi alla luce”:
Essi rappresentano quanti, anche ai nostri giorni, hanno paura della venuta di Gesù e chiudono il cuore ai fratelli e alle sorelle che hanno bisogno di aiuto. Erode ha paura di perdere il potere e non pensa al vero bene della gente, ma al proprio tornaconto personale. Gli scribi e i capi del popolo hanno paura perché non sanno guardare oltre le proprie certezze, non riuscendo così a cogliere la novità che è in Gesù.
L’incontro con Gesù ci rinnova
“Invece ben diversa è l’esperienza dei Magi” – rileva Francesco – che nonostante siano “lontani dalla fede ebraica tradizionale”, si “lasciano guidare dalla stella e affrontano un viaggio lungo e rischioso” pur di “conoscere la verità sul Messia”. Perseveranti nel cammino e generosi di fronte al Signore, si dimostrano “aperti” alla novità “più sorprendente della storia”, il “Dio fatto uomo” e poi, ritornando al loro paese, cambiano strada, perchè, avverte Francesco “ogni volta che un uomo o una donna, incontra Gesù, cambia strada, torna alla vita in un modo differente, torna rinnovato”. Da qui la riflessione rivolta a tutti i fedeli:
La salvezza offerta da Dio in Cristo è per tutti gli uomini, vicini e lontani. Non è possibile “impossessarsi” di quel Bambino: Egli è un dono per tutti. Anche noi, facciamo un pò di silenzio nel nostro cuore e lasciamoci illuminare dalla luce di Gesù che proviene da Betlemme. Non permettiamo alle nostre paure di chiuderci il cuore, ma abbiamo il coraggio di aprirci a questa luce che è mite e discreta. Allora, come i Magi, proveremo «una gioia grandissima» (v. 10) che non potremo tenere per noi.
Appello per i migranti e il saluto alle Chiese orientali
Forte e deciso al termine dell’Angelus è stato l’appello del Papa ai leaders europei perchè dimostrino “solidarietà concreta” nei confronti di quarantanove migranti a bordo delle due navi, la Sea Watch e la Sea Eye, ancora in attesa di un porto dove sbarcare nel Mar Mediterraneo. Poi Francesco ha rivolto un “augurio cordiale e fraterno” alle Chiese orientali cattoliche e ortodosse che seguono il calendario Giuliano e che vivono oggi la vigilia del Natale.
Ragazzi missionari “atleti di Gesù”
Ricordando ancora l’odierna Giornata Missionaria dei ragazzi il Pontefice li ha salutati con l’invito ad essere “atleti di Gesù”. Infine tra i fedeli ha ringraziato e salutato in particolare i tanti musicisti e i partecipanti al corteo storico- folcloristico che promuove i valori dell’Epifania e che ha rallegrato la mattinata in Via della Conciliazione, augurando a tutti una buona festa.