Scienziati credenti. Jonathan Lunine è un astrofisico di fama internazionale, convertitosi al cattolicesimo nel 2007. Un ammiratore del celebre Carl Sagan a cui però ha preferito i gesuiti della Specola Vaticana, fondando la Society of Catholic Scientists.Quando il Congresso degli Stati Uniti vuole capire se valga la pena investire denaro per determinati progetti spaziali solitamente si rivolge ad un team di scienziati. Tra essi non manca mai Jonathan I. Lunine, astrofisico e tra i più esperti al mondo nell’evoluzione, nella formazione e nella possibile abitabilità dei pianeti extraterrestri.
Lunine è direttore del Center for Radiophysics and Space Research della Cornell University, dove è docente. Ma è anche un devoto cattolico, convertitosi dall’ebraismo, nonché uno dei fondatori della Society of Catholic Scientists (nata nel 2016). Come scrivevamo, nonostante abbia solo due anni di vita, la Società degli scienziati cattolici vanta già 800 prestigiosi membri.
L’astrofisico americano si è battezzato nel 2007 ed è stato anche un grande ammiratore del famoso fisico Carl Sagan, un agnostico e promotore dello scetticismo scientifico, grazie al quale si è innamorato dell’esplorazione dello spazio. Il pallino di Lunine oggi è accompagnare i giovani cattolici ad aprirsi al mondo scientifico. «Come dice il Catechismo al punto n° 159», ha spiegato lo scienziato americano, «le realtà profane e le realtà della fede hanno la loro origine nello stesso Dio». Inoltre, «c’è una grande differenza tra il determinare la struttura dell’universo e la sua evoluzione nel tempo, e chiedersi perché esiste l’esistenza, perché c’è qualcosa, purtroppo invece è qualcosa che alcuni scienziati confondono».
La conversione dell’astrofisico grazie alla scienza.
La conversione di Lunine è davvero interessante. Proviene da una famiglia ebrea, il padre era un conservatore non praticante mentre la madre apparteneva alla corrente riformata dell’ebraismo, «riteneva che la religione era la fonte di tutti i mali dell’umanità e si è sempre rifiutata di praticare la sua fede», ha spiegato l’astrofisico. Tuttavia, Lunine crebbe con una certa “ansia spirituale” e, per questo, lo iscrissero al registro della Sinagoga Centrale a New York. Ma la spiritualità del giovane venne meno, «il mio modo per fuggire è stata la rivista mensile “Sky and Telescope”, che lessi avidamente». In particolare, lo colpì una recensione al famoso libro di Carl Sagan, “The Cosmic Connection: An Extraterrestrial Perspective”(1973). Iniziò a scrivere al famoso fisico e suo idolo giovanile che gli rispose, indicandogli alcune strade da percorrere per diventare un astronomo. «Ci ho provato con tutto me stesso», ricorda oggi Lunine, «seguendo quella lettera siamo diventati colleghi prima che lui morisse a metà degli anni ’90».
La carriera scientifica ha anche risvegliato in Lunine le “ansie spirituali” giovanili, le quali trovarono una adeguata risposta nell’incontro con la sua futura moglie, una cristiana metodista. Jonathan iniziò a frequentare i sermoni del reverendo David Wilkinson, anche se rifiutò il battesimo cristiano. Il suo lavoro lo portò a contatto con gli astronomi gesuiti della Specola Vaticana, che hanno a Tucson un loro osservatorio: fu questo l’incontro decisivo. «Mi colpì profondamente la loro vita, l’armonia tra scienza e fede. Non c’era nulla di artificiale, questo mi segnò. Molte cose mi attrassero al cattolicesimo, la vita dei Santi e le risposte alle domande più profonde». Dopo essersi recato a Roma per alcune conferenze, «realizzai che dovevo prendere una decisione, e sentivo che quello che volevo era diventare cattolico, accettare Gesù Cristo ed essere battezzato formalmente. Dovevo arrivare ad un’azione pratica invece di continuare un simposio personale di 30 anni nella mia testa».
Così Lunine iniziò il processo di catecumenato per adulti nel 2006 presso il Newman Center (Arizona) e fu battezzato e confermato il Sabato Santo del 2007. Ora il suo mentore è Guy Consolmagno, attuale direttore dell’Osservatorio Vaticano e ha scelto di avviare la Society of Catholic Scientists proprio per favorire un “reset” nella mente di molti giovani cattolici, messi sotto pressione dai loro pari sul presunto antagonismo tra scienza e fede.