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La storia di un’anima vittima che vide il Paradiso e parlò con la Madonna

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Aleteia - pubblicato il 21/12/18
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Santa Lidwina di Schiedam: “Non sono io a soffrire. È il mio Signore Gesù che soffre in me!”Anche se siamo tutti chiamati a portare la croce, non tutti sono chiamati ad essere un’anima vittima come Santa Lidwina di Schiedam, nata in questa cittadina olandese nel 1380 e vissuta in Olanda durante lo scisma occidentale, in cui due antipapi divisero la Chiesa.

In un periodo turbolento, Dio scelse Lidwina perché diventasse uno strumento potente di espiazione per il bene della Sua Chiesa. La futura santa, ricorda ChurchPOP, venne invitata a condividere il grande mistero di sofferenza e amore di Cristo fin da quando era molto giovane.

Mentre pattinava sul ghiaccio a 15 anni, infatti, un’amica cadde su di lei, provocandole la rottura di una costola sul lato destro. Ne derivò un grave ascesso che non guarì mai. Da quel punto fu costretta a letto, non riusciva a mangiare o a bere senza rigettare, soffriva di forti febbri, ulcere e tumori, e i suoi organi soffrivano terribilmente. Si fratturò anche la fronte, la frattura si estese fino a metà del naso e fu afflitta da una fessura dal labbro inferiore al mento che sanguinava spesso.

Lidwina non riusciva a vedere con l’occhio destro, mentre il sinistro era molto debole. Per 33 anni, fino alla morte, il suo corpo non fece che deteriorarsi, e divenne un esempio di pura sofferenza, sfidando le leggi della natura.

Dopo molti anni, Lidwina venne privata del suo direttore spirituale, ricevendo la Santa Comunione solo a Pasqua quando veniva portata in chiesa.

Malgrado le enormi sofferenze, alla fine comprese il mistero dell’amore: l’amore disposto a soffrire dà vita. Dopo aver ricevuto il dono delle lacrime riuscì a raggiungere la vera pace, comprendendo l’amore incondizionato di Dio, che aprì le porte a rinnovamento e consolazione. Più soffriva, più era vicina alla Croce di Cristo.

Dopo otto anni di sofferenze disse: “Non sono io a soffrire. È il mio Signore Gesù che soffre in me!”

Le visioni

Lidwina ottenne poi il dono soprannaturale delle visioni estatiche. Veniva spesso visitata dal suo angelo custode e dai santi, e vide il Purgatorio e il Paradiso.

“Vide anche i santi martiri, confessori, profeti, vergini e altri ordini dei beati”, ha scritto Tommaso da Kempis nel suo libro Santa Lidwina di Schiedam, che ricorda come le apparve anche la Beata Vergine.

“Carissima figlia”, le disse, “lascia che il tuo cuore sia rafforzato nella sopportazione dei dolori, perché per queste cose per cui ora soffri guadagnerai grande gloria”.

In una visione, le venne mostrato un cespuglio di rose e sentì le parole: “Quando sboccerà, la tua sofferenza avrà fine”.
Nel 1433 disse: “Vedo il cespuglio di rose completamente fiorito!”

Quell’anno la domenica di Pasqua vide Gesù venire verso di lei per amministrare il sacramento dell’Unzione degli Infermi. Santa Lidwina morì poi pacificamente, completamente avvolta nell’amore di Dio.

Dopo la sua morte, la sua casa venne trasformata in un ospedale, e accanto alla sua tomba fu costruita una cappella.

Tutti coloro che soffrono per malattie croniche, abbandono e disperazione possono volgere lo sguardo a Dio come ha fatto Santa Lidwina, unendo le proprie sofferenze a Cristo e sapendo che un giorno potranno condividere la Sua gloria.

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