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La famiglia… che stupendo casino!

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Silvia Lucchetti - pubblicato il 21/12/18
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Istruzioni per vivere felici amandosi senza l’illusione di essere perfetti“Rocambolesckin, manuale di felicità per famiglie imperfette”, di Michela Serangeli e Christian Cinti (Tau Editrice) è un simpatico e brillante vademecum, per niente leggero, rivolto ai genitori e a tutti coloro che hanno a che fare con i bambini con lo scopo dichiarato di dispensare pillole di saggezza cristianamente ispirate per (ri)scoprire e vivere la bellezza della famiglia vera, non quella romanzata, alle prese tutti i giorni con le sue fragilità e difficoltà. Gli autori, partendo dalla loro sofferta condizione di coppia sterile che ha adottato due vivacissimi bambini colombiani, Miguel Àngel e Moisés David, i quali quotidianamente mettono alla prova e spiazzano i genitori, presentano la “Teoria del Rocamboleskin”, fantasioso neologismo da essi stessi coniato che condensa quanto hanno tratto dalla loro stimolante esperienza illuminata dalla Fede.

Cos’è il Rocamboleskin?

“Il Rocamboleskin è un attributo della sostanza della famiglia che potremmo sintetizzare come segue: un gran casino. Rocamboleskin è quando niente è come ti aspetteresti, niente fila liscio, niente riesce al primo colpo, ma neanche al secondo, al terzo, al quarto (…) è quando niente è prevedibile, niente è lineare, ma tutto è incredibilmente bello. Il Rocamboleskin ti spiazza continuamente, è una vera rottura, ma non compromette e non pregiudica mai la bellezza familiare, anzi”.

Infatti l’assunto di base “(…) è che in realtà le famiglie perfette non esistono. Non crediate a quelli che si sforzano di sembrare tutti precisi e puntuali, sempre corretti, in ordine, esatti. Non esistono famiglie perfette. Esistono, semmai, famiglie perfettine, che vogliono far credere a tutti, a se stesse per prime, di essere perfette”.



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Anche le famiglie naturali sono in fondo sempre adottive

L’ulteriore riflessione che viene proposta è che se la loro è una famiglia adottiva per definizione, anche le famiglie naturali sono in fondo sempre adottive per il fatto che…

“(…) i figli non ti appartengono davvero. Cioè non sono i tuoi. Neanche se li hai concepiti e partoriti. Non sono una proprietà. Questo, per ovvi motivi, nella famiglia adottiva è lampante, ma è vero anche per la famiglia naturale (…) visto che i figli appartengono a Dio, il quale vi ha scelto e ve li ha donati perché ve ne prendiate cura accompagnandoli a spiccare il volo, un giorno”.

Prima o poi tutte le famiglie, naturali o adottive, quelle che quotidianamente arrancano o quelle felici e ben ordinate, fanno esperienza del Rocamboleskin, di quegli scossoni più o meno grandi che prima o poi arrivano e della conseguente necessaria risposta che, a seconda di come si reagisce, “(…) può dare luogo ad effetti molto diversi. Ovvero può dar luogo ad effetti molto negativi o ad effetti molto positivi”.

Flessibilità sì, ma non troppa

Quale è il segreto per trarre benefici dal Rocamboleskin e sfruttare il suo potenziale trasformativo di crescita? Per Michela e Christian la risposta sta nella flessibilità.

“(…) Occorre quel tanto di flessibilità che serve per adattarsi al cambiamento e al fuori schema, per rivedere i propri programmi, per non lasciarsi schiacciare dalla situazione quando va fuori controllo o quando si viene sorpresi da un elemento di novità che mette in crisi”.



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Rocamboleskin is the new resilienza

Ma questa considerazione non è certo un incoraggiamento al rapido e facile trasformismo vestendo i panni di un moderno arlecchino, come purtroppo si osserva frequentemente oggi: “(…) non troppa flessibilità tale da non avere struttura, perché bisogna che la famiglia conservi la propria identità (…) ci vuole quel tot di flessibilità ma non bisogna essere bandierine al vento. La tensione che deriva dalla fatica dell’adattamento fa parte del gioco”. Prendendo spunto da un film di animazione per bambini: “I Croods”, cavernicoli alle prese con un terremoto che ha distrutto la loro “casa” di pietra, quindi apparentemente molto solida, gli autori ci introducono al termine resilienza, di cui per certi aspetti Rocamboleskin è la pittoresca traduzione, declinandolo non in chiave strettamente psicologica, ma come…

“(…) la splendida capacità(umana) di reagire al male con il bene. Di volgere al meglio una situazione critica (…) E’ la possibilità (questa, non umana) di cogliere la Grazia da ogni cosa, anche dal dolore. Infatti per essere felici non serve che tutto sia in ordine, che tutto vada bene, che non vi siano problemi e che non ci sia il dolore … per essere felici serve amare … Felice è colui che può far felice qualcun altro, che può decentrarsi e smetterla di frignare solo perché le cose non sono esattamente come le vorrebbe”.

In questo manuale di felicità per genitori “difettati” gli autori propongono i 5 sensi come traccia per amarsi e quindi essere felici, incoraggiando a farne largo uso come i bambini che privilegiano il linguaggio del corpo. La bellezza della vista, udito, olfatto, gusto e tatto viene sottolineata sia in termini di puro piacere fisico che per il simbolismo che i 5 sensi evocano. Ma se non è il caso di togliere al lettore il gusto della scoperta di quello che questo manuale sui generis può offrire a chiunque, sia esso genitore biologico, adottivo, affidatario, spirituale o soltanto potenziale, è invece assolutamente opportuno concludere riprendendo una frase che “distilla” l’essenza del messaggio che Manuela e Christian vogliono trasmetterci:

“(…) a dire la verità, il segreto della felicità è contenuto nel Vangelo di Gesù Cristo, e il Rocamboleskin è essenzialmente la Croce”.

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copertina rocamboleskin

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