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Sostituisce nella canzoncina “Gesù” con “laggiù”: retromarcia e figuraccia in una scuola di Tuscania

JESUS WITH CHILD
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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 21/12/18
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Una maestra cambia le parole nel “rispetto” dei non cattolici. La scelta (banale) non paga e aizza una protesta collettiva

Natale è una favola bella,

l’antico racconto che tocca ogni cuore

col bue e l’asinello e nel gelo

la giovane mamma e il bambino “laggiù”

e poi la stella cometa, quel filo di seta sottile nel cielo

un tanto dolcissimo un velo di fiocchi leggeri che cadono giù

Natale è di più” è il titolo di questa canzone che nei giorni scorsi è stata al centro di assurde polemiche. La settimana scorsa, infatti, i bimbi della Scuola Elementare dell’Istituto Comprensivo “Ildovaldo Rodolfi” di Tuscania in provincia di Viterbo sono stati preparati dalla maestra a cantare questa canzoncina che nel testo, però, sostituisce “Gesù” con “laggiù”.

L’ira del sindaco

Secondo la maestra la presenza di Gesù in questa canzone avrebbe urtato la suscettibilità dei non cattolici

Come si poteva immaginare è scoppiata subito la polemica. A partire dai genitori, al sindaco Fabio Bartolacci  che ha espresso il suo dissenso: «La scuola sia custode delle nostre tradizioni».



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La Chiesa: scelta senza logica

Il Vicario Generale della Diocesi di Viterbo don Luigi Fabbri, dal canto suo, ha commentato con parole pacate ed equilibrate l’accaduto: «Come comunità ecclesiale condividiamo lo stupore e la meraviglia delle famiglie, delle Istituzioni Civili e di quanti faticano a capire la logica di una scelta didattica che contraddice il ruolo stesso della Scuola, chiamata ad offrire un’educazione aperta ed inclusiva e non esclusiva soprattutto di ciò che costituisce la nostra identità e le nostre radici più profonde. Ricordiamo che l’integrazione è un dovere, ma, come ha affermato recentemente papa Francesco, “nella misura in cui non sia una minaccia contro la propria identità“».


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“Scelta offensiva”

«Scelte di questo genere – ha proseguito il Vicario Generale – riteniamo siano offensive proprio di coloro che si vorrebbe rispettare, in quanto considerati, in pratica, incapaci e non all’altezza di discernere e accogliere con serenità la ricchezza della nostra storia, della nostra cultura, delle nostre tradizioni» (Famiglia Cristiana, 20 dicembre).

La retromarcia

«A questo punto – hanno tuonato i genitori- ci chiediamo che senso abbia fare la recita di Natale. se si è sentito il bisogno di censurare il nome di Gesù: è un controsenso».

Dopo le polemiche c’è stata però la retromarcia della scuola: «La canzone di Natale non si cambia e il bambino Gesù resta… Laggiù», ha fatto sapere la dirigente dell’istituto comprensivo, Elisa Aquiliani, sconfessando la scelta della sua docente (Il Messaggero, 14 dicembre).


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