Così l’Angelo rassicurando Maria rassicurò tutti noi madri e padri: non sarete soli a sostenere tutto questo, Dio, accanto a voi, come un’ombra, non vi lascerà mai soli.di Anna Mazzitelli
Dopo un weekend da strapazzo, durante il quale siamo stati a Vicomoscano (che sta in Lombardia, ma proprio vicino all’Emilia, in una pianura che più piatta non si può) per un incontro/testimonianza sulla nostra storia (ma possibile che ci sia ancora qualcuno che vuole sentirla?), e poi, di ritorno, ci siamo fermati a Bologna per abbracciare due amici e pranzare con loro, mi è venuta voglia di scrivere un paio di cose che mi sono frullate per la testa stamattina durante la Messa, mentre guardavo questo dipinto.
Guardavo il muro che mi impediva, dalla cappella laterale in cui eravamo seduti, di vedere l’altare, e ho osservato a lungo il quadro che ritrae Maria, Giuseppe e Gesù bambino. Né Maria né Giuseppe guardano il bambino, sebbene la madre lo tenga in braccio e il padre lo sostenga da dietro. Anzi, entrambi hanno addirittura gli occhi chiusi. Sopra al bambino, però, c’è una colomba, e più su ancora c’è Dio, che non lo perde di vista nemmeno per un attimo, affacciandosi attraverso le nuvole e le schiere angeliche per controllarlo meglio.
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Che sensazione di tranquillità mi ha dato quel quadro!
Complice forse la voce monotona del sacerdote che celebrava, il tepore della chiesa aumentato dal calore della sciarpa che avevo attorno al corpo, che strideva con il gelo esterno dal quale eravamo venuti, la gioia di condividere la Messa con questi amici che non vedevamo dall’estate scorsa… ho provato un gran senso di pace e ho pensato che ci affanniamo sempre tanto, per tenere tutto sotto controllo, ma che forse dovremmo imparare da quella madonna, che sostiene il suo bambino ma non lo guarda, non per distrazione, ma perché sa che un Altro se ne occupa, se ne prende cura, non gli toglie mai gli occhi di dosso.
Ho pensato che Dio fa così anche con quelli che noi consideriamo i nostri figli, che in realtà sono figli suoi, e quindi certamente li osserva e li veglia più e meglio di come riusciamo a fare noi.
Poi ho pensato che Maria doveva fidarsi davvero di Dio, mica come me che dico dico, ma poi controllo sempre di avere qualche scappatoia per cavarmela se non dovesse andare come pensavo, o che cerco sempre di darGli dei suggerimenti su come gestire la mia vita e quella delle persone a cui voglio bene…
La Maria del quadro non guarda Gesù, non lo controlla, sebbene in cuor suo sappia che le cose per lui saranno difficili. Non ha la smania di proteggerlo a tutti i costi, di tirarlo fuori dai guai, di evitargli qualche caduta e qualche dolore. Sa che non potrà comunque evitarglieli, ma non per questo si affanna. Lo sostiene come può, e il resto lo lascia fare a Dio.
Poi ho pensato alle parole dell’angelo. Pochi giorni fa, in occasione della festa dell’Immacolata Concezione di Maria, a Messa veniva letto il brano del Vangelo dell’annunciazione, e noi l’abbiamo sentito proclamare per tre volte in due giorni, durante le celebrazioni a cui abbiamo partecipato ad Assisi.
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L’angelo annuncia a Maria che la sua vita sta per essere stravolta, e non le nasconde che le cose saranno complicate. Un figlio che sarà grande e sarà chiamato Figlio dell’Altissimo, al quale Dio darà il trono di Davide, e che regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe… non prometteva niente di tranquillo e di indolore, e questo, Maria, deve averlo capito subito.
Eppure era entrato da lei dicendole “Rallegrati”, ma rallegrati di cosa, che poi mi prospetti una vita di incomprensioni, rinunce, difficoltà, dolore…
Eppure le dice “Rallegrati”, e la donna del quadro che ho tanto guardato stamattina, sebbene non sembrasse allegra, doveva aver ascoltato attentamente anche il seguito del discorso dell’angelo. Quando gli chiede come sarebbe avvenuto tutto quello che le stava annunciando, lui le risponde: “la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra.”
Maria, non sarai sola a sostenere tutto questo, Dio, accanto a te, come un’ombra, non ti lascerà mai sola.
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Allora se credo a queste parole, posso rallegrarmi, posso gioire, posso chiudere gli occhi e guardare altrove, lasciando che il figlio che non è mio, ma mi è stato solo dato in prestito, faccia la sua strada, compia la volontà di suo Padre, nella sua vita, senza affannarmi, senza sensi di colpa, senza sentirmi sempre inadeguata. Lui, la sua ombra, è accanto a me sempre, e non perde di vista nemmeno per un secondo questo figlio che mi ha affidato temporaneamente.
Tieni viva la tua fiamma
che risplenda nella notte
il Signore sta arrivando,
la fatica finirà
abbiamo cantato alla fine della Messa, lasciando scorrere qualche lacrima. Lacrima di commozione, ma non di dolore, perché la nostra fatica non è senza fine, alla fine della nostra fatica c’è Lui, il fine della nostra fatica è Lui.
Sta arrivando.
Rallegriamoci.