Quando si dice che l’esempio è la più alta forma di educazione! Conviene correre ai ripari, o almeno a distanza di sicurezza da queste due manesche signore. Signore…Questi giorni, che dovrebbero essere scanditi dalla Novena di Natale non meno che dalla corsa ai regali che cerchiamo di non rendere troppo concitata, sono segnati anche per genitori e nonni dal susseguirsi di recite, concerti, saggi scolastici...
Ecco che in un caso (sospetto non sia l’unico, ma questo è ben documentato ed è finito con l’arrivo di due volanti della polizia!) la faccenda è degenerata.
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Eppure il mezzo (il telefonino) giustifica il fine (girare video a tutti i costi. Tutti), in questo mondo un po’ al contrario.
Vuoi non sgomitare per accaparrarti il posto migliore dal quale riprendere con lo smartphone il tuo bimbo che magari ha ottenuto una parte da protagonista? Che so magari è il capo degli angioletti oppure fa Gesù, nientemeno. O il boss dei pastorelli, va’ a sapere.
Aggiungendo certo un po’ di imbarazzo a tuo figlio e togliendogli anche il conforto di un sorriso con contatto visivo e non schermato da quell’accidenti di telefono? Ma qui purtroppo non si sono limitate ad occhiatacce, risposte gelide. No, qui si sono fatti parecchio male e probabilmente il danno morale correlato è incalcolabile. Quante ore di psicoterapia ci vorranno a questi bambini per superare il trauma?
Sembra che abbiano aperto le chat!
Una volta si diceva “le gabbie” ma ora i luoghi chiusi e visibili nei quali si trovano a stretto contatto esemplari della stessa specie particolarmente rissosi sono i famigerati gruppi Wathsapp; ci abbiamo riso su spesso, no? Ci è capitato di uscire alla chetichella dall’ennesimo sottogruppo per la decisione sul regalo da fare alla maestra; o di impostare su Silenzioso quello più partecipato e loquace, o di dividerci ai dadi col marito le chat delle attività extrascolastiche. E’ altamente probabile che lo stress da prove generali, preparativi, ricerca dei regali abbia ulteriormente scaldato gli animi già focosi in questi ultimi giorni; però non esistono scuse per quello che è successo in una scuola, solo diagnosi, temo.
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I fatti: rissa tra mamme, si aggiungono i mariti. Arrivano le forze dell’ordine
A Gela ieri, il 17 dicembre, due mamme con i bambini alla scuola elementare di contrada “Albani Roccella”, si sono letteralmente prese a calci, pugni e spintoni. Una signora viene buttata a terra; ma la prima a cadere a terra travolta dagli adulti è una bambina! Per fortuna viene prontamente sollevata di peso e allontana dal teatro di guerra. Si vedono sedie a terra, urla, movimenti bruschi. I bambini in lacrime. Che desolazione. Avranno provato paura di sicuro ma è probabile anche delusione e vergogna. Non potete voi adulti farci questo…! Quella non è mia madre!
La crisi educativa è degli adulti, non c’è dubbio. Non sempre, non tutti, bando alle generalizzazioni ma insomma la statistica temo ci verrebbe in soccorso: casi di prepotenza, maleducazione e vero vandalismo spesso riguardano i genitori prima che i ragazzini. Torniamo al triste episodio, che quasi ridere ma con amarezza: la rissa si allarga ai mariti e si sposta nel parcheggio. Fino all’arrivo delle forze dell’ordine.
Nemmeno l’aria natalizia e l’ambiente scolastico in cui si trovavano sono riusciti a indurle alla calma, mentre gli scolari sul palco vestiti da angioletti e da personaggi del presepe piangevano terrorizzati. (Ansa, 17 dicembre)
Pare che le due donne non fossero nuove a questo tipo di scambio di vedute. Si erano già scontrate, sebbene limitandosi ad insulti diretti fino ai primi due gradi di parentela dell’antagonista, in un’altra occasione: durante il progetto sulla gentilezza!
Scherzo. Spero.
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