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7 consigli per uscire da una crisi

ADDICTION
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Catholic Link - pubblicato il 15/12/18
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di fr. Edgar Henríquez Carrasco

Molti dicono che viviamo in un mondo in crisi, che va tutto male, che non c’è soluzione ai tanti problemi. Io dico che con Dio possiamo superare le difficoltà della vita, e questo pensiero è avallato da migliaia di santi che lo hanno sperimentato in modo reale. Prima o poi la crisi bussa alla porta della nostra vita con una visita inaspettata. Come la riceverete? Dovete essere saldi sulla roccia per trionfare in nome di Dio. Con il suo aiuto arriverete sempre più lontano di quanto riuscireste a fare da soli. E allora fate attenzione a questi 7 consigli, che vi aiuteranno sicuramente a superare la crisi che state attraversando o vi saranno utili in un futuro remoto.

1. Siate sinceri con voi stessi: “Sto male!”

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È una frase che dobbiamo dire, se è possibile gridarla a pieni polmoni. Non bisogna avere paura né vergogna per il fatto di trovarsi in quella situazione. La crisi è molto positiva in ogni caso, perché mette in discussione molte cose che poi vengono ordinate e finiscono per essere migliori rispetto al passato. Prima, però, bisogna accettarla. La crisi o si accetta o ci schiaccia. Sincerità è guardarsi allo specchio e dirsi: “È vero, sto male… Sto in… (dire la situazione), lo accetto e ho bisogno di aiuto”.

Sincerità innanzitutto: è questa la chiave per riprendere in mano le redini della propria vita. La sincerità è un atto di umiltà molto grande. Santa Teresa di Gesù diceva che “l’umiltà è la verità” e che “solo la verità vi farà liberi” (Giovanni 8, 31). “Ma, seguendo la verità nell’amore, cresciamo in ogni cosa verso colui che è il capo, cioè Cristo. Da lui tutto il corpo ben collegato e ben connesso mediante l’aiuto fornito da tutte le giunture, trae il proprio sviluppo nella misura del vigore di ogni singola parte, per edificare se stesso nell’amore” (Efesini 4, 15-16).

2. Chiedete urgentemente aiuto

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Dopo aver riconosciuto il nostro stato attuale, il passo successivo è chiedere aiuto. Questo costa,in base alla personalità di ciascuno. Per chi è più socievole costa un po’, per chi è più introverso è più difficile. L’importante, dopo aver riconosciuto l’esistenza della crisi, è uscire dalla propria “valle di lacrime” e chiedere aiuto. Se la vostra casa andasse in fiamme, chiamereste sicuramente i pompieri perché vi aiutino. Lo stesso accade nella vita spirituale: se siete in crisi, chiedete aiuto a chi è più in grado di aiutarvi.

Non soffrite in solitudine. C’è sempre qualcuno in cui confidare o a cui chiedere aiuto. Può essere un familiare, un amico, un religioso, un professore… Sono convinto del fatto che Dio metterà sulla vostra strada chi potrà aiutarvi meglio a uscire dal vostro momento di crisi. Chiedete aiuto a Dio e confidate in Lui. “Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto; perché chiunque chiede riceve; chi cerca trova, e sarà aperto a chi bussa” (Matteo 7, 7-8).

3. Non disperate davanti all’oscurità!

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La crisi sembra oscurare il sole, e l’oscurità in queste occasioni è in genere la regina. Non vediamo altro che i nostri problemi, e questo può portarci molto facilmente allo scoraggiamento o alla disperazione. Non so se ci avete fatto caso, ma è nell’oscurità che si vede meglio la luce. È quindi quando tutto è nero che si può visualizzare meglio e in modo più nitido qualsiasi barlume di luce. Quella luce è sicuramente Dio che vi cerca e che vuole che lo accogliate, una luce di speranza che vince le tenebre e vi porta a una visione autentica e reale.

Non disperate! L’oscurità non è fatta per restare, ma per essere superata dalla Luce. Dio è la Luce della nostra vita. Il vostro compito è identificare la luce. Da dove viene? Forse da qualche parola di un amico o dal consiglio di un familiare, o ancora dalla benedizione di un sacerdote. Aprite i sensi e scoprite la luce di Dio che è in voi, aggrappatevi ad essa e vedrete come il panorama cambierà radicalmente. “Io sono la luce del mondo; chi mi segue non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita” (Giovanni 8,12).

4. Siate consapevoli del fatto di non essere soli

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Nel mondo ci sono circa sette miliardi di persone. Quante credete che stiano attraversando un momento simile al vostro? Moltissime. La crisi è una cosa umana che solo noi esseri umani possiamo sperimentare. Ci aiuta a concentrarci, a tornare al “primo amore”, a fissare lo sguardo su ciò che è importante. È come quando sbagliamo strada e il GPS deve ricalcolare la rotta. La crisi ricalcola la nostra vita, cerca di orientarla di nuovo verso il suo destino, che è la beatitudine eterna con Dio in Cielo.

E allora non scoraggiatevi, perché sicuramente intorno a voi ci sono migliaia o milioni di persone nella vostra stessa situazione, se non peggiore. Non c’è alcun essere umano che non abbia avuto crisi. Questo è il vostro momento e dovete affrontarlo con maturità. “Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, il Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione, il quale ci consola in ogni nostra afflizione, affinché, mediante la consolazione con la quale siamo noi stessi da Dio consolati, possiamo consolare quelli che si trovano in qualunque afflizione” (2 Corinzi 1, 3-4).

5. Ricordate che “il tutto è superiore a una parte”

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È un principio fondamentale della filosofia. Il tutto abbraccia tutte le parti in sé. Papa Francesco dice nella Evangelii Gaudium che “il tutto è più della parte, ed è anche più della loro semplice somma. Dunque, non si dev’essere troppo ossessionati da questioni limitate e particolari”. La crisi è una parte del vostro tutto.

Voi non siete una crisi, ma un figlio amato di Dio.

La crisi è solo una piccola parte nella vostra vita. Concentratevi sulle altre: la felicità di stare con gli amici, il poter respirare l’aria fresca, il fatto di avere una bella famiglia, che il lavoro non vi manchi, che la salute sia buona… Ci sono migliaia di altre cose su cui concentrarsi e per cui ringraziare. L’amore di Dio si manifesta nelle piccole cose, in quello che passa inosservato nel rumore e nella rapidità.

La crisi è una parte del tutto che siete voi. “Anzi, a dire il vero, ritengo che ogni cosa sia un danno di fronte all’eccellenza della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il quale ho rinunciato a tutto; io considero queste cose come tanta spazzatura al fine di guadagnare Cristo e di essere trovato in lui non con una giustizia mia, derivante dalla legge, ma con quella che si ha mediante la fede in Cristo” (Filippesi 3, 8-9).

6. Cambiate ambiente

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Svolgere altre attività per evitare di sprofondare nella tristezza di una solitudine senza speranza. Andare a trovare gli amici, i familiari, uscire a mangiare fuori, andare al cinema… Sono migliaia le possibilità per cambiare ambiente che vi aiuteranno a tranquillizzarvi e a ordinare i vostri pensieri. Non c’è nulla di meglio che andare più spesso a Messa. L’Eucaristia sarà sempre il miglior cibo che possiamo ricevere.

Fate attenzione al pericolo di “fuggire dal problema”. A volte è meglio rimanere nella situazione per risolverla. La chiave di discernimento su questo punto è la sincerità con se stessi. Quella sincerità vi aiuterà a ponderare le attività che vi aiuteranno meglio a superare la crisi. Forse dovrete solo camminare e parlare con voi stessi. Il luogo migliore per riflettere sulla propria vita è dentro di sé. Bisogna compiere un viaggio, a volte lontano, dentro di sé per guarire le ferite.

“Allora dissi: “Signore, che devo fare?” E il Signore mi disse: “Àlzati, va’ a Damasco, e là ti saranno dette tutte le cose che ti è ordinato di fare”. E siccome non ci vedevo più a causa del fulgore di quella luce, fui condotto per mano da quelli che erano con me; e, così, giunsi a Damasco” (Atti 22, 10-11).

7. Pregate e vegliate

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L’ho messo all’ultimo posto ma è la prima cosa e la più importante di tutte. Ci sono persone che cercano di risolvere la vita da sé, fanno mille cose e non trovano mai la soluzione. Non vi è mai accaduto? A me sì. Capita quando ci chiudiamo in noi stessi e l’“io” diventa l’unica cosa visibile.

Pregare Dio farà sempre bene. Pregare è la comunicazione dell’anima con il suo Creatore, è un soffio sottile di vita che si può appena percepire. È una conversazione in silenzio, un dialogo intimo tra Padre e figlio. La preghiera tirerà sempre fuori dalla crisi, anche da quella che pensate non abbia soluzione. E poi bisogna vegliare. Vegliate sui vostri pensieri, sulle vostre azioni, sui vostri desideri… Vegliate perché il nemico non approfitti della debolezza che comporta la crisi e non cerchi di entrare a forza dentro di voi. Tenetelo fuori, e se sentite che si avvicina reprimetelo con forza, sempre in un clima di preghiera con Dio.

La preghiera è fondamentale per superare qualunque crisi! Se un figlio non chiede aiuto a chi lo può aiutare meglio, ovvero, Dio, sta sparando lontano dal bersaglio. “Prendete anche l’elmo della salvezza e la spada dello Spirito, che è la parola di Dio; pregate in ogni tempo, per mezzo dello Spirito, con ogni preghiera e supplica; vegliate a questo scopo con ogni perseveranza. Pregate per tutti i santi” (Efesini 6, 17-18).

Spero che questi sette consigli vi aiutino a superare la crisi che state attraversando. Se ancora non ne vivete una, vi serviranno per affrontarla quando arriverà, perché prima o poi la devono affrontare tutti. La crisi ci aiuta a concentrarci e a fissare lo sguardo sull’essenziale della vita, che è l’unione con Dio. Ne “Il Piccolo Principe”, si dice a ragione che “l’essenziale è invisibile agli occhi”. Non disperate e non abbiate paura! Vincete le crisi! Sono fatte per questo – perché alla fine possiate sempre trionfare con l’aiuto e il potere di Dio.

Qui l’articolo originale apparso su Catholic Link

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