Ricostruiamo cosa è accaduto da febbraio ad oggi tra il vescovo di Ferrara, il Vaticano e la Società di Vita Apostolica considerata “tradizionalista”
Il prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, il cardinale Luis Ladaria Ferrer, ha commissariato la Fraternità sacerdotale della Familia Christi a Ferrara – arrivata da Roma nel settembre 2016 e formata da una quindicina tra preti e seminaristi – inviando come «commissario plenipotenziario delegato della Santa Sede», il vescovo ausiliare di Roma, il gesuita monsignor Daniele Libanori, di origini ferraresi.
L’approvazione di monsignor Negri
La Società di vita apostolica di Diritto diocesano era stata approvata nel 2016 dall’allora vescovo di Ferrara, monsignor Luigi Negri. La decisione del commissariamento è stata assunta in seguito alla visita canonica effettuata, in diversi step, tra febbraio e settembre di quest’anno (La Stampa, 4 dicembre).
La visita canonica
L’obiettivo della visita, richiesta dalla curia guidata da monsignor Giancarlo Perego, è stato di verificare, in particolare, il discernimento delle vocazioni, la formazione, la vita comunitaria e la vita spirituale.
«L’esito – spiegano dalla curia di Ferrara – sarà comunicato con un decreto da cui dipenderà la futura attività della Fraternità Sacerdotale della Familia Christi» (La Nuova Ferrara, 26 maggio 2018).
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Tre compiti
Il decreto è arrivato l’1 dicembre 2018 con la pesante notizia del commissariamento. Ora Monsignor Libanori, come si legge nel documento del Vaticano, sarà chiamato a tre compiti specifici: assumere il governo della fraternità sacerdotale della Familia Christi, in sostituzione del superiore e del consiglio generale durante il periodo del commissariamento che non ha una scadenza stabilita; verificare la fondatezza degli elementi e delle conclusioni emersi dalla visita canonica alla medesima società; determinare, in collaborazione con la pontificia commissione Ecclesia Dei, eventuali futuri percorsi per la Familia Christi.
Secondo il Faro di Roma (5 dicembre) la messa in latino (messa tradentina) praticata dalla fraternità di ispirazione tradizionalista, sarebbe stata tra i principali motivi che hanno determinato lo scontro con vescovo e Vaticano.
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La lettera
Sul quotidiano ferrarese estense. com (7 febbraio), la lettera di un fedele che aderiva alla fraternità, spiegava che Familia Christi era stata trasferita dalla chiesa di Santa Maria in Vado (a partire dall’ 1 luglio 2018) alla Chiesa di Santa Chiara, sempre a Ferrara, ma anche in quest’ultima chiesa «che era stata temporaneamente assegnata loro in attesa di una nuova e più congrua collocazione, che non è mai arrivata», alla fraternità è stato proibito di celebrare messa. Segno ormai di uno scontro con la Curia ferrarese (e il Vaticano) che ne aveva logorato i rapporti.
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