Ci tocca lo spirito, il corpo e il cuore. Ci fa danzare, cantare e ridere. Eppure, quando ci troviamo di fronte agli ostacoli della vita e alle nostre paure, troppo spesso ignoriamo la gioia. La conseguenza è sempre la medesima: scivoliamo nello sconforto, nella collera e nella tristezza. Per ritrovare la gioia, bisogna imboccare la strada dell’apertura a Dio e agli altri.Realizzarsi unicamente a partire dal proprio ego rende infelici. Il vero compimento di sé passa per la profondità del nostro essere. Bisogna scoprire la profonda interiorità che ci lega a Dio. Ora, Dio ci invita a bandire la tristezza che può invadere i nostri cuori. «Dio si ricorda di ogni persona che Lo ama, Lo accompagna, Lo attende», ha recentemente ricordato Papa Francesco nel corso di una messa nella cappella della residenza Santa Marta.
In mezzo alle sofferenze e alle croci che solcano le nostre strade, la gioia viene dal Vangelo, è quella di sapersi salvati e rigenerati.
Il Papa dice di questa gioia che essa è «la carta d’identità del cristiano». Lo si può comprendere così: non può esserci cristiano senza gioia. Colui che ha il cuore gioioso vede diminuire le proprie tensioni interiori: non è più diviso in sé, io da una parte e Dio dall’altra… e gli altri da un’altra ancora. La gioia può sgorgare in modo permanente: è quello che i mistici chiamano “la perfetta letizia”, che non è altro da “la ritrovata gioia di vivere”.
Numerosi santi hanno evocato questa gioia di vivere. Ecco alcuni loro consigli per ritrovarla:
[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]