Spesso Hollywood fraintende la situazione delle anime del PurgatorioSappiamo bene che Hollywood ha immaginato varie volte come potrebbe essere l’Inferno, e visto che non nessun buon soggetto va sprecato, di tanto in tanto i registi hanno speculato anche sul concetto di Purgatorio. Il problema, considerando lo stato di confusione generale al di fuori dei circoli cattolici (e a volte anche al loro interno), è cosa sia esattamente il Purgatorio, e gli sforzi per rappresentare questo stato particolare dell’esistenza sono stati in effetti piuttosto carenti.
Non dovrebbe essere una cosa tanto difficile. Come ha spiegato Papa Giovanni Paolo II in un’udienza generale del 1999, “ciò che è destinato a Dio deve essere perfetto… [quindi] l’esigenza d’integrità s’impone evidentemente dopo la morte, per l’ingresso nella comunione perfetta e definitiva con Dio. Chi non ha questa integrità deve passare per la purificazione”. Alcuni, fondamentalmente, devono fare una sosta nel loro viaggio verso il Paradiso per essere “ripuliti” un po’ prima di entrarvi, e la Chiesa si riferisce a questa sosta come al Purgatorio. Piuttosto semplice, no? E tuttavia spesso Hollywood fraintende la condizione delle anime del Purgatorio. Vediamo qualcuno degli errori più interessanti.
Purgatory (1999)
Quando i fuorilegge in fuga arrivano alla piccola città di frontiera di Refuge, restano sorpresi trovando a gestire il luogo persone come Doc Holliday e Wild Bill Hickok. Viene fuori che Refuge è il luogo in cui vengono inviati i pistoleri morti per vedere se riescono a vivere senza violenza per 10 anni. Se lo fanno, riescono ad andare in Paradiso, altrimenti c’è sempre l’altro posto. Sfortunatamente si presenta un gruppo armato fino ai denti, e i cittadini di Refuge devono decidere se difendersi e rischiare l’Inferno o subire gli abusi e guadagnarsi il Paradiso. Con un avvio di questo tipo, il film cade nell’errore comune di considerare il Purgatorio una seconda possibilità per andare in Paradiso dopo la morte piuttosto che come una sosta per chi già ce l’ha fatta. Al di là della teologia di poco conto, è comunque un western abbastanza divertente.
Beetlejuice (1988)
Dopo che i Maitland muoiono in uno strano incidente automobilistico, il loro destino è quello di rimanere come fantasmi nella loro vecchia casa per i 125 anni successivi. Infastiditi dai nuovi proprietari dell’abitazione ma non abbastanza spaventosi da riuscire a cacciarli, i Maitland invocano il malizioso spirito Beetlejuice perché li aiuti a liberare la loro casa. Si scatena l’ilarità. Ovviamente Beetlejuice non dovrebbe essere considerato un punto di riferimento attendibile, ma si riesce a instillare l’idea che alcune brave persone non riescano subito a ottenere la ricompensa finale, e anche che l’attesa potrebbe essere spiacevole. In Beetlejuice, del resto, chi è colpevole di suicidio deve trascorrere il proprio tempo in “Purgatorio” svolgendo lavori socialmente utili.
Gabriel (2007)
Se volete vedere qualcosa che fraintende completamente il Purgatorio, Gabriel è il film che fa per voi. Nell’universo di questa pellicola, il Purgatorio è una sporca città da incubo piena di anime intrappolate di cui Paradiso e Inferno si contendono il controllo fin dall’inizio dei tempi. L’Inferno ha di recente preso il sopravvento, e l’arcangelo Gabriele arriva in città per scoprire cos’è andato storto. Credetemi, ci vorrebbe troppo per spiegare tutti gli aspetti stupidi di questo film. Basta dire che una pellicola in cui gli angeli si prostituiscono per sbarcare il lunario ha abbandonato qualsiasi legame con la vera teologia. Oltre a questo, non è un buon film, punto.
Ricomincio da capo (1993)
Ok, questo film è una specie di inganno perché il personaggio principale non muore davvero. Ad ogni modo, è impossibile guardare questo classico di Bill Murray senza pensare un po’ al Purgatorio. Quando un meteorologo scontento viene costretto a recarsi a Punxsutawney, in Pennsylvania, per la celebrazione annuale del Giorno della Marmotta, si ritrova misteriosamente a dover rivivere in continuazione la stessa giornata, spesso con risultati esilaranti. Solo dopo aver ammesso il vero stato della sua anima ed essersi liberato dai suoi modi rozzi ed egoisti il protagonista può andare avanti con la sua vita. Sicuramente non è proprio il Purgatorio, ma l’idea generale c’è. Ovviamente non dovremmo pensare che il vero Purgatorio sia così divertente.
Allucinazione perversa (1990)
Fin troppi film horror alla fine rivelano che i personaggi erano per tutto il tempo in Purgatorio, ma nessuno lo fa in modo efficace quanto Allucinazione perversa. La storia segue un postino sfortunato tormentato non solo dai ricordi della morte del figlio, ma anche dai flashback di un incidente in Vietnam che ricorda a malapena. Mentre si svela il mistero relativo a ciò che gli è accaduto durante la guerra, il nostro eroe inizia ad avere visioni di demoni che sembrano tentare di distruggere la sua anima. O in realtà stanno cercando di fare qualcos’altro? Ciò che aiuta a elevare Allucinazione perversa al di sopra degli altri film che parlano del Purgatorio è il fatto di approfondire un po’ la questione rispetto a questi. Il film riconosce che non sono solo i piccoli peccati che possono trattenere un’anima, ma anche un insano attaccamento alle cose positive di questa vita. Anche chi ne è affetto dev’essere liberato prima di poter entrare nella luce eterna.
E l’obiettivo finale è proprio questo, no? E allora, se delle tracce persistenti di peccato richiedono ad alcuni di noi di passare per il Purgatorio sulla strada verso il Paradiso va bene, anche se l’esperienza risulta in qualche modo simile a una delle idee bizzarre che ne ha Hollywood. È comunque meglio dell’alternativa.