Chi è il sacerdote dehoniano che accompagna la gente nelle proteste sociali e dona cibo a chi frugava nella spazzatura per trovare qualcosa da mangiareQuando si conosce Wilfredo Corniel Castellanos ci si rende conto di essere di fronte a un uomo convinto di seguire Gesù Cristo, perché il suo lavoro implica il fatto di assumere rischi e impegni di solidarietà con i più bisognosi e di praticare le opere di misericordia in mezzo alla crisi che si vive in Venezuela, soprattutto dando da mangiare agli affamati, visitando i carcerati e consolando gli afflitti.
Wilfredo appartiene ai Sacerdoti del Sacro Cuore di Gesù, una congregazione fondata dal religioso francese Léon-Gustave Dehon nel 1884 e giunta in Venezuela nel 1953. Vi è entrato nel 1997, quando dopo un incontro vocazionale che gli ha permesso di pensare a quello stile di vita si è detto “Perché no?”
Da due anni è parroco della chiesa San Miguel Arcángel di Caracas, nel cuore del quartiere El Cementerio, con 100.000 abitanti distribuiti in vari settori poveri. “La mia parrocchia ha un territorio di appena tre isolati, il resto sono colline e abitazioni umili in cui vive gente molto buona e molto bisognosa”, ha riferito ad Aleteia durante la consegna delle Ollas solidarias (Pentole solidali) a El Cementerio.
Il parroco della solidarietà e del selfie
Wilfredo è diventato popolare per il fatto di aver partecipato alle proteste organizzate a Caracas, soprattutto quelle che hanno provocato decine di morti nel 2017 per mano delle forze governative. Ci andava vestito da sacerdote e indossando un sombrero, con una bandiera nazionale e vari cartelli, tra cui quelli che recitavano “Beati coloro che lavorano per la giustizia e la pace” e “Protestare non è un crimine, uccidere sì”.
Ha pregato e aiutato i manifestanti aggrediti dalle forze pubbliche, e spesso accompagna gli anziani, i bambini malati di cancro dell’ospedale J. M. de los Ríos e altri pazienti cronici nelle loro richieste al Governo socialista di Nicolás Maduro.
La madre di Lorent Saleh, Yamile Saleh, ha ricevuto la sua solidarietà, insieme a sostegno morale e accompagnamento fino a ottenere la libertà del giovane ex prigioniero politico, ora esiliato in Spagna. Ha anche condiviso momenti significativi con il consigliere defunto Fernando Albán nella consegna di alimenti ai bisognosi della sua parrocchia.
“Questi atti di carità mi hanno fatto guadagnare l’appellativo di ‘cura guarimbero‘ (prete che protesta, n.d.t.) da parte di Diosdado Cabello, che mi ha definito così nel suo programma televisivo”, ha detto con una certa ironia riferendosi al secondo uomo forte del Governo venezuelano. “Come sacerdoti, però, il nostro compito è la solidarietà e l’impegno nei confronti dei più bisognosi”, ha affermato il dehoniano, nato a San Carlos (Cojedes) il 16 luglio 1975, che sul suo profilo di Facebook ha pubblicato varie fotografie stile selfie mentre svolge diverse attività.
Cibo ai bisognosi
Dal primo venerdì di Quaresima del 2016 padre Wilfredo Corniel, insieme a giovani e adulti della parrocchia di San Miguel Arcángel, ha avviato il progetto della Caritas venezuelana delle Ollas comunitarie per alleviare la fame, conseguenza della crisi umanitaria nel Paese. “La prima volta che siamo usciti in strada abbiamo consegnato sessanta pasti, tutti”, ha commentato. “Il numero aumentava, e alla quarta settimana erano più di cento le persone che ci aspettavano all’ingresso della parrocchia per ricevere cibo”.
Un pomeriggio, ha raccontato, da una macelleria della zona hanno portato via gli ossi per gettarli nella spazzatura. “Lì c’erano un uomo e un cane che si litigavano gli ossi gettati via. Si guardavano l’un l’altro come a dire: ‘Quest’osso è mio!’ Da allora ho assunto questo impegno con più rigore”.
“Intercettavamo la gente che andava a frugare nella spazzatura e le offrivamo un pasto dignitoso”, ha detto padre Wilfredo. Poi si è passati a un’altra fase: la creazione della fondazione Hazlo posible (Rendilo possibile, n.d.t.), con cui si realizzano altre attività sociali come servizio di parrucchiere e assistenza medica.
“Ho iniziato a formare una squadra di donne, madri, nonne che mi donavano cibo cucinato o materie prime e altre che si incaricavano di prepararle perché non ho una grande struttura; altri poi distribuivano il tutto”. Insieme a professionisti del settore è stato elaborato un progetto per mettere sotto osservazione i bambini denutriti. “Ora consegniamo una media di 350 pasti a bambini e adulti; il mercoledì e il venerdì mangiano circa 200 bambini, il venerdì nutriamo un centinaio di adulti”.
Attraverso un accordo con la fondazione Caracas Mi Convive e il suo progetto Alimenta la solidaridad si nutrono poi cento bambini di una scuola della zona interna del quartiere. “Sono cento bambini che ricevono ogni giorno del cibo alla fine delle lezioni, così non dovranno venire in chiesa. Stiamo anche progettando la creazione di una nuova mensa in un altro dei quartieri della parrocchia. Quello che noi sacerdoti e religiosi dobbiamo dimostrare in questo momento è la solidarietà”.