È la patrona della città spagnola di Valencia, e la statua deriva dal desiderio di un sacerdote di aiutare le vittime di bullismoVenerdì 24 febbraio 1409, padre Juan Gilberto-Jofre, un sacerdote mercedario, si stava recando alla cattedrale di Valencia (Spagna) per celebrare la Messa. In strada udì un grido e vide un uomo a terra che si copriva la testa con le braccia mentre una banda di giovani lo derideva e lo picchiava.
Padre Jofre corse verso di loro e chiese di smettere di fare del male a un figlio di Dio. L’uomo, che soffriva di disturbi mentali, venne poi portato dal sacerdote nel monastero dei Mercedari, dove fu ospitato e le sue ferite furono curate. La domenica successiva, a Messa, padre Jofre pronunciò la sua prima omelia sulle persone malate di mente.
Nel suo discorso, incluse anche una richiesta di fondi per istituire un luogo in cui queste persone potessero essere accolte e assistite. Fu così convincente che i mercanti, gli artigiani e gli uomini d’affari presenti a Messa diedero offerte generose. Ben presto vennero aperti una casa e un ospedale dedicati alla Vergine sotto il titolo di “Nostra Signora degli Innocenti”.
Il 29 agosto 1414 fu fondata una confraternita dedicata a prendersi cura dei malati mentali. Fu chiamata Confraternita di Nostra Signora degli Innocenti Pazzi e Abbandonati.
Accadde poi qualcosa che portò a cambiare il nome: una carestia colpì la regione, e molti bambini rimasero orfani. La confraternita estese rapidamente il suo campo d’azione, occupandosi anche dei tanti orfani che vagavano nelle strade di Valencia. Il nuovo nome fu Nostra Signora degli Abbandonati.
Padre Jofre e i suoi confratelli si resero conto che l’ospedale non aveva una stanza dedicata alla preghiera, e quindi costruirono un oratorio. Quando lo terminarono videro che mancava qualcosa, e quel qualcosa era una statua della loro patrona, Nostra Signora degli Abbandonati. Visto che non l’avevano a disposizione, iniziarono a chiedere aiuto nella preghiera per trovarne una.
La leggenda dice che poco dopo tre giovani bellissimi bussarono alla porta cercando rifugio, e si offrirono di intagliare la statua come pagamento per aver permesso loro di soggiornare lì. Chiesero solo di essere lasciati soli a lavorare per almeno tre giorni. I frati accettarono l’offerta.
Nei tre giorni stabiliti, i tre giovani rimasero chiusi a chiave nella stanza. I frati cercavano di origliare, ma non sentirono mai alcun rumore. Alla fine del terzo giorno bussarono ancora alla porta, ma nessuno rispose. Forzarono l’uscio, ma constatarono che i tre se ne erano andati. Chi erano quei giovani bellissimi? La loro identità non venne mai scoperta, ma la gente iniziò presto a credere che fossero angeli mandati da Dio. Cominciò così a diffondersi la leggenda “Elferen els angels” – “Fatta dagli Angeli”.
Al centro della stanza, i frati trovarono una splendida statua realizzata da quei ragazzi. Iniziarono a verificarsi dei miracoli, a cominciare da quello che coinvolse la moglie di un membro della confraternita: paralizzata e cieca, guarì completamente.
La statua è stata considerata “maestosa e protettiva”. La gente vedeva nell’immagine della Madonna una rappresentazione di bontà, misericordia e assistenza. Nel 1885 la statua venne chiamata Virgen de los Desamparados, o Nostra Signora degli Abbandonati, e dichiarata patrona di Valencia.
Oggi la statua è in mostra nella basilica omonima di Valencia. Ogni anno, la seconda domenica di maggio, si tiene un grande festival in onore di Nostra Signora degli Abbandonati.
Come ha affermato San Bonaventura, “Quando tutti gli aiuti umani vengono meno non dobbiamo disperare, perché in genere in queste situazioni estreme giunge l’aiuto divino di Maria”.
Virgen de Los Desamparados, Nostra Signora degli Abbandonati, prega per noi!