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Cristiani, islamici, ebrei: a Trieste tutti uniti contro CasaPound

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 19/10/18
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Firmato uno storico documento unitario. Le fedi per la prima volta insieme ad esprimere dissenso per il corteo nazionale del partito di estrema destra nel giorno della festa patronale

«Siamo preoccupati che le giovani generazioni vengano ‘avvelenate’ dal diffondersi di ideologie contrarie al rispetto della dignità umana, all’armonia e all’unità dei popoli, portando nella società orrore e odio».

Gli esponenti delle confessioni religiose di Trieste, che per la prima volta scelgono di sottoscrivere unitariamente un appello, affermano dunque di essere «uniti nel ricordare che condividiamo e sosteniamo con fermezza tesi che si ispirino alla pace, all’uguaglianza e alla solidarietà».

Il corteo

L’occasione di questo storico documento congiunta è la concomitanza, il prossimo 3 novembre, della celebrazione del santo patrono di Trieste San Giusto e del corteo nazionale in città annunciato da CasaPound nella stessa data. Un corteo che desta più di una preoccupazione.

Contro questo clima si riuniscono ora le comunità religiose. La lettera-appello è stata firmata dal rabbino capo di Trieste, rav. Alexandre Meloni, dall’arcivescovo cattolico, Giampaolo Crepaldi, dall’imam, Nader Akkad, dall’archimandrita greco ortodosso, padre Gregorios Miliaris e dal Protopresbitero serbo ortodosso, Rasko Radovicil.


CHARLOTTESVILLE
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“Messaggio chiaro”

Pur non volendo fare alcun riferimento diretto al corteo di CasaPound gli esponenti delle varie fedi e confessioni religiose esortano le istituzioni e la cittadinanza «a mandare un messaggio chiaro, affinché la nostra città, nel giorno della festa laica e religiosa di Trieste, sia risparmiata da manifestazioni di ideologie che richiamano ad un passato tragico» (Repubblica, 16 ottobre).

Il precedente a Trieste

Gli esponenti religiosi, in particolare, si dicono  «preoccupati per l’acuirsi di manifestazioni di razzismo e intolleranza in tutta Italia e in Europa, fenomeno che potrebbe portare ad un rinfocolamento di odi razziali e discriminatori che ricondurrebbero la nostra società indietro di 80 anni, a quel 1938 che fece di Trieste il megafono attraverso il quale il fascismo rese pubbliche le odiose le leggi razziali».



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Preghiera alla chiesa di San Giusto

«Noi cattolici in quel giorno andremo a San Giusto per un momento di preghiera che riguarda la nostra identità della chiesa cattolica – ha affermato don Ettore Malnati, vicario del vescovo per il Laicato e cultura – rispettare questo giorno, un giorno di festa per tutti coloro che sentono l’identità di Trieste. Non rispettarlo significa violentare il senso civico e religioso e mi rammarica che le istituzioni non abbiano avuto questa attenzione».

“Appello morale ed etico”

«Il senso di questa lettera – ha sottolineato il rabbino Alexander Meloni – è quello di fare un appello morale ed etico alla cittadinanza, andando oltre a quelli che possono essere le appartenenze politiche, e sono quanto mai felice che a questo appello abbiano risposto presente tutti i rappresentanti religiosi della città» (Il Piccolo, 17 ottobre).



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