Una incredibile storia di santità ci regala questa bambina francese che già a 4 anni desiderava la Comunione e dialogava con Gesù e il suo angelo custode
La sua tomba è situata nella cappella di famiglia nel cimitero di Annecy le Vieux, in Francia, ed è metà di pellegrinaggi tutto l’anno. Perché la piccola Anna de Guignè, venerabile, morta a 10 anni per una meningite, ha lasciato una testimonianza di fede fuori dal comune. Un esempio di giovanissima santità che nel periodo del Sinodo può essere testimonianza vera per migliaia di ragazzi.
Racconta la sua storia Francesco Maria Nocelli in “Giovani campioni – 20 storie di Santi a lieto fine” (edizioni Ares).
Anna, di buona famiglia, è una bambina ribelle, capricciosa, fin troppo vivace. Dopo la morte del padre, sul Fronte, durante la Prima Guerra Mondiale, la madre, rimasta vedova e con quattro figli da crescere, le chiede di cambiare. E Nanetta (così la chiamavano) da allora si trasforma: inizia una vita di tranquillità, preghiera, sacrifici quotidiani.
“Brucia troppo…”
Un giorno, all’età di 5 anni, durante l’applicazione di un impacco a scopo terapeutico, la mamma la sente esclamare: «Brucia troppo; ma, mio piccolo Gesù, te lo offro». Questo profondo cambiamento si accompagna a un incredibile innamoramento di Gesù, suo grande amico, nel quale cerca conforto, desiderando di conformarsi alla sua volontà.
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I fioretti
Scrive in piccoli biglietti le prime dichiarazioni di grandissimo affetto e di fiduciosa obbedienza alla volontà divina: l’amore per la mamma, mano a mano, diventa lo strumento per raggiungere pienamente virtù ammirate da tutti. Sono frequenti le rinunce ed «i fioretti» che offre a Gesù, quando lei esclama: «ho fatto il mio sacrificio».
La Comunione
Per Nanetta, tuttavia, il «faro» che illumina il cammino di conversione è Gesù Eucaristia: la prima Comunione, sua maggiore gioia, è desiderata fin da piccolissima. La preparazione per tale sacramento inizia, in un clima di grande intensità spirituale, all’età di quattro anni e mezzo. A cinque anni frequenta, con profitto, il catechismo assieme a bambine più grandi di lei. Data la sua giovane età, ha bisogno di una dispensa speciale; ciò avviene previo esame di un superiore gesuita che, interrogandola, la trova molto preparata e spiritualmente pronta, come se fosse un adulto.
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La paura del prete
Su un suo quadernetto, dove già da qualche anno annotava ciò che aveva capito delle omelie, scrive: «Mio Gesù, io ti amo e per piacerti, faccio il proposito di obbedirti sempre». Per la sua prima Confessione, quando le raccomandano di non essere intimidita, lei esclama: «La paura del prete! Ma come potrei averne, dal momento che rappresenta, e in lui agisce, nostro Signore?».
A sei anni riceve per la prima volta il Corpo di Cristo: era il 26 marzo 1917 Nanetta. Per l’occasione riceve in dono una piccola croce che – rivela la mamma – bacerà ogni sera, prima di andare a dormire. Il 10 aprile 1917 riceve la Cresima.
Gli scritti per Gesù
Tra i suoi piccoli scritti troviamo le seguenti affermazioni: «Che bello, mamma, sono felice! Gesù Bambino mi ha detto che mi ama più di quanto lo ami io!». E poi: «Capisco che spesso si soffra e si faccia fatica, ma per quale motivo ci preoccupiamo, se c’è Dio?». Ancora: «Voglio affidare tutte le mie sofferenze a Maria affinché in Cielo le offra a Gesù».
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Tutti i giorni
Crescendo, Anna vuole ricevere l’Eucaristia ogni giorno e chiede spesso la Confessione. La sua catechista afferma: «Era giunta a dimenticare sé stessa, come se non esistesse più».
Un giorno afferma: «Sulla terra si hanno delle gioie, ma non durano. L’unica gioia che dura è quella di aver fatto un sacrificio con amore». Le sue riflessioni, singolari in una bimba così piccola, destano stupore per bellezza e semplicità: «Basta invocare il tuo Angelo custode e lui ti aiuterà»; «Desidero per il mio Gesù un cuore puro come il giglio»; «Voglio affidare tutte le mie sofferenze a Maria affinché in Cielo le offra a Gesù».
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La malattia
Il 19 dicembre 1921 si trova a Cannes con la famiglia. Già sofferente per dolori reumatici, all’improvviso è assalita da un fortissimo mal di testa e di schiena e alcuni giorni dopo le viene diagnostica una meningite. La sua salute peggiora inarrestabilmente, segnata da sofferenze che appaiono lancinanti. Con incredibile forza, a 11 anni, ripete: «Voglio offrire le mie sofferenze, come Gesù sulla croce».
L’angelo custode
Anna muore all’alba del 14 gennaio 1922, dopo un’ultima conversazione con una suora che l’assiste: «Sorella, posso andare con gli angeli?». «Certo, cara piccolina». «oh, grazie, sorella, grazie ancora!». Poco prima aveva detto alla mamma e ai fratellini che le era apparso il suo Angelo custode.
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