di fr. Edgar Henríquez Carrasco
I santi sono una vera scuola per noi. Attraverso il loro esempio, ci rendiamo conto che si può essere santi anche oggi e troviamo testimonianze vive del fatto che la santità emerge sempre in un cuore disposto a donare tutto per amore di Dio.
Il 6 novembre 2016, Papa Benedetto XVI ha affermato che il “luminoso esempio dei santi” risveglia in noi “il grande desiderio di essere come i santi: felici di vivere vicini a Dio, nella sua luce, nella grande famiglia degli amici di Dio. Essere Santo significa vivere nella vicinanza con Dio, vivere nella sua famiglia. E questa è la vocazione di noi tutti”.
Siamo chiamati a imparare dai nostri “fratelli maggiori” che hanno dato tutto, che si sono donati completamente al Signore. Per questo, vorrei condividere con voi sette insegnamenti che ci hanno lasciato alcuni santi famosi. Parole semplici che lasciano intravedere la loro grande umiltà e vicinanza a Dio, due ingredienti necessari per essere santi.
1. “Perfetta letizia” – San Francesco d’Assisi
“Ecco, io torno da Perugia e, a notte profonda, giungo qui, ed è un inverno fangoso e così rigido che, all’estremità della tonaca, si formano dei ghiacciuoli d’acqua congelata, che mi percuotono continuamente le gambe fino a far uscire il sangue da siffatte ferite. E io tutto nel fango, nel freddo e nel ghiaccio, giungo alla porta e, dopo aver a lungo picchiato e chiamato, viene un frate e chiede: ‘Chi è?’. Io rispondo: ‘Frate Francesco’. E quegli dice: ‘Vattene, non è ora decente questa, di andare in giro, non entrerai’. (…) E io sempre resto davanti alla porta e dico: ‘Per amor di Dio, accoglietemi per questa notte’. E quegli risponde: ‘Non lo farò. Vattene al luogo dei Crociferi e chiedi là’. Ebbene, se io avrò avuto pazienza e non mi sarò conturbato, io ti dico che qui è la vera letizia e qui è la vera virtù e la salvezza dell’anima” (Scritti di San Francesco d’Assisi)
La “perfetta letizia” non è nelle gioie terrene, nel successo, nel riconoscimento, e neanche nella realizzazione personale. Sta nell’accettare ogni momento confidando nel fatto che Dio ci sostiene. È difficile prendere la mano di Dio quando veniamo colpiti nelle avversità. Si tende di più a gridare e a disperarsi per i problemi che ci angosciano. E se ci fermassimo un momento? Se vedessimo ogni situazione con l’impronta di Dio? È come scoprire le tracce divine intorno a noi, e quel giorno San Francesco si è reso conto proprio di questo.
Anche nei momenti più dolorosi della nostra vita, Dio è presente e riempie il nostro cuore di pace. E allora fermatevi un momento, riflettete e cercate le impronte di Dio! Se avete fiducia le troverete e vi renderete conto di ciò che è davvero importante, di quello che riempie il cuore, della gioia che si sperimenta essendo tutti di Dio.
2. “Minuto eroico” – San José María Escrivá de Balaguer
“Il minuto eroico. – È l’ora, esatta, di alzarti. Senza vacillare: un pensiero soprannaturale, e… su! – Il minuto eroico: ecco una mortificazione che fortifica la tua volontà e non indebolisce la tua natura” (Camino, 206).
60 secondi per dire “Sì” a Dio. 60 secondi per cambiare il proprio atteggiamento e vincere il mostro della pigrizia. San Josemaría capiva molto bene la psicologia umana, e per questo esorta i suoi a non titubare di fronte alle responsabilità. Appena suona la sveglia, la prima cosa da fare è offrire un “pensiero soprannaturale” e alzarsi immediatamente.
Se si ripete questa azione ogni giorno, si vedrà come migliorano la propria responsabilità e la prontezza nel rispondere alla chiamata di Dio. Un’abitudine che si forma ripetendo frequentemente le azioni. Questo minuto, anche se è difficile (e per questo viene definito “eroico”), porterà un notevole cambiamento di vita. Non mi credete? Provateci e seguite il consiglio di San Josemaría Escrivá al momento di alzarvi.
3. “v = V = S” – San Massimiliano Maria Kolbe
“È solo un’equazione. La v minuscola è la nostra volontà. La V maiuscola è la volontà di Dio. Quando queste volontà si scontrano si verifica il dolore, la sofferenza. Quando queste due volontà si identificano, quando la nostra volontà si identifica con quella di Dio, c’è la santità, la pace del cuore. Semplice, vero?” (Massimiliano Kolbe per Maria Winowska).
Questo grande santo, esempio di amore e di fede, ci invita a identificare la Volontà di Dio con la nostra. In sintesi, significa che il mio volere dev’essere quello di Dio. In questo modo si crea un’unione di volontà che ci porta a camminare nella santità e nella pace del cuore, sapendo che procediamo con passo saldo e in ogni momento stiamo realizzando il desiderio del nostro Creatore. È difficile? Sì, come tutto nella vita spirituale, ma dobbiamo almeno iniziare a pensarci.
Discernete (accompagnati da una guida spirituale) qual è la Volontà di Dio per la vostra vita, e poi discernete sui vostri desideri, su ciò che volete. Se scegliete il cammino, del bene vedrete che la Volontà di Dio e la vostra convergono in una stessa strada. Provateci!
4. “La malattia più grande” – Santa Teresa di Calcutta
“La più grande malattia dell’Occidente oggi non è la tubercolosi o la lebbra; è non essere voluti, non essere amati, e che nessuno si preoccupi per noi. Possiamo curare le malattie fisiche con la medicina, ma l’unica cura per la solitudine, la disperazione e la mancanza di speranza è l’amore. Tanti al mondo muoiono per un pezzi di pane, ma molti di più muoiono per un po’ d’amore. La povertà dell’Occidente è un tipo diverso di povertà – non è solo una povertà di solitudine, ma anche di spiritualità. C’è una fame d’amore come c’è una fame di Dio” (Il Cammino Semplice).
Madre Teresa conosceva molto bene il cuore umano. Ha saputo difendere e assistere i poveri che avevano bisogno di cibo e cure, ma ha saputo anche non esitare di fronte a tutta l’Assemblea delle Nazioni Unite esortando i leader mondiali a concentrarsi sui più deboli. Questa santa straordinaria ci mette in guardia su una grande malattia: la mancanza d’amore. Amare è divino, perché Dio è amore! Ogni volta che scegliamo di amare stiamo scegliendo Dio. San Giovanni della Croce diceva: “Dove non c’è amore, metti amore e trarrai amore”. Che grande verità nella vita del cristiano! Ci sono fame e sete d’amore. Rimarremo a braccia incrociate? Insieme a Madre Teresa vi invita ad amare, a scegliere consapevolmente l’amore. Solo così potrete guardare Dio in volto. Provateci!
5. “Cosa farebbe Cristo al posto mio?” – Sant’Alberto Hurtado
“Di fronte a qualsiasi problema, di fronte ai grandi della terra, ai problemi politici del nostro tempo, ai poveri, ai loro dolori e alle loro miserie, di fronte alla defezione dei collaboratori, alla scarsità di lavoratori, all’insufficienza delle nostre azioni… Cosa farebbe Cristo se fosse al mio posto? (…) Devo fare quello che penso farebbe Cristo” (A. Lavín, o.c., p. 24-25)
Papa Francesco ha chiamato questa domanda “il contrassegno” che non dobbiamo dimenticare. Sant’Alberto Hurtado ci insegna una chiave importante del discernimento. Piuttosto che rimuginare dentro di noi per capire cosa fare, dobbiamo chiedere a Dio cosa farebbe se fosse nei nostri panni. Cosa farebbe Cristo al posto mio? Di fronte alle situazioni di ingiustizia, alla povertà, alla violenza nelle strade, alla mia famiglia divisa, a quell’amicizia che sto perdendo… Cosa farebbe Cristo al posto mio?
Questo insegnamento deve accompagnarci per tutta la vita. Chiedete a Dio cosa farebbe e decidete di agire. Citerò ancora San Giovanni della Croce, un maestro della vita spirituale, che diceva: “Le opere sono amori, non buone ragioni”. E allora niente paura, pregate e chiedete a Dio!
6. “Solo Dio” – San Rafael Arnáiz
“Dio non mi chiede altro che amore umile e spirito di sacrificio… È la terza volta che per seguire Gesù abbandono tutto, e credo che questa volta sia stato un miracolo di Dio, perché solo con le mie forze non sarei potuto sicuramente venire in questa infermeria della Trappa a passare tribolazioni, fame nel corpo per via della mia malattia e solitudine nel cuore perché trovi gli uomini molto lontani. Solo Dio… solo Dio… solo Dio. È questo il mio motto, il mio unico pensiero” (Giovedì 16 dicembre 1937, Dios y mi alma: Notas de conciencia)
“Solo Dio”. Se il nostro motto è questo possiamo camminare con forza anche se arriva la tormenta più grande che possiamo immaginare. “Solo Dio” è il grido del cuore innamorato, del cuore che sa dove riporre le sue sicurezze. È il grido del cuore che ha compreso il valore dell’unica cosa che conta: il Signore – come Maria, che ai piedi di Gesù ascoltava con attenzione le sue parole senza altre preoccupazioni che guardare il Maestro.
Questo “Solo Dio” che ha guidato San Rafael Arnáiz è un atteggiamento profondo dell’anima, un abbandonarsi radicalmente nelle mani di Dio, un essere totalmente suoi, un distaccarsi dalle cose del mondo senza preoccuparsene. Che fiducia aveva questo fratello nei confronti di Dio! Imitiamo allora questo atteggiamento tanto santo che ci avvicinerà sempre più alle braccia del nostro Gesù e ci aiuterà ad alleviare il nostro cuore dalle angosce che ci invadono ogni giorno. Santa Teresa diceva lo stesso qualche secolo prima: “Solo Dio basta”, nessun altro, nient’altro. Solo Dio!
7. “L’ascensore divino” – Santa Teresa del Bambin Gesù
“Siamo in un secolo d’invenzioni, non vale più la pena di salire gli scalini, nelle case dei ricchi un ascensore li sostituisce vantaggiosamente. Vorrei anch’io trovare un ascensore per innalzarmi fino a Gesù, perché sono troppo piccola per salire la dura scala della perfezione. Allora ho cercato nei libri santi l’indicazione dell’ascensore, oggetto del mio desiderio, e ho letto queste parole pronunciate dalla Sapienza eterna: ‘Se qualcuno è piccolissimo, venga a me’. Allora sono venuta, pensando di aver trovato quello che cercavo, e per sapere, o mio Dio, quello che voi fareste al piccolissimo che rispondesse al vostro appello, ho continuato le mie ricerche, ed ecco ciò che ho trovato: ‘Come una madre carezza il suo bimbo, così vi consolerò, vi porterò sul mio cuore, e vi terrò sulle mie ginocchia!’ Ah, mai parole più tenere, più armoniose hanno allietato l’anima mia, l’ascensore che deve innalzarmi fino al Cielo sono le vostre braccia, Gesù! Per questo non ho bisogno di crescere, al contrario bisogna che resti piccola, che lo divenga sempre più. Dio mio, avete superato la mia speranza, ed io voglio cantare le vostre misericordie” (Manoscritto C, 2 vº-3 vº).
Santa Teresina ci lascia un’eredità di umiltà e infanzia spirituale molto profonda. Per avvicinarsi di più a Gesù, invece di crescere bisogna diminuire. Questo “farsi piccoli” è l’umiltà del cuore grato. Farsi piccoli perché Dio ci prenda tra le braccia e ci avvicini al suo cuore come fa un padre col figlio.
Santa Teresina ha capito molto bene cosa significa la fiducia in Dio, saperci curati da Lui, saperci amati fino all’estremo da un Padre misericordioso. Dobbiamo chiedere questo dono, il dono dell’umiltà, dell’infanzia spirituale. A volte ci complichiamo tanto la vita con piccolezze, con sciocchezze, cose accidentali e di scarsa importanza, mentre lì, davanti ai nostri occhi, c’è Dio che ci guarda e ci aspetta.
Rendiamoci piccoli perché Egli ci prenda tra le braccia e ci elevi al suo cuore, al Cielo! L’umiltà sarà sempre la chiave della conversione, riconoscere che abbiamo bisogno di Dio, che da soli non ce la facciamo… è questa la via dell’infanzia spirituale che la nostra grande Teresina di Lisieux vuole indicarci.
Spero che questi sette insegnamenti di sette grandi santi vi aiutino ad approfondire la vostra vita spirituale, vi esortino a ricercare la santità e aprano davanti a voi grandi cammini di speranza. La santità è possibile, tutti possiamo raggiungerla facendo quello che dobbiamo fare e stando dove dobbiamo stare.
Discernimento, umiltà, fiducia, mansuetudine, vicinanza e docilità sono alcune chiavi che questi santi ci danno per avanzare ed essere più vicini al cuore di Gesù. Coraggio, non abbiate paura e andate avanti! Avete tutto il sostegno della preghiera della Chiesa, la compagnia degli angeli custodi, il tenero amore di Maria e l’intercessione dei santi per crescere nella vostra vita spirituale. Provateci e vedrete come cambierà la vostra vita quando sarete più vicini a Dio! Dio vi accompagni e vi benedica in questo cammino!
Qui l’originale.