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Caterina è sola, ha una figlia ed è di nuovo incinta. Abortire è l’unica soluzione?

DONNA, LACRIME, VISO
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Paola Bonzi - pubblicato il 18/10/18
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L’aborto per molte donne è come l’uscita di emergenza da una situazione angosciante. Ma tante desiderano essere fermate; vogliono solo essere ascoltate e aiutate, come Caterina: abbandonata e umiliata dal compagno…

Mi hai imbrogliato! Sei stata con me e ti sei fatta mettere incinta pensando di legarmi a te un’altra volta.

Così il padre di Monica, 4 anni, andatosene dalla famiglia, si rivolge a Caterina, che sta soffrendo molto per questa separazione.

Sono infatti gravida di 2 mesi, ma questo bambino, senza di lui, non lo voglio e ho già anche il foglio per l’intervento.

Come sempre queste frasi così dure e definitive mi fanno stare male.
Qual è la colpa di questo piccolo bimbo?



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Mi sembra la legge della giungla: chi è grande e forte la vince sempre su chi è debole, piccolo e indifeso.
Come altre volte mi è capitato di dire, quel posto tiepido vicino al cuore della mamma, là dove si dovrebbe godere della sicurezza più assoluta, è proprio quello dove si rischia di perdere la vita.
E’ il posto che ancora da adulti sogniamo e che si palesa a livello onirico come rifugio per le nostre ansie notturne.
Caterina è quindi rimasta sola con Monica e la sua mamma malata di cancro ai polmoni.
Nessuno la consola e nessuno la aiuta.
Lui arriva ogni tanto, le lascia 50 o 100 euro, che definisce “la mancia”, per le necessità della figlia, senza preoccuparsi di nient’altro.
Lei è disoccupata e certamente in gravidanza non troverebbe nessun datore di lavoro.
Che cosa fare?
Naturalmente a livello razionale la risposta è abortire.
Ci sarà l’affitto di casa, la spesa da fare, gli abiti per la piccola….

Caterina, lei ha tutte le ragioni del mondo, forse poteva tenerlo un po’ più lontano quest’uomo, ma il bambino che ora c’è, è stato chiamato alla vita, probabilmente alimentando in lei delle illusioni, e ora cosa succede?
La sua esistenza è come quella di Monica, alla quale lei non si immaginerebbe neanche lontanamente di fare del male.
E questo piccolo invece?
Forse è troppo piccolo per essere preso in considerazione, ma il suo cuore già batte e i suoi organi sono già tutti abbozzati.
Vuole vedere com’è la fotografia di suo figlio a quest’epoca gestazionale?


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Apro il magico libro di Lucia “La vita umana: prima meraviglia” alla pagina che riporta il feto a due mesi e mezzo di gestazione.
Le mani un po’ le tremano e dai suoi occhi scivolano come gocce di pioggia.

Caterina, lei sta piangendo; ascolti le sue lacrime!
Noi siamo con lei. Non potremo sostituire la figura paterna, ma starle vicino perché nulla le manchi, quello sì. Facciamo un bel progetto insieme.
L’affetto e gli aiuti ci saranno sempre.


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Solleva un po’ il viso e io le porgo un fazzolettino. Spesso le nostre mamme piangono e i fazzolettini e le caramelle sono sempre pronti sul mio tavolino. La sua espressione si addolcisce, mentre continua a guardare la fotografia che le ho mostrato.

Sono sicura che mi aiuterete, l’avete fatto anche per la mia prima bimba. Di voi mi fido e voglio correre questa avventura poiché adesso non mi sento più da sola.

Caterina infila una mano nella borsa e tira fuori il certificato pronto per interrompere la gravidanza. Lo straccia, facendolo in mille pezzi.

Ecco, ora non mi serve più.

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