La soluzione a questo problema della nostra società potreste essere proprio voiSiamo nel mese delle missioni, ed è interessante notare come si susseguono i mesi tematici. A maggio, per esempio, veniamo abbracciati dalla Madonna. Maria ci esorta poi alle vocazioni, che in Brasile si celebrano nel mese di agosto.
Una volta chiamati dobbiamo immergerci nella Parola di Dio, senza poi tornare indietro. Non torniamo al nostro mondo interiore, ma andiamo in missione. È importante percepire come la Chiesa sia saggia e ci sia sempre qualcosa da scoprire. Seguendo questa dinamica, nel mese di settembre sottolineiamo la Parola, perché questa ci esorta alla missione.
Mi sento privilegiato per il fatto di trovarmi alla guida di una missione importante come l’Obra Evangelizar é Preciso, consacrata a Gesù delle Sante Piaghe e a Nostra Signora del Carmelo, e noto che tutte le grandi novità nell’evangelizzazione vengono annunciate proprio nel giorno di Santa Teresina. Questo, infatti, è stato il mandato di Nostro Signore Gesù Cristo, che ha detto: “Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura” (Mc 16, 15).
Papa Giovanni Paolo II ha fatto riecheggiare queste parole di Gesù quando ha detto che molti sono battezzati ma pochissimi sono evangelizzati
Il nome di Gesù non è mai stato tanto pronunciato e diffuso, ma purtroppo come un “fast food spirituale” che risolve i problemi di tutti.
L’unico modo di lottare contro la leggerezza di una fede banalizzata è portare le persone a un’esperienza profonda con Gesù, riscattandole per Lui.
La Chiesa in Brasile lancia la sfida chiedendo un’evangelizzazione che coinvolga la persona, la comunità e la società – sfida che diventa ancor più grande quando ci chiediamo se evangelizzare secondo le parole di Gesù, “Vi farò pescatori di uomini”, significhi pescare in acquario o ridurre la nostra evangelizzazione a omelie ben preparate per chi frequenta la Chiesa.
Evangelizzare non dovrebbe significare essere disposti a trasmettere in modo rinnovato, attuale, le verità del Vangelo perché possano essere comprese da tutti coloro che sono oltre le mura delle nostre chiese?
La Chiesa ci sfida a evangelizzare e a riportare indietro i cattolici “occasionali”, quelli che vanno in chiesa solo per essere battezzati o quando i dispiaceri della vita fanno sì che si cerchi la Chiesa come un “supermercato di grazie”.
La sfida dell’evangelizzazione diventa maggiore quando siamo chiamati a “gettare le reti in acque più profonde”, per riscattare i giovani sempre più lontani dalla Chiesa, e da cui quando invece la frequentano esigiamo che si comportino come adulti e anziani.
È necessario ricordare che i protagonisti dell’evangelizzazione di questo millennio non sono necessariamente i sacerdoti, ma i laici chiamati a evangelizzare attraverso la testimonianza di vita, le opere e la fede.
Dio non è un “supermercato di grazie”, e non dobbiamo volergli strappare qualcosa.
Una vera evangelizzazione non passa per la paura, ma per il rispetto nei confronti di Dio. Una vera evangelizzazione passa per la giustizia e per la promozione della persona umana. Una vera evangelizzazione passa per l’esperienza che ciascuno fa di Dio.
Se evangelizzare è una necessità urgente e se siamo evangelizzatori, allora come evangelizzare?
Per noi che siamo evangelizzatori, evangelizzare significa accogliere ogni persona che arriva.
Evangelizzare significa accogliere chi inciampa nel percorso della vita e si è allontanato dalla grazia.
Evangelizzare significa tendere il braccio a chi è caduto. Evangelizzare significa offrire una nuova possibilità a chi si vuole redimere.
Evangelizzare significa accogliere e riportare indietro la pecora ferita che ha già sofferto tanto nel mondo e ha preso troppi colpi da falsi pastori.
Evangelizzare significa essere il “buon samaritano” che apre la porta delle nostre chiese perché le persone lontane si avvicinino. È essere il “buon samaritano” che apre il cuore per accogliere chi è disperato.
Evangelizzare significa dire ciò che ha detto Gesù e fare ciò che Egli ha fatto.
Evangelizzare significa salire le scale o prendere l’ascensore e avere il coraggio di riunire i propri condomini in una novena di Natale. Significa creare legami di amicizia e profonda fraternità per il bene di qualcuno che ha bisogno di una persona vicina.
Evangelizzare significa accorciare le distanze, è essere ponti dove ci sono inimicizie, è saper creare situazioni in cui il bene comune parli più forte e la giustizia di Dio possa manifestarsi. L’umanità è affamata di Dio e non è giusto lasciare che viva di briciole. Non possiamo dimenticare l’insegnamento della moltiplicazione dei pani. L’umanità è assetata di acqua viva e si avvelena di acqua contaminata da paura, violenza e insicurezza. Non è giusto lasciare che l’acqua pura e cristallina scorra solo negli atri delle nostre chiese.
Credo in un’evangelizzazione fatta da molte mani e molte voci, ma rette da un unico maestro, Gesù Cristo, con un ritmo guidato dalla nostra Madre e Maestra, Maria, nella sacra tradizione del Magistero dell’Eucaristia.
Credo in un’evangelizzazione fatta ad arte, come una grande sinfonia, in cui non tutto è armonia e ogni strumento è importante e singolare.
Evangelizzare è necessario perché è nella Parola di Cristo che troviamo gli strumenti necessari a risvegliare le coscienze addormentate e rilassate, che seminano valori contrari alla famiglia, alla fedeltà, al rispetto e all’amore.
Padre Reginaldo Manzotti è fondatore e presidente dell’Associazione Evangelizar é Preciso, che favorisce l’evangelizzazione attraverso i mezzi di comunicazione, e rettore del Santuario di Nostra Signora di Guadalupe a Curitiba. Presenta quotidianamente programmi radiofonici e televisivi. Il suo sito è http://www.padrereginaldomanzotti.org.br/. Facebook: http://www.fb.com/padrereginaldomanzotti. | Twitter: @padremanzotti | Instagram: @padremanzotti | Youtube: youtube.com/PadreReginaldo Manzotti