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Evangelizzare non è proselitismo, è un atto d’amore

Temps d'accueil autour d'une boisson chaude lors d’un Week-End Mission Prière Service (WEMPS).

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Jesús Colina - pubblicato il 15/10/18
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Mentre Papa Francesco ha istituito un mese missionario straordinario per l’ottobre 2019, l’arcivescovo Giovanni Pietro Dal Toso, presidente delle Opere pontificie missionarie (OPM), è tornato sul senso dell’evangelizzazione. Ricordando che la Chiesa «non esiste se non per evangelizzare», egli ha spiegato che essa «non può privare gli uomini della Buona Notizia che essi sono amati da Dio e salvati da lui».

Esiste una confusione storica e persistente in numerosi milieux e nei cuori tra annuncio dell’evangelo e proselitismo. È partendo da questa constatazione che l’arcivescovo Giovanni Pietro Dal Toso, recentemente nominato presidente delle Pontificie Opere Missionarie da Papa Francesco, è tornato sul senso dell’evangelizzazione in occasione del Congrès Mission che si è svolto a Parigi dal 29 al 30 settembre.


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Evangelizzare, ha dichiarato, significa

dare all’uomo l’esperienza del Dio che l’ama al fine che quest’uomo, questa donna, apprenda ad amare in pienezza. È anzitutto per amore di quest’uomo e di questa donna che siamo chiamati a evangelizzare.

Non si tratta di

difendere un’ideologia o di vendere un prodotto – tanto Papa Francesco quanto Papa Benedetto direbbero che non si tratta di proselitismo – si tratta di salvare l’uomo insegnandogli il cammino dell’amore così come Cristo l’ha mostrato per mezzo della sua parola e della sua vita.


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Se si torna all’origine della parola “evangelizzare”, essa significa «portare l’Evangelo, la buona notizia che è Cristo». L’arcivescovo ha correttamente ricordato:

Lasciando questo mondo, egli ha incaricato gli apostoli esattamente di questo compito: «Andate e annunciate l’Evangelo a tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo».

Dio ha voluto la Chiesa perché essa manifesti all’uomo, e anche all’uomo di oggi, che Dio vuole salvarlo. Ecco perché la Chiesa non esiste se non per evangelizzare.

Attenzione,

non è che la missione esista perché si dà una Chiesa. È a causa della missione che la Chiesa è stata istituita. La Chiesa non può privare gli uomini della Buona Notizia che essi sono amati da Dio e salvati da lui.



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«È grazie alla missione che la Chiesa resta vivente»

La Chiesa non è stata fondata come “conforto” dei cristiani, ma per annunciare l’Evangelo a tutti gli uomini. «Se essa cessasse di farlo, non sarebbe più la Chiesa quale Cristo l’ha voluta», ha avvertito l’arcivescovo Giovanni Pietro Dal Toso.

È grazie alla missione che la Chiesa resta vivente. San Giovanni Paolo II ha scritto che la missione testimonia della maturità della fede. Lì dove la fede è vivente, anche la missione è vivente. Nel medesimo senso, Papa Francesco ha affermato che la missione è il paradigma di ogni azione della Chiesa.



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Poiché verso la missione è coinvolta la responsabilità di tutta la Chiesa, Papa Francesco ha voluto un mese missionario straordinario, che sarà celebrato nell’ottobre 2019. Il tema scelto: «Battezzati e inviati. La Chiesa di Cristo in missione nel mondo». L’arcivescovo Giovanni Pietro Dal Toso ha affermato:

Sarà l’occasione per risvegliare la cura missionaria il cui bisogno oggi è estremo, e di cui anche questo congresso è testimonianza. Vogliate pensare concretamente a come potreste valorizzare questo mese missionario straordinario, con delle iniziative di preghiera, di missione, di carità.

[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]

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