Chiara ha incontrato Angelo alla stazione Termini, voleva morire prima che lei lo ascoltasse. “La sua disperazione aveva trafitto il mio cuore troppo profondamente, non potevo e soprattutto non volevo più tirarmi indietro”di Chiara Amirante
L’incontro con Angelo mi ha segnato moltissimo. Era un ragazzo alla stazione Termini, steso a terra immobile, che non si capiva se fosse morto oppure se avesse un collasso da overdose. E lì mi sono detta: «Quel ragazzo forse sta morendo e allora devo andare a vedere».
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Dopo qualche giorno da quell’incontro, Angelo mi ha detto:
Sono due giorni che ti cerco. Quando sei arrivata, mi ero appena ripreso dalla quarta overdose in due giorni perché avevo deciso di farla finita e di spegnermi per non dover affrontare questo mondo così terribile. L’aver incontrato una persona come te, che si è fermata per più di un’ora ad ascoltare un disperato come me, mi ha fatto comprendere che se ci fosse anche solo una persona sulla terra come te, disposta a spendere il suo tempo ad ascoltare ragazzi come noi, allora vale ancora la pena vivere. E poi quella gioia che ho visto nel tuo sguardo… ora so che esiste anche su questa terra. Voglio trovarla anche io!.
Mi ha mostrato la scritta che aveva disegnato su un muretto della stazione prima di tentare per l’ennesima volta il suicidio, un grido che voleva lasciare perché chiunque fosse passato nel posto in cui aveva deciso di farla finita la potesse leggere: «Nonostante la vostra indifferenza, noi esistiamo!». Quella frase mi è entrata come una spada nel cuore. È stato come se per la prima volta avessi realizzato quanto l’indifferenza uccide, mentre un semplice ascolto può portare una persona disperata a decidere di non ammazzarsi.
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Di fronte al dolore, toccavo con mano che il problema non era tanto uscire da certi circoli viziosi, quanto fosse assolutamente necessario fare un percorso spirituale capace di portare a un’esperienza che dischiudesse nuovi e meravigliosi orizzonti: l’incontro con Cristo Risorto che ha preso su di sé ogni nostra sofferenza per rendere leggera e dolce ogni nostra croce, che ha preso su di sé la morte e l’ha sconfitta per donarci di vivere già su questa terra la pienezza della sua gioia.