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Sinodo: nascono i laboratori digitali. Al via la piattaforma #Giovani&Chiesa

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 12/10/18
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Giovani delle parrocchie, seminaristi e persino un sacerdote potranno interagire per scambiarsi liberamente opinioni sui temi dell’assemblea sinodale. E fare proposte

Un Sinodo che guarda ai giovani non poteva rinunciare ad una piattaforma digitale 2.0. E così è nato il progetto #Giovani&Chiesa, con l’obiettivo di far discutere i giovani italiani sulle tematiche dell’assemblea sinodale e sviluppare dei laboratori di idee virtuali.

E’ un modo, dunque, per ampliare la platea dei destinatari dei messaggi sinodali, allargare i giovani vicini alla Chiesa e fare in modo che si sentano più attivi nella diffusione di idee e processi decisionali.

Pastorale digitale

L’idea e la regia sono del Centro di Coordinamento Pastorale (COP), che «da qualche anno impegnato nella ricerca in pastorale digitale – che non è una pastorale altra, ma una particolare declinazione della missione evangelizzatrice della Chiesa», ha spiegato monsignor Domenico Sigalini, presidente del Centro.



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Oltre il Sinodo

«#Giovani&Chiesa – prosegue monsignor Sigalini – è pensata per il tempo del Sinodo ed oltre il Sinodo, per gruppi di giovani delle parrocchie, per classi di scuola superiore, per gruppi di seminaristi, per operatori pastorali». Ma «il Cop – sottolinea il presidente – non è fermo al progetto: i contenuti che esprimono il metodo del Sinodo – il discernere fatto dal ‘Riconoscere, interpretare e scegliere’ – cominciano a prendere corpo, anche attraverso i laboratori e Twitter».



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“Dialoghi on line”

Inoltre, «c’è online anche un sacerdote per accompagnare, con un dialogo che non vuole chiudersi al contesto della rete, ma che rimanda alla realtà ecclesiale in cui le persone vivono ed incoraggia il dialogo con la loro Chiesa particolare». Così, conclude monsignor Sigalini, «i dialoghi online via via prendono forma» (Agensir, 12 ottobre).

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Iakov Filimonov – Shutterstock

L’accesso al web

Il tema digitale era stato ripreso in più parte nell’Instrumentum laboris in cui leggiamo, tra l’altro: «Gli ambienti digitali hanno un potenziale senza precedenti nella storia per unire persone geograficamente distanti. Lo scambio di informazioni, ideali, valori e interessi comuni è oggi più possibile di ieri. L’accesso a strumenti di formazione online ha aperto opportunità educative per i giovani che vivono in aree remote e ha reso l’accesso alla conoscenza a portata di click» (34).

E si aggiunge: «Per ignoranza e scarsa formazione, i pastori e in generale gli adulti stentano a comprendere questo nuovo linguaggio e hanno tendenzialmente paura (35)».



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Attenzione alle relazioni “disumane”

Questi i rischi: «Da un punto di vista antropologico, l’irruzione delle tecnologie digitali sta cominciando ad avere impatti profondissimi sulla nozione di tempo e di spazio, sulla percezione di sé, degli altri e del mondo, sul modo di comunicare, di apprendere, d’informarsi» (57). «Le relazioni on-line possono diventare disumane. Gli spazi digitali ci rendono ciechi alla fragilità dell’altro e ci impediscono l’introspezione» (58) (Il Regno, 11 ottobre).

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