DeOndra abita col fratello a Los Angeles ed è la vera star di casa: sul palco è un vulcano di energia ed è ambasciatrice per la Global Down Syndrome Foundation
Il suo vero nome è Eric Marlon Bishop, ma per tutti è Jamie Foxx e per me che scrivo è soprattutto Django. Credibilissimo come animo coraggioso, ferito e buono; il suo sguardo gli permette di essere altrettanto forte come cattivo, sul grande schermo; anche come cantante è talentuoso.
Quando una star mondiale sceglie di condividere con il pubblico una parte della sua storia privata, lo fa sapendo di mandare un messaggio forte e chiaro.
Sii chi devi essere
Nonostante i tanti premi vinti da Jamie, la vera star di casa, è un’altra. Sua sorella minore DeOndra Dixon vive con lui a Los Angeles dal 2002, dopo essersi diplomata e i due formano una coppia comica esplosiva tutte le volte che appaiono assieme. Lei ci tiene molto a precisarlo: “Sono io quella che lo fa ridere!” (da Today).
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Jamie racconta con dovizia di particolari di quella volta che stava preparando il video per il suo pezzo Blame it, quasi un all-star movie viste le comparse di Ron Howard, Samuel L. Jackson, Forest Whitaker, e la sorella gli ricordò con piglio deciso di non dimenticarsi di lei, perché voleva ballare davanti alla telecamera. Quincy Jones la notò proprio in quel video e ne fece un’ambasciatrice per la sua Global Down Syndrome Foundation.
Perché sì, DeOndra è nata 33 anni fa con un cromosoma in più; era un periodo in cui, nota Foxx, la conoscenza e le terapie per la sindrome di Down non avevano ancora raggiunto risultati eccellenti come oggi. Nel tempo le cose sono molto migliorate, tanto da garantire a queste persone una vita fatta di studio, lavoro, sport, anche matrimonio; compatibilmente con la situazione particolare di ciascuno. Nella famiglia di Deondra non sono mai state messe barriere al suo rapporto con la realtà, dall’andare a scuola in autobus al gioco nei parchi pubblici, senza isolarla in luoghi di ricreazioni speciali. Jamie si dice molto orgoglioso della madre che ha educato la figlia dicendole: “Vai, e sii chi deve essere!”
E lui, la star di Hollywood? Lui si sente semplicemente il fratello maggiore, che ha insistito per averla vicina. Perché, anche se è vero che non va preclusa a questi disabili ogni possibilità di inserimento nella vita quotidiana dei mestieri e della socialità, è altrettanto necessario non dimenticare che hanno bisogno di un’assistenza specifica.
Il privilegio, ma in inglese si dice blessing – benedizione -, di essere diventato una persona senza ristrettezze economiche ha dato a Jamie Foxx la possibilità di accogliere Deondra nella sua casa di Los Angeles, garantendole ogni supporto che le sarà necessario in futuro. Lei, a quanto pare, apprezza soprattutto l’aspetto mondano della vita di suo fratello: tutti sono d’accordo nel definirla l’anima della festa; memorabile la sua apparizione ai Grammy Awards del 2010 in cui ballò insieme a Jamie davanti a migliaia di spettatori, ma anche la sfilata di moda in cui rubò la scena a Eva Longoria.
Amare, ridere, ballare
In fondo, la sua esuberanza ci aiuta a mettere a fuoco ciò che dovrebbe essere ovvio ma ovvio non è più: la sindrome di Down è ancora giustificazione per molti aborti terapeutici, ed è perciò un bene che chi sta sotto le luci dei riflettori faccia vedere quanto ingiustificata sia la scelta di non accogliere un bambino con un cromosoma in più.
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Diamo un nome onesto a queste cose: non è “per il bene del feto” che lo si sopprime, ma per il nostro bene o meglio per la nostra paura di fronte alla malattia. Può certo inoltrarci in territorio che non avevamo messo in conto, di fronte a cui possiamo sentirci inadeguati, ma la nascita di un bambino con la sindrome di Down non procura dolore alcuno: procura la vita al nascituro e ai genitori un orizzonte nuovo per domande e risposte sul senso complessivo di sé e di ogni essere umano. Che sia un dono meraviglioso esserci, lo testimoniano tanti volti come DeOndra che definiamo speciali per non usare termini spiacevoli come “malati”, “diversi”.
La parte più disarmante dell’intervista di Jamie Foxx a Today è il racconto della quotidianità con la sorella. Da un divo di Hollywood ci si potrebbe aspettare un monologo con eccellenti effetti speciali, un tripudio di sentimentalismo e sguardi ammiccanti. Invece lui guarda in basso e poi dice: “Mi fa capire cos’è la vita”. Un flusso ininterrotto di superfluo copre la vista di chi ha ottenuto tanto dalla vita.
Il rischio, ammette il premio Oscar, è quello di finire a pensare a cose stupide come “oddio, come mi sta male addosso questo colore!”, c’è bisogno di tenere i piedi per terra e ricordarsi qual è la vera sostanza della vita. DeOndra ha delle preferenze molto chiare in merito: amare, ridere, ballare.
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Sono tre verbi solo apparentemente leggeri; a chi storce il naso dicendo che la vita è fatta anche di cose serie e che ci riempiono di lacrime, si può – sommessamente – ricordare che proprio le persone più ferite dalla realtà sono maestre di leggerezza, cioè della virtù della gratitudine. Solo un uomo che ha combattuto le sue battaglie quotidiane può ringraziare Dio, amando ridendo e ballando. Penso al serissimo re David che quasi si umiliò per manifestare tutta la sua gioia a Dio:
Davide danzava con tutte le forze davanti al Signore ( 2Sam 6,12)
Anche questi sono i tempi giusti per ballare scalzi o fare qualsiasi gesto di esultanza in nome della vita.
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