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La toccante lettera del vescovo che lascia tutto per diventare monaco trappista

LORENZO VOLTOLINI
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Pablo Cesio - pubblicato il 19/09/18
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“Non fuggo dal mondo, vi entro in una dimensione diversa, quella contemplativa”, afferma. Ecco le immagini del monastero, luogo di paceLorenzo Voltolini, arcivescovo di Portoviejo (Ecuador), ha sorpreso tutti. Nato il 20 maggio 1948 a Poncarale (Brescia), dopo l’ordinazione sacerdotale è stato inviato come missionario in Ecuador per lavorare nella diocesi di Latacunga.

Col passare degli anni, Papa Giovanni Paolo II lo ha nominato vescovo ausiliare di Portovejo, e nel 2007 è stato nominato arcivescovo di quell’arcidiocesi da Benedetto XVI. Negli ultimi giorni, dopo circa un quarto di secolo come vescovo, Papa Francesco ha accettato la sua rinuncia per limiti di età (70 anni).

Quello che fino a questo momento potrebbe sembrare un percorso comune come missionario, sacerdote e vescovo in una regione dell’America Latina, negli ultimi mesi si è trasformato in notizia quando è trapelata una sua decisione singolare – e che non ha nulla a che vedere con scandali, accuse o crisi di fede –, confermata attraverso una toccante lettera diffusa anche dalla Conferenza Episocopale Ecuadoregna.

“Mi sento piuttosto stanco a livello spirituale, e penso che molti l’abbiano notato, soprattutto dopo il terremoto del 2016, che ha sconvolto il ritmo della mia vita e di quella di tutta l’arcidiocesi di Portoviejo. Penso che sia saggio lasciare il posto a un’altra persona più giovane e in grado di gestire una Chiesa locale che attraversa una crisi positiva di crescita”, ha affermato.

Voltolini ha riferito che dal 2007 ha iniziato a frequentare assiduamente il monastero trappista di Santa María del Paraíso a Salcedo, nella provincia di Cotopaxi, uno splendido luogo di pace che potete scoprire in queste immagini:

“Presentando la mia rinuncia, ho riferito al Santo Padre anche questo fatto ed egli mi ha concesso questa grazia. Per questo, a novembre entrerò in monastero per diventare monaco di Santa María del Paraíso”, ha indicato Voltolini, annunciando al contempo di essere stato accettato come monaco della comunità.

“La vita missionaria e quella di vescovo mi hanno fatto capire che senza la preghiera e una profonda vita interiore la Chiesa non progredisce e non sopravvive. Ora sarò a disposizione di tutti, più di quando ero parroco o vescovo, perché nella vita contemplativa potrò arrivare a tutti nel Signore con un ausilio che ridarà a voi freschezza nella fede e preparerà me all’incontro con Dio per sempre”, aggiunge in un altro passo della sua lettera.

“Ringrazio e ricordo tutti. Non fuggo dal mondo, ma vi entro in una dimension diversa, la dimensione contemplativa”, conclude il presule, che con il suo gesto non vuole fuggire, ma servire appunto tutti in un modo diverso.

Ecco il testo completo della lettera:

Portoviejo, 14 settembre 2018

11° anniversario come arcivescovo di Portoviejo

Preferisco il Paradiso!!!

Cari amici,

il Santo Padre ha accettato la mia rinuncia come arcivescovo di Portoviejo, che gli avevo presentato nel mese di luglio.

Ho “solo” 70 anni, 11 dei quali vissuti a Poncarale, 15 in seminario, 5 a Passirano come vicario parrocchiale, 14 a Latacunga come parroco e circa 25 a Portoviejo. 44 anni di sacerdozio, dei quali circa 25 come vescovo.

Mi sento piuttosto stanco a livello spirituale, e penso che molti l’abbiano notato, soprattutto dopo il terremoto del 2016, che ha sconvolto il ritmo della mia vita e di quella di tutta l’arcidiocesi di Portoviejo.

Penso che sia saggio lasciare il posto a un’altra persona più giovane e in grado di di gestire una Chiesa locale che attraversa una crisi positiva di crescita.

Dal 2007 ho frequentato regolarmente ogni anno il monastero trappista di Santa María del Paraíso a Salcedo, nella provincia di Cotopaxi, in Ecuador, vicino alla parrocchia che mi era stata affidata come parroco a Latacunga. Nel 2014 ho presentato al Superiore del monastero la richiesta formale per essere accettato, quando mi fosse stato concesso, nella comunità monastica, non come ospite, ma come membro monaco della comunità.

Presentando la mia rinuncia, ho riferito al Santo Padre anche questo fatto ed egli mi ha concesso questa grazia. Per questo, a novembre entrerò in monastero per diventare monaco di Santa María del Paraíso.

Spero di poter visitare l’Italia prima di entrare nel noviziato, dopo il postulantato, per congedarmi da tutti perché non so se, una volta diventato monaco (senza smettere di essere vescovo, ovviamente), potrò tornare in Italia.

Chiedo a tutti un ricordo speciale nelle loro preghiere. Per quanto mi riguarda, prometto che sarete sempre presenti nelle mie preghiere, che nel monastero occupano più di cinque ore al giorno. Vi porterò con me anche nel lavoro manuale e nelle attività monastiche.

Quando sono arrivato in Ecuador non pensavo assolutamente al monastero, perché non ci avevo mai vissuto. La vita missionaria e quella di vescovo mi hanno tuttavia fatto capire che senza la preghiera e una profonda vita interiore la Chiesa non progredisce e non sopravvive.

Ora sarò a disposizione di tutti, più di quando ero parroco o vescovo, perché nella vita contemplativa potrò arrivare a tutti nel Signore con un ausilio che ridarà a voi freschezza nella fede e preparerà me all’incontro con Dio per sempre.

Il Superiore della comunità che mi accoglierà ha detto un giorno scherzando a un vescovo: “Lei che ha vissuto tanto tempo da vescovo, venga in monastero per morire da cristiano”. Quando mi hanno parlato di questo invito rivolto a un altro mi sono detto subito “Questo invito è per me”, e ora il Signore sta realizzando ciò che avevo pensato.

Ringrazio e ricordo tutti. Non fuggo dal mondo, ma vi entro in una dimensione diversa, la dimensione contemplativa.

Con San Filippo Neri dico con la massima gioia: “Preferisco il Paradiso”. Amen.

Sempre più di tutti e per tutti,

+ Lorenzo Voltolini

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