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Tre segreti per superare la dipendenza dalla tecnologia

TECHNOLOGY
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Juan Martínez Otero - pubblicato il 18/09/18
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Forza, alternative, dissidenzaOsservare come gli adolescenti fanno girare praticamente tutto il loro tempo libero, i loro rapporti e le loro speranze intorno agli schermi è piuttosto deprimente. C’è ancora qualche ingenuo tecnofilo che continua a difendere queste nuove forme di socializzazione e non si è reso conto che i guru della Silicon Valley portano i propri figli in scuole che usano libri e hanno proibito i tablet in casa loro.

Al di là di questa esigua minoranza, l’ha constatato chiunque abbia voluto rendersene conto: i bambini e gli adolescenti sono sempre più aggrappati alla tecnologia (dipendenza, detto di passaggio, alla quale non sfuggiamo neanche noi adulti). Per verificarlo, basta guardare ai semafori rossi, ai tavolini dei bar, sulle panchine al parco.

Cosa possiamo fare per fermare questa ondata di dipendenza nei confronti della tecnologia?

In primo luogo non dobbiamo essere ingenui, e sapere che l’attrazione nei confronti della tecnologia non ha probabilmente paragoni nel corso della storia. Migliaia di esperti e professionisti dell’intrattenimento e del neuromarketing vivono disegnando un ambiente digitale in grado di creare dipendenza negli utenti.

I loro guadagni sono i nostri dati e i nostri clic. Sanno come funziona il nostro cervello, come stimolarlo per fargli sembrare Internet sempre più attraente. Sanno chi siamo, dove viviamo, quali sono i nostri gusti, quali sono stati i nostri ultimi 10 milioni di clic su Internet, e utilizzano tutte queste informazioni per rendere la Rete un ambiente irresistibile, come un negozio di dolciumi gratis per un bambino.



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Chi può resistere? Per questo, il primo atteggiamento per educare a un uso intelligente della Rete è forse mettere da parte l’ingenuità e rendersi conto della difficoltà dell’impresa. La dipendenza da Internet è quasi irresistibile.

In ogni caso, il fatto che sia un’impresa difficile non vuol dire che sia impossibile. Non possiamo lasciare i nostri figli e le nostre figlie alla mercè di quello che vogliono fare con loro e di loro gli sviluppatori della Silicon Valley o quattro youtubers ingegnosi.

Dobbiamo insegnare loro a resistere. Ogni dipendenza, anche quella da Internet, genera tristezza, ansia, delusione, solitudine e fallimento. Come educatori, non possiamo quindi conformarci alla lamentela e alla passività. Bisogna rimboccarsi le maniche e decidersi a rendere i minori a noi affidati dei veri dissidenti in un mondo di dipendenti da Internet, di obesi digitali.

Come? Personalmente, mi piace parlare di tre atteggiamenti:

1. Essere forti

I bambini devono sentire molte volte la parola NO. So che non è politicamente corretto. Ci piace il flower power, la bella atmosfera, e ci spaventa il vituperato autoritarismo. Mi dispiace: per educare a Internet l’atmosfera piacevole non serve.

Bisogna stabilire delle regole. Si devono fissare dei limiti. E mantenerli. Anche se suona forte, va detto: quasi sempre, dietro un bambino o una bambina dipendente da Internet ci sono dei genitori deboli, responsabili di questa dipendenza.

Un bambino senza regole, senza limiti, senza NO, è un bambino viziato e capriccioso. E, cosa peggiore, è un bambino infelice e deluso. Per questo, già lo sapete: se volete educare a un uso sensato di Internet, dovrete imparare a dire di no.

2. Offrire alternative

Mi piace dire che i genitori devono fare dei propri figli dei veri friki. Un friki è una persona che ha una passione, un hobby che le fa brillare gli occhi, per il quale è capace di alzarsi all’alba, di dimenticarsi di mangiare… di mettere da parte il cellulare! E la cosa migliore di tutte è che questi hobby o alternative “friki” si possono condividere in famiglia: un gioco da tavolo, suonare uno strumento, andare in campagna o a pescare, cucinare insieme un bel piatto di pasta…

Questi hobby condivisi sono la terapia migliore contro la dipendenza stupida e banale dalla tecnologia. Scoprite cosa piace o può piacere a vostro figlio. Investite su quello. Togliete la polvere a quell’hobby dimenticato e decidete di godervelo con i vostri figli.

3. Promuovere il gusto per la dissidenza

Viviamo in una società paradossale, che dà grande valore alla personalità e all’originalità ma in cui allo stesso tempo regnano grande omogeneità e istinto gregario. In questo contesto, una bella sfida è quella di suscitare nei nostri figli l’orgoglio di essere speciali, di non fare quello che fanno tutti, di saper dire no a cosa che forse sono monete di uso comune, ma che “noi non facciamo”.

Il valore di nuotare contro corrente, di avere una personalità e di far parte “della resistenza” è una componente imprescindibile per superare la dipendenza da Internet.

Come dicevamo all’inizio, la sfida di fare un uso moderato di Internet è molto difficile. Meglio per noi. I mari calmi non fanno i marinai. Più è difficile la sfida, più si affinerà il nostro ingegno e più diventeremo forti nella lotta per superarla con i nostri figli. Lo spettacolo abbia inizio.

Articolo pubblicato originariamente su Buena Nueva

Juan Martínez Otero è autore di Tsunami Digital, hijos surferos. Guía para padres que no quieren naufragar en la educación digital.

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