Francesco riconosce le croci e le sofferenze del territorio siciliano ed esorta a dare vita ad una “Chiesa della carità missionaria” che non scada nella filantropiadi Marco Guerra – Città del Vaticano
Papa Francesco decide di abbracciare il popolo siciliano partendo dalla diocesi di Piazza Armerina. Tocca il suolo della località al centro dell’Isola alle 8.40, atterrando al Campo sportivo “San Ippolito”, dove è stato accolto dal vescovo di Piazza Armerina, mons. Rosario Gisana, dal prefetto di Enna, Maria Antonietta Cerniglia, e dal sindaco della città, Nino Cammarata. Durante il trasferimento in auto a Piazza Europa, il primo caloroso incontro con i fedeli assiepati lungo le strade e in piazza dove risuonano i canti della comunità giovanili.
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Il Papa incoraggia la “comunità vivace”
“Di fronte a tanta sofferenza, la comunità ecclesiale è vivace e profetica, mentre ricerca nuovi modi di annunciare e offrire misericordia”. Papa Francesco rivolge subito parole di incoraggiamento ed elogio ai fedeli e alla Chiesa di Piazza Armerina che lo hanno ricevuto con grande passione.
Francesco indica la speranza dopo aver attinto dal saluto del vescovo, mons. Rosario Gisana che ha ricordato le scelta della povertà della Chiesa locale, in mezzo a quelle che lo stesso Pontefice definisce “problematiche che limitano la serenità di questo territorio”.
Le piaghe della terra siciliana
“Non sono poche le piaghe che vi affliggono – ricorda il Santo Padre -. Esse hanno un nome: sottosviluppo sociale e culturale; sfruttamento dei lavoratori e mancanza di dignitosa occupazione per i giovani; migrazione di interi nuclei familiari; usura; alcolismo e altre dipendenze; gioco d’azzardo; sfilacciamento dei legami familiari”.
Il Papa spiega poi che “considerare le piaghe della società e della Chiesa non è un’azione denigratoria e pessimistica” ed esorta tutti a impegnarsi “per la nuova evangelizzazione di questo territorio centro-siculo, a partire proprio dalle sue croci e sofferenze”. Una missione avvincente volta a “riproporre il volto di una Chiesa sinodale e delle Parola; Chiesa della carità missionaria; Chiesa comunità eucaristica”.
La Chiesa misericordiosa
“Una Chiesa misericordiosa – prosegue Francesco -, sempre più fedele al Vangelo e aperta all’accoglienza di quanti si sentono sconfitti nel corpo e nello spirito, o sono relegati ai margini”.
Il Pontefice ricorda quindi il ruolo della “Chiesa della carità missionaria” che si concretizza sentendo “compassione evangelica per i tanti mali della gente, diventando apostoli itineranti di misericordia nel territorio”.
La carità cristiana non è filantropia
Francesco incoraggia poi a proseguire nel servizio ecclesiale che si esprime in “opere concrete” ma avverte di non far scadere la carità cristiana in filantropia. Per questo bisogna spingere “il discepolo e l’intera comunità ad andare alle cause dei disagi”.
Giovani gioiosi artefici del loro destino
Il Papa sottolinea che “un aspetto della carità missionaria è anche quello di dedicare attenzione ai giovani e ai loro problemi”. E nel salutare i ragazzi presenti in piazza dice loro “essere gioiosi artefici” del loro destino. “Sappiate che Gesù vi ama: Egli è un amico sincero e fedele, che non vi abbandonerà mai; di Lui potete fidarvi!” ricorda ancora Francesco.
Ai sacerdoti: per le prediche non più di 8 minuti
Il Santo Padre torna poi sul tema della Chiesa come comunità eucaristica. “Dall’Eucaristia – afferma – attingiamo l’amore di Cristo per portarlo nelle strade del mondo, per andare con Lui incontro ai fratelli”. Il Papa consiglia anche a non essere ossessionati dai numeri della partecipazione alla Santa Messa: “Vi esorto a vivere la beatitudine della piccolezza, dell’essere granellino di senape, piccolo gregge, pugno di lievito, fiammella tenace, pietruzza di sale”.
E rivolgendosi ai sacerdoti, Papa ha parlato ancora della Messa: “A volte c’è chi dice: io non vado a Messa, la predica dura 40 minuti, mi annoio. Così non va bene: tutta la Messa deve durare 40 minuti! La predica più di otto minuti non va”. Sempre ai presbiteri ha suggerito: “Se finisco la giornata stanco, stanchissimo, questo è un fatto buono”.
Presbiteri e vescovi chiamati all’unità
Il Papa rammenta inoltre che l’Eucaristia e il sacerdozio ministeriale sono inseparabili ed esorta i presbiteri a stringersi attorno al vescovo e fra di loro: “Siete chiamati ad essere i primi a superare gli steccati, i pregiudizi che dividono; i primi a sostare in contemplazione umile davanti alla difficile storia di questa terra”.
Il ricordo di padre Pino Puglisi
In conclusione Francesco saluta i fedeli anticipando loro il sentimento di gratitudine verso il sacerdote martire Pino Puglisi, che il Papa celebrerà, sempre in mattinata, nella Santa Messa a Palermo.
“Ho saputo che, venticinque anni fa, appena un mese prima della sua uccisione, egli trascorse alcuni giorni qui, a Piazza Armerina” dice infine il Pontefice, definendo la visita del sacerdote ucciso un “passaggio profetico, una consegna, non solo ai sacerdoti, ma a tutti i fedeli di questa diocesi: per amore di Gesù, servire i fratelli fino alla fine!