separateurCreated with Sketch.

Le risposte di questa giovane novizia hanno abbagliato il giornalista ateo

TEENS
whatsappfacebooktwitter-xemailnative
Unione Cristiani Cattolici Razionali - pubblicato il 06/09/18
whatsappfacebooktwitter-xemailnative

di Jordi Llorca

Ci sono persone che sono esseri di luce. Non parlo di connessioni con qualche Dio, non fraintendermi, ma sono persone con un io abbagliante, che hanno lavorato così tanto sulla loro psiche, sul loro modo di vivere, che quando ci si parla provocano una tale catarsi da far barcollare la tua miserabile esistenza.

È successo a me con Carla Vilallonga, una giovane novizia di 31 anni. La sua particolare vocazione, la sua sofferenza prima di trovare risposte, i suoi anni di eccessi, la sua mentalità aperta, il suo desiderio, la sua curiosità e, soprattutto, la sua fede hanno affascinato il mio ateismo, ricordandomi che il modo in cui interpreto la realtà è solo uno dei tanti all’interno del disorientamento generale.

Lei è una novizia da 4 anni e appartiene all’Associazione Memores Domini, fondata da Luigi Giussani e approvata dalla Santa Sede nel 1988, dove povertà, celibato e obbedienza sono vissute nell’ambito del movimento ecclesiale di Comunione e Liberazione, avendo come campo di apostolato il mondo del lavoro.

 

Ciao, Carla. Siamo nel 2018 e solo il 3,4% dei giovani tra i 18 e i 24 anni è un cattolico praticante. Come sei diventata una novizia dei Memores Domini a 31 anni?
Ho ricevuto un’educazione cattolica e fin da piccola mi sono sempre chiesta il significato della mia esistenza. Era qualcosa che mi ossessionava. Sembrava che i miei amici non avessero quel “problema”. Inoltre, a scuola mi hanno parlato di Gesù di Nazareth, ma nessuno mi ha detto come viverlo ogni giorno. Questo mi ha portato ad avere una fede molto personale, una relazione con Dio, ma senza partecipare a parrocchie o gruppi, anche se ogni domenica andavo in chiesa.

Aspettavo che accadesse qualcosa di speciale nella mia vita ma non è mai arrivato, così all’età di 17 anni ho deciso di rinunciare a quell’attesa. Ho iniziato a vivere come i giovani intorno a me. Dai 17 ai 21 anni, uscire di notte è diventata la mia attività principale: ho usato la festa come ribellione perché non trovavo una risposta dentro o fuori casa. Ero solita tornare all’alba perché non sopportavo il vuoto di uscire di casa e di tornare senza aver trovato risposte. Avevo un grido dentro di me che mi ha angosciava molto.

E dove hai ricevuto la chiamata?
Ho frequentato l’università per un lungo periodo, dove ho ottenuto una doppia laurea in giornalismo e comunicazione audiovisiva. Avevo 22 anni ed in quel momento credevo che la Chiesa fosse un’istituzione punitiva che non mi avrebbe mai accettato, che mi avrebbe giudicato per tutte le cose cattive che avevo fatto. Pensavo fosse un’istituzione malvagia e mi è persino venuto in mente che sarebbe stato meglio che la Chiesa non esistesse.

Sono andata in Erasmus in Germania e una domenica ho accompagnato un amico a messa. Era la prima volta da quando avevo 19 anni. Mentre ero lì, “qualcosa” è accaduto che avrebbe cambiato tutto in me. Quel “qualcosa” mi ha detto: “Ecco quello che stai cercando”. Non era nessuno, era una cosa che veniva da fuori e me lo diceva. Avevo tanta voglia di piangere. Quando sono tornata a Madrid, al battesimo di un cugino, mi è successa la stessa cosa: “Ecco la verità della vita”. Mi sono arrabbiata molto perché improvvisamente mi sono resa conto che avevo bisogno che Dio vivesse.

Sapevi già di voler consacrare la tua vita a Dio o c’è stato bisogno di qualche altra detonazione?
In seguito ho iniziato a conoscere, per “caso”, molti credenti: all’università, ad un matrimonio… In tutti loro una luce speciale brillava, ma poi quella luce non è rimasta e ho iniziato ad arrabbiarmi con Dio. Era come se un’onda del mare ti accarezzasse sulla riva e poi ti lasciasse. Pensavo: “Ti ho incontrato, ma preferirei non averlo fatto: o resti o te ne vai, ma non esitare”.

Ho così continuato a cercare in mille modi diversi, fino a quando ho incontrato un bellissimo ragazzo di Comunione e Liberazione (CL) che mi ha invitato ad un evento culturale chiamato EncuentroMadrid (EM). Mi aspettavo che ci saremmo innamorati, ma quello che è successo là è stato definitivo per me.

Il bel ragazzo mi stava presentando a molte persone e mi sono resa conto che non c’era motivo di aspettare che sorgesse l’amore. All’improvviso mi ha presentato Carmen, una donna italiana, e si è poi girato a parlare con altre persone. Ho deciso di essere presente davanti a lei invece di lamentarmi, e questa donna mi ha guardato con uno sguardo che mi ha completamente trafitto. Nessuno mi ha aveva mai guardato in quel modo; Era come una calamita e sentivo che sapeva tutto di me. Non ho capito come, ma non mi importava. Quando sono tornata a casa ho scritto nel mio blog, riferendomi a me stessa, in terza persona: “Sì, ora era finalmente lei”. Finalmente ero me stessa.

Il giorno seguente sono andata ad un altro incontro di CL in una parrocchia in cui un gruppo di persone parlava di se stessa come fossero alcolisti anonimi. Sono andata in crollo nuovamente: “Non può essere che l’onda del mare si sia allontanata di nuovo!”. In quel momento Carmen, la signora italiana, ha preso la parola senza sapere che ero lì. Ha iniziato a parlare di come si era sentita guardata da me! Ho capito tutto quando ha detto: “Cos’altro può accadere tra noi se Cristo non fosse presente?”. Lì ho deciso che sarei rimasta in quel posto per sempre. Ho anche saputo che lei era dei Memores Domini .

Dopo alcuni mesi, una ragazza con cui avevo fatto amicizia e che, anche lei, aveva un bagliore speciale, mi disse che stava per iniziare il noviziato proprio nei Memores Domini. In quel momento sentii che Dio era lì e mi diceva: “Questo è per te”. Ecco quando l’ho visto chiaramente.

Che viaggio! La verità è che sto empatizzando molto con te nonostante il mio ateismo, perché questo vivere al massimo la postmodernità lascia un vuoto enorme. Cos’hanno detto i tuoi amici e la tua famiglia quando glielo hai annunciato?
Distinguerei due momenti. Il primo è quando ho incontrato questo movimento. Per molto tempo ero riluttante e rinchiusa in casa ed, improvvisamente, ero felice. Mio padre mi ha detto: “O è una setta o è la verità”. Altri amici volevano parlare con me perché erano preoccupati. Erano abituati a vedermi sempre insoddisfatta e alla ricerca.

Con la notizia della vocazione è stato bello, tutti erano molto felici. C’erano persone che dicevano di non capire nulla, ma poiché mi vedevano felice, erano felici. Un’altra persona della mia famiglia mi ha anche detto che avrebbe voluto trovare, come me, “qualcuno che mi salvi”. Tranne per due zie, tutti mi hanno supportato.

Mi hai detto che hai vissuto un periodo di dissolutezza. Hai avuto esperienze sessuali?
Beh diciamo che in quella epoca uscivo con diversi ragazzi e, soprattutto, è stato un tempo che andavo da un fiore all’altro per cercare di coprire la mia ferita. Ma non voglio entrare nei dettagli.

Ho conosciuto un affetto che mi ha riempito così tanto che, da quando mi ha incontrato nel 2011, non ho più sentito la nostalgia di avere un uomo al mio fianco. Quando improvvisamente vedi che un amore così immenso entra nella tua vita ed è la cosa più reale che hai mai sentito, allora smetti di pensare come facevi prima. Ho conosciuto la verità, anche se non la possiedo. Ora sento Dio attraverso le persone. Non l’ho visto, ma l’ho sentito. Ora lo sento e so che è Lui. Il modo in cui si relaziona a te diventa familiare. Tu dici: “Ok, questo sei stato Tu; anche se non ti vedo, so sei stato Tu”. 

Com’è il tuo noviziato, giorno per giorno?
Il noviziato dura almeno cinque anni e serve per discernere se si è nel posto giusto. Nessuno qui vuole aggiungere ingrossare le file aggiungendo un membro dietro l’altro. Non è un’azienda. Da un anno e mezzo vivo in una casa dove siamo dieci donne tra i 31 e i 62 anni. Sono la più giovane e l’unica novizia perché le altre hanno già fatto la professione, che è il momento in cui, alla presenza di tutta la comunità, l’impegno vocazionale è assunto in modo permanente.

Nella casa seguiamo la regola di San Benedetto. Abbiamo quattro momenti di preghiera al giorno e dopo l’ultima preghiera, di notte, andiamo a dormire in silenzio. Durante il giorno si può parlare, ma resta un clima di silenzio. È molto bello perché, come dice un inno, “nel silenzio parla il Mistero”, cioè “quello” che ci ha unite. Facciamo anche un’ora quotidiana di lettura e preghiera personale e la domenica, concretamente, condividiamo tra noi quello che abbiamo vissuto durante la settimana alla luce della fede.

Infine, tutti i novizi d’Europa (circa 120) si recano una volta al mese in Italia per un ritiro spirituale con Julián Carrón, attuale presidente di CL. Lì presentiamo le nostre preoccupazioni e lui, assieme ad altri sacerdoti e Memores Domini, ci aiutano. È fantastico perché vedi altri giovani che vivono come te.

Ed il resto del tempo? Lavori?
Sì, lavoro per le relazioni internazionali dell’Università di Madrid. Per don Giussani la nostra vocazione è svolta principalmente nel mondo del lavoro. Da un lato, siamo chiamate ad essere ad immagine di Dio, che è “l’eterno lavoratore”. Dall’altro, Giussani ha detto che è il posto migliore dove possiamo essere perché oggi è facile soffocare idolatrando il lavoro, misurandoci l’un l’altro solo in termini di successo lavorativo. Ecco perché conoscere persone che vivono la memoria di Cristo al lavoro è qualcosa che serve a tutti in un mondo in cui Dio non ha più posto. Mi piace anche scrivere e disegnare, e seguo lezioni di teatro, che adoro.

Molte volte rifletto su come sarei se fossi cresciuto in un altro contesto. Come sarebbe Carla se fosse stata educata senza religione?
Beh, non lo so, ma prima del mio incontro la vita stava cominciando a sembrare un gioco macabro, come un vicolo cieco. Non so cosa mi sarebbe successo, questa cosa mi avrebbe fatto impazzire. È anche vero che quello che mi è successo è un mistero e una grazia. Probabilmente ci sono persone che vivono con questo dolore per tutta la vita.

Paura dell’impegno, estrema individualità, mancanza di valori e riferimenti effimeri. Cosa ne pensi della società in cui viviamo?
In Spagna ci educano secondo i valori cristiani, ma si perdono perché vengono vissuti senza Cristo. Succede anche all’interno della stessa Chiesa: dimentichiamo Dio e finiamo per fare cose buone, per puro volontarismo. Questo è inutile, è vuoto. Penso che affinché la nostra società possa rigenerarsi, ognuno dovrebbe ascoltare di più il proprio cuore, che è il nostro miglior alleato. Dobbiamo aiutarci l’un l’altro ad andare in fondo alla nostra tristezza, alla nostra gioia, al nostro dolore, al nostro entusiasmo. Solo allora cominceremo a vivere senza una paura di fondo che ci paralizza e solo allora ci saranno dei valori che dureranno.

Cosa pensi del femminismo? La Chiesa ha un sistema gerarchico in cui gli uomini accedono ad alcune cose e le donne no, come il sacerdozio.
La Chiesa sostiene la donna sin dall’inizio: se notate, Gesù, una volta risorto, è apparso per la prima volta ad una donna, Maria Maddalena. È un passo enorme, perché nel mondo ebraico la parola della donna non aveva validità. Tuttavia, per Gesù, sì. Così tanto, che ne sceglie una per dire a tutti che è risorto.

Per quanto riguarda il motivo per cui non ci sono donne sacerdote, di recente ho sentito che la figura del sacerdote è una chiamata molto particolare perché deve essere Gesù, letteralmente, attraverso l’Eucaristia; Gesù sceglie alcuni che siano come Lui. Ha senso che siano uomini perché sono chiamati a vivere come Gesù, e Gesù è un uomo, non una donna. Va bene così. Io personalmente non mi sento di meno per non essere un prete, perché so che Dio ti chiama dove ti renderà felice e seguendolo darai una testimonianza più grande al mondo. Non mi preoccupo.

Grazie, Carla. La tua storia è incredibile.
Grazie a te.

Originariamente apparso su VICE

QUI L’ARTICOLO

Top 10
See More