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Conoscete il luogo in cui è morta Santa Monica?

SAINT MONICA

Santa Monica (331-387). 27 agosto. Madre di sant'Agostino, che molto sopportò e pregò per la conversione del figlio: «Seppellirete questo corpo, disse, dove meglio vi piacerà; non voglio che ve ne diate pena. Soltanto di questo vi prego, che dovunque vi troverete, vi ricordiate di me all’altare del Signore».

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Maria Paola Daud - pubblicato il 28/08/18
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Ostia, l’antico porto della Roma imperiale, conserva molti luoghi legati alla madre di Sant’Agostino Poco prima di morire, Santa Monica era insieme al figlio Sant’Agostino in una locanda di Ostia, antico porto di Roma, in attesa di una barca che li avrebbe portati a Cartagine. Ebbero allora uno splendido colloquio. Affacciati a una finestra, iniziarono a parlare di Dio e delle cose del Cielo ed ebbero entrambi un’esperienza di estasi, cosa che non può che confermare la santità di madre e figlio.

Sant’Agostino racconta l’accaduto nel IX libro delle sue Confessioni:

“All’avvicinarsi del giorno in cui doveva uscire di questa vita, giorno a te noto, ignoto a noi, accadde, per opera tua, io credo, secondo i tuoi misteriosi ordinamenti, che ci trovassimo lei ed io soli, appoggiati a una finestra prospiciente il giardino della casa che ci ospitava, là, presso Ostia Tiberina, lontani dai rumori della folla, intenti a ristorarci dalla fatica di un lungo viaggio in vista della traversata del mare.

Conversavamo, dunque, soli con grande dolcezza. Dimentichi delle cose passate e protesi verso quelle che stanno innanzi, cercavamo fra noi alla presenza della verità, che sei tu, quale sarebbe stata la vita eterna dei santi, che occhio non vide, orecchio non udì, né sorse in cuore d’uomo. Aprivamo avidamente la bocca del cuore al getto superno della tua fonte, la fonte della vita, che è presso di te, per esserne irrorati secondo il nostro potere e quindi concepire in qualche modo una realtà così alta.

Condotto il discorso a questa conclusione: che di fronte alla giocondità di quella vita il piacere dei sensi fisici, per quanto grande e nella più grande luce corporea, non ne sostiene il paragone, anzi neppure la menzione; elevandoci con più ardente impeto d’amore verso l’Essere stesso, percorremmo su su tutte le cose corporee e il cielo medesimo, onde il sole e la luna e le stelle brillano sulla terra”.

Poco tempo dopo Monica morì per un febbre molto alta, forse provocata dalla malaria. Disse ai suoi figli di seppellire il suo corpo dove volessero, senza provare pena né dolore, e di ricordarla ovunque si trovassero sull’altare del Signore.

Il corpo di Monica rimase per vari secoli nella chiesa di Santa Aurea di Ostia. Il 9 aprile 1430 le sue reliquie vennero trasferite a Roma, nella chiesa di Sant’Agostino in Campo Marzio, collocate in un sarcofago artistico scolpito da Isaia di Pisa.

Una visita alla chiesa è interessante dal punto di vista sia sacro che artistico, visto che vi si trovano opere del Guercino, di Raffaello e di Caravaggio – la splendida Madonna dei Pellegrini – e un’immagine miracolosa della Madonna del parto, che dagli inizi del XIX secolo venne considerata protettrice delle donne incinte e delle partorienti.

“Mi hai generato due volte”, disse un giorno Agostino a sua madre: alla vita e alla fede. La tenacia, la dolcezza e la sensibilità di Monica la rendono la santa patrona delle donne sposate e delle madri. Il suo nome è tra i più diffusi tra le donne e la sua festa si celebra il 27 agosto, il giorno prima di quella del figlio, anche lui santo, morto per una singolare coincidenza il 28 agosto dell’anno 430.

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