Fin dall'inizio, Dio comunica con l'essere umano non solo trasmettendo immagini, ma donando Se stesso.
“Per una decisione del tutto libera, Dio si rivela e si dona all'uomo” (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 50).
Il Signore usa vari mezzi per trasmetterci i suoi progetti e la sua Persona. Abbiamo come esempio gli angeli, che sono suoi messaggeri, i doni dello Spirito Santo, la Sacra Scrittura e l'Eucaristia, sacramento di donazione suprema.
Se tutto questo non bastasse, c'è ancora la “comunicazione dell'amore di Dio” mediante segni. Si tratta di eventi che significano qualcosa di più del semplice andamento dei fatti. Dio ci parla tra le righe di ciò che accade, siano essi eventi insoliti o di routine.
Gesù ha svolto il suo ministero in eventi comuni che avrebbero potuto passare inosservati, dalla mancanza di vino a una festa nuziale (cfr. Gv 2, 1-12) a quando si avvicinava il tempo della sua offerta di Sé sulla croce.
È tuttavia necessario fare attenzione e discernere sinceramente se ci troviamo di fronte a qualcosa che viene dal Signore o stiamo approfittando di un evento qualunque per giustificare qualcosa che abbiamo nel cuore.
Preferiamo ingannarci ritenendo che eventi comuni siano risposte dall'alto di fronte alla grandiosità del desiderio che proviamo. Ci allontaniamo da una vera lettura dell'orientamento divino, lasciandoci trasportare da idee fisse e ostinazione del cuore.
A volte sembra che tutto confermi la direzione in cui si trova l'oggetto del desiderio. In questo modo, però, non faremo che rimanere delusi da Dio e cercheremo di dare la colpa agli uomini che non sembrano a noi favorevoli.
Coltivare l'amicizia con il Signore
Per interpretare correttamente il linguaggio di Dio, è importante innanzitutto liberarci dai nostri preconcetti tendenziosi, essere liberi di accettare ciò che non è piacevole, le esortazioni e la direzione che Egli vuole dare alla nostra vita.
Un altro aspetto rilevante è coltivare un'amicizia intima con il Signore. Chiedete la grazia di amarlo indipendentemente dai favori, trascorrete del tempo in sua compagnia e sappiate che l'iniziativa dei segni verrà sempre da Lui – il che non ci esenta dalla necessità di essere costanti nella preghiera e nel relazionarci a Lui.
Dopo che Dio stesso si incarica del buon esito dell'impresa e della grazia che vuole concedere, Gesù ordina a due dei suoi discepoli: “Andate nella borgata di fronte, nella quale, entrando, troverete un puledro legato, su cui non è mai salito nessuno; slegatelo e conducetelo qui da me. Se qualcuno vi domanda perché lo slegate, direte così: "Il Signore ne ha bisogno". E quelli che erano stati mandati partirono e trovarono tutto come egli aveva detto loro” (Lc 19, 30-32).
Se si trovano elementi corrispondenti all'ordine dato da Gesù, ciò non vuol dire che questa provvidenza si manifesti già nel primo momento. Dio inviò Mosè dal faraone, ma il sovrano d'Egitto oppose resistenza a liberare il popolo del Signore. Possiamo trovare barriere che l'Altissimo pone come sua volontà per noi.
Impareremo a interpretare correttamente i segni con l'allenamento. Col passare del tempo, se manterremo una vera amicizia con Dio e ci eserciteremo nel processo di intuire, agire in base agli ordini divini e prestare attenzione ai risultati, impareremo a guardare un fatto o una situazione sapendo fin dall'inizio se è davvero un segno del Signore.
Il Dio che seguiamo è buono e vuole ciò che è meglio per noi, e per questo comunica in modo costante.
Egli è fedele e ci guida. “Se questo disegno o quest'opera è dagli uomini, sarà distrutta” (At 5, 38).