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Bella, brava e con un futuro da attrice. Ma a 18 anni incontra Dio e diventa suora

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Pablo Cesio - Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 14/08/18
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La storia della giovane religiosa Clare Crockett, morta a 33 anni durante un terremoto, diventa un film documentarioClare Crockett, da giovane, sognava di diventare una stella della Tv. Ma la notorietà che ha tenacemente inseguito ora la sta raggiungendo (anzi: l’ha già conquistata) in modo del tutto imprevedibile. Proprio come piace alla Provvidenza.

Già, perché Clare è una suora irlandese, morta durante il terremoto in Ecuador nel 2016 a soli 33 anni di età. Dotata di un non comune talento artistico, una bellissima voce, un fisico attraente e un sorriso accattivante, avrebbe potuto sfondare nel mondo dello spettacolo (Avvenire, 13 agosto).

A distanza di qualche anno, le sue consorelle hanno realizzato un docu-film su di lei, dal titolo “O tutto o niente”. La notizia è che il documentario sta facendo conoscere la storia di suor Clare letteralmente in tutto il mondo. E ora il film è disponibile anche in italiano.

Suor Beatriz Liaño, che – nel suo minuscolo ufficio di Roma, a due passi da Piazza Farnese – si dedica alla comunicazione, spiega: «Abbiamo ricevuto oltre mille richieste di proiezione del film, da tutto il mondo: dall’Argentina all’Australia, da Cuba alle Filippine, dal Ghana all’Indonesia… Oltre, ovviamente, che dai Paesi dove suor Clare aveva lavorato, ossia Irlanda, Regno Unito, Spagna ed Ecuador». Continua: «Le testimonianze che ci arrivano, dalle migliaia di persone che hanno già visto il film, ci dicono che nessuno rimane indifferente alla testimonianza di suor Clare».

Sotto le macerie

Suor Clare venne ritrovata senza vita insieme ad altre cinque postulanti delle Serve della Casa della Madre in Ecuador dopo il terremoto di 7,8 gradi della scala Richter che ha colpito il Paese sudamericano nel 2016.

Era entrata nella congregazione appena diciottenne e aveva scelto come nome da religiosa Clare Maria della Trinità e del Cuore di Maria. La sua comunità la ricorda come una «sorella generosissima con uno spirito di simpatia molto speciale e un carisma unico per trattare con i bambini e i giovani».

Teatro e tv

Lei stessa era stata incaricata di scrivere questo riassunto della sua vocazione, giunta dopo una serie di esperienze a teatro e in tv, a soli 15 anni, che la proiettavano verso il mondo dello spettacolo.

“Sono nata in una famiglia cattolica. Provengo da una piccola porzione del mondo che si chiama Derry, nel nord dell’Irlanda. Quando ero piccola, era un posto in cui i termini “cattolico” e “protestante” erano solo politici. Nascere in una famiglia cattolica non significava necessariamente andare a Messa o ricevere una formazione nella fede cattolica. I cattolici, che volevano un’Irlanda unita, uccidevano i protestanti, e i protestanti, che non volevano un’Irlanda unita, uccidevano i cattolici. Per me essere cattolica significava questo. Dio non aveva alcun ruolo nella mia vita. In una società in cui prevaleva l’odio, non c’era posto per Dio.

Fin da piccola volevo diventare un’attrice. Verso i 15 anni sono entrata in una compagnia teatrale e avevo un “manager”. Presentavo alcuni programmi televisivi, scrivevo pièces teatrali, recitavo molto, vincevo dei premi e a 18 anni ho ottenuto un piccolo ruolo in un film”.

La vocazione

A suor Clare piacevano le feste. Dai 16 o 17 anni i suoi fine settimana consistevano nell’ubriacarsi con gli amici.

“Spendevo tutti i soldi in alcool e sigarette. Un giorno una delle mie amiche mi chiamò: ‘Clare – mi disse –, vuoi andare in Spagna gratis?’ ‘Un viaggio gratis in Spagna!’, pensai, ‘dieci giorni di festa spagnola al sole’. Certo che volevo andare! Mi disse che tutti i partecipanti si sarebbero riuniti in una casa la settimana successiva.

Arrivò il giorno stabilito e andai nella casa in cui si sarebbero ritrovati anche i miei amici. Entrai in una stanza con persone di 40 e 50 anni, tutte con un rosario in mano.

‘Andate in Spagna?’, domandai, quasi temendo di sentire la risposta che tutti avrebbero dato con entusiasmo tre secondi dopo: ‘Sì, andiamo al pellegrinaggio!’

Sì, cari amici, andavamo in pellegrinaggio per dieci giorni. Cercai di defilarmi, ma il mio nome era già sul biglietto e non c’era niente da fare, dovetti andare. Ora capisco che è stato il modo che la Madonna ha usato per riportarmi a casa, a casa sua, a quella di suo Figlio”.

Il pellegrinaggio

Il pellegrinaggio si è svolto durante la Settimana Santa in un monastero del XVI secolo.

“Non era sicuramente quello che avevo immaginato quando pensavo di andare in Spagna. Avremmo incontrato un gruppo che si chiamava Casa della Madre, e io non volevo stare lì. È stato tuttavia durante quel pellegrinaggio che il Signore mi ha concesso la grazia di vedere come era morto per me sulla croce. Dopo aver ricevuto quella grazia, sapevo di dover cambiare: ‘Se ha fatto questo per me, cosa posso fare io per Lui?’

È molto facile durante un ritiro o quando si ‘sente’ l’amore di Dio dirgli ‘Farò tutto ciò che mi chiederai’, ma quando ‘scendi dalla montagna’ non è più così semplice. Le suore mi invitarono ad andare con loro e con altre ragazze in pellegrinaggio in Italia qualche mese dopo.

Andai, e nonostante l’atteggiamento superficiale durante il pellegrinaggio il Signore mi parlò molto chiaramente. Voleva che vivessi in povertà, castità e obbedienza come le suore.

Gli dissi automaticamente che era impossibile. ‘Non posso diventare suora!’, dissi. ‘Non posso smettere di bere, di fumare, di andare alle feste, non posso abbandonare la mia carriera, la mia famiglia’. Se Gesù ci chiede di fare qualcosa, ci dà sempre la forza e la grazia per farlo. Senza il suo aiuto non avrei mai potuto compiere quello che ho dovuto fare per rispondere alla sua chiamata e seguirlo.

Dopo aver capito che mi chiamava, ho ricevuto un’altra grazia dal Signore quando stavo girando un film in Inghilterra. Vedevo che anche se apparentemente avevo tutto in realtà non avevo niente”.

Giorni di turbamento

Clare ricordava che spesso si sedeva sul letto della stanza d’albergo e sentiva un grande vuoto.

“Stavo ottenendo tutto quello che avevo sempre desiderato ma non ero felice. Sapevo che solo facendo ciò che Dio voleva per me sarei stata davvero felice.

Il Signore mi ha mostrato quanto il mio stile di vita folle ferisse il suo Sacro Cuore. Sapevo che dovevo lasciare tutto e seguirlo. Sapevo molto chiaramente che mi chiedeva di confidare in Lui, di mettere la mia vita nelle sue mani e di avere fede. Ora sono felicemente consacrata nelle Serve della Casa della Madre.

Non smette mai colpirmi come il Signore lavori nelle anime, come possa trasformare totalmente la vita di una persona e conquistare il suo cuore. Ringrazio il Signore per la pazienza che ha avuto e che continua ad avere con me.

Non gli chiedo perché mi ha scelta, accetto semplicemente che lo abbia fatto. Dipendo completamente da Lui e dalla Vergine Maria, e chiedo loro di concedermi la grazia di essere quello che vogliono che io sia”.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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