Troviamo il suo significato in questa testimonianza di vita arrivata al nostro consultorioQuando in una pratica mi hanno chiesto il nome del mio coniuge, ho pensato a quanto sia diventato comune usare questa parola neutra anziché “marito” o “moglie”.
Il termine si riferisce all’unione tra un uomo e una donna mediante l’istituzione del matrimonio, e può significare anche “uniti dallo stesso giogo”.
Sono rimasta a meditare sul fatto che entrambi i significati si sono applicati allo sviluppo della mia vita matrimoniale, nella quale posso immaginare me e mio marito mentre tiriamo un carretto su vie sinuose in cui abbiamo fatto delle soste per riposare un po’ e metterci d’accordo sul modo migliore di andare avanti di fronte alle difficoltà, per poi riunirci sotto il giogo e continuare a tirare uniti dall’amore.
Cosa rende coniugale un amore?
Nei primi anni del nostro matrimonio il predominio dell’aspetto sensibile è stato una componente forte e normale, per cui alle prime tensioni e difficoltà della nostra relazione ricorrevamo all’abbraccio intimo per recuperare l’aspetto amoroso della quotidianità. Le nostre differenze reali, però, persistevano senza che le risolvessimo, e hanno iniziato ad aprirsi delle brecce.
Ignoravamo ferite che potevano infettarsi.
È stato dopo una grave crisi (ancora una volta uno dei due ha dovuto chiedere perdono, con l’opportunità di ricominciare con la voglia di dare il meglio di sé) che abbiamo riconosciuto che nessuno dà ciò che non ha e che era molto importante formarci nella realtà del matrimonio e identificare nel modo migliore come eravamo arrivati a questo, con un’idea sbagliata.
Abbiamo quindi assistito a mezzi di formazione al matrimonio in cui abbiamo compreso due aspetti importanti.
1. Il dominio di sé per la donazione di sé
Abbiamo ammesso che nell’amore c’era un ordine da seguire: dal vedere l’altro come un bene per sé a vederlo come un bene in sé. E questo poteva accadere solo acquisendo le virtù necessarie per trasformarci nel bene più grande dell’uno per l’altro.
Il sesso non è la stessa cosa della sessualità totale, che abbraccia tutta la persona nella sua apertura e donazione all’altro nel coniugare l’amore.
Ne abbiamo parlato e lo abbiamo fatto ogni volta che era necessario quando uno dei due cadeva, soprattutto per ricordarci che la maggior parte delle volte, vedendo i nostri difetti tanto da vicino, dimenticavamo di amarci.
Il dominio e la donazione di sé permettono di coniugare l’amabilità specifica dell’essere umanità come donna e come uomo.
Quando dico che parlavamo seduti l’uno di fronte all’altra, non parlo solo del dialogo intelligente tra due persone che si amano, ma di quello che si verifica per cogliere pienamente ciò che possiamo apportare con la nostra natura e la nostra identità attraverso l’altro, proprio perché attraverso lo specchio dell’altro captiamo in modo più approfondito ciò che è uguale e ciò che non lo è della nostra piena sessualità come donna e come uomo.
2. La fiducia
Bisogna mettere tutto il proprio sé nelle mani di una persona amata in cui confidiamo pienamente, perché solo così si verifica la donazione reciproca e con questa l’unione. Quando entrambi sono in grado di dare e ricevere in un dono reciproco, la fiducia è già una forma di donazione.
Abbiamo iniziato a scoprire altri modi per manifestare tenerezza e delicatezza in cui era intimamente coinvolta tutta la nostra umanità a livello sia sensibile che spirituale, sia nella gioia di vivere che nell’abnegazione e nel sacrificio.
Abbiamo iniziato a scoprirci a vicenda donandoci in tutte le differenze naturali, come forza fisica, resistenza, delicatezza, sensibilità, emotività, modi di immaginare, psicologia e competenze di fronte ai problemi teorici e pratici, oltre a tante altre differenze corporee e psichiche utili per la complementarietà e il maggior bene degli sposi.
Abbiamo iniziato ad amare il corpo e lo spirito dell’altro come i propri.
Come due parti che si incastrano sempre di più, fino a fondersi in una sola.
L’amore coniugale, anche quando li contiene, non è propriamente un sentimento, né la libido o un impulso irresistibile, anche quando si può confondere con questi in qualche tappa del matrimonio.
Non lo è perché la sua caratteristica principale è la tendenza della volontà a integrare in modo armonico tutto il complesso delle forze sensibili e spirituali che hanno concorso all’attrazione naturale a unirsi in matrimonio.
Per mantenerle, ripristinarle e aumentarle per il bene superiore degli sposi.
Ecco la base necessaria perché si dispieghi l’amore coniugale, l’autentica apertura personale all’altro.