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Dal “sogno americano” alla “speranza cambogiana”

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Jaime Septién - pubblicato il 17/07/18
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Ispirata da Santa Teresa di Calcutta, una coppia statunitense gestisce una clinica per bambini malati di Aids in CambogiaLa coppia statunitense formata da John e Kathy Tucker gestisce New Hope for Cambodian Children (Nuova Speranza per i Bambini Cambogiani), un’organizzazione senza scopo di lucro che offre assistenza medica, alloggio, istruzione e opportunità vocazionali a circa 260 bambini, adolescenti e giovani adulti rimasti orfani a causa dell’Hiv/Aids e contagiati.

Una ventina d’anni fa era una coppia “normale” che realizzava il “sogno americano”. John, che oggi ha 69 anni, lavorava in un’azienda di successo di pianificazione finanziaria. Come missionari di Maryknoll in Cambogia, hanno testimoniato in prima persona come i bambini che avevano contratto l’Hiv attraverso le madri al momento della nascita venissero spesso abbandonati una volta che i genitori morivano.

“C’erano un grande stigma e molta discriminazione nei loro confronti”, ha detto John all’Our Sunday Visitor Newsweekly. “Le famiglie estese potevano prendere bambini non contagiati e integrarli nella famiglia di una zia o uno zio, ma non facevano lo stesso con i bambini affetti dall’Hiv”, che praticamente non avevano un posto in cui andare e la cui sorte era segnata: sarebbero morti presto.

Mossi dalla compassione e constatando una necessità urgente, John e Kathy Tucker hanno fondato nel 2006 New Hope for Cambodian Children. Nei suoi 12 anni di attività, migliaia di bambini hanno ricevuto una nuova vita, venendo curati con farmaci antiretrovirali e ricevendo opportunità educative e di impiego. Molti sono già arrivati all’università.

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New hope for Cambodian children – Facebook

Ispirati da Santa Teresa di Calcutta

“Una volta che assumi i farmaci, l’Aids non è più una malattia terminale. È una malattia cronica. Devi solo prendere le medicine tutti i giorni”, sottolinea John, ricordando che l’organizzazione accoglie tutti gli orfani, indipendentemente dalla loro origine religiosa.

John e Kathy sono mossi dalla loro profonda fede cattolica, e hanno già favorito delle conversioni. I Tucker vivono undici mesi all’anno in Cambogia. Nella casa in cui sono ospitati i bambini si servono 1.100 pasti al giorno, per i minori e tutto il personale che lavora con loro.

“Se credi nel Vangelo, si suppone che tu debba fare qualcosa con la tua vita, non solo guadagnare denaro”, ha ricordato John alla rivista statunitense.

La coppia, come tanti altri missionari della storia moderna, è stata ispirata da Santa Teresa di Calcutta, la cui storia l’ha spinta a voler “fare qualcosa di più” con la propria vita. “Fondamentalmente, abbiamo deciso di abbandonare il sogno americano”, ha spiegato John, che girava con una decappottabile, aveva cinque figli e un lavoro di successo.

Il programma pediatrico più esteso del Sud-Est asiatico

Prima che in Cambogia, lui e Kathy sono stati missionari in Messico, finché hanno conosciuto Maryknoll, il movimento missionario cattolico internazionale, e sono stati assegnati alla Cambogia, dove hanno lavorato in un hospice per adulti che stavano morendo di Aids perché i farmaci antiretrovirali non erano disponibili.

Molti di quegli adulti avevano abbandonato i propri figli, alcuni dei quali erano stati infettati dal virus dell’Hiv.

“Abbiamo visto bambini che morivano per la mancanza di medicine e abbandonati perché avevano l’Hiv”, ha ricordato John. Hanno quindi aperto una clinica per offrire ai bambini con l’Hiv le medicine necessarie per tenere sotto controllo il virus. “Non avevamo idea di quello che avremmo fatto. Abbiamo fatto un salto di fede, aperto la clinica, dato ai bambini i medicinali e ora questi bambini hanno una vita di successo”.

Il programma si è ampliato fino a diventare il programma pediatrico di trattamento dell’Hiv/Aids più grande del Sud-Est asiatico, che somministra farmaci antiretrovirali a più di 400 bambini. Constatando la necessità di espandere ancor di più il programma, i Tucker hanno fondato New Hope for Cambodian Children.

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New hope for Cambodian children – Facebook

“Magari non avessero bisogno di noi”

Il programma consiste in una cura integrale a tempo pieno per più di 200 orfani e bambini abbandonati con l’Hiv/Aids in una struttura residenziale situata fuori Phnom Penh. L’organizzazione senza scopo di lucro sostiene anche 37 giovani che frequentano l’università o la scuola vocazionale, sostenendo i costi di iscrizione e di cibo, alloggio, trasporto e spese mediche.

Il bambino più piccolo del programma, che ha circa due anni, è stato portato al centro quando aveva tre mesi. Grazie alla disponibilità di medicine e ad altri progressi tecnologici negli ultimi vent’anni, John Tucker assicura che il programma sta vedendo meno bambini orfani e infettati.

“L’epidemia è cambiata”, ha detto all’Our Sunday Visitor Newsweekly. “I bambini non vengono infettati rapidamente come prima. In genere avevamo un bambino nuovo ogni settimana, ora è uno ogni tre mesi. Spero che nell’arco di dieci anni non abbiano più bisogno di noi”.

Con informazioni di Brian Fraga OSV Newsweekly

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