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Il tumore sparisce dopo aver invocato la giovane Sandra Sabattini

SANDRA SABATTINI
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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 13/07/18
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Potrebbe essere questo il miracolo decisivo per la beatificazione della “santa fidanzata”, attivista della Comunità di Don Oreste Benzi

«Mi fecero fare una colonscopia e scoprirono un tumore intestinale. Da lì mi diedero 6 mesi, massimo un anno di vita. La sera prima dell’operazione mi si materializza don Oreste nel corridoio dell’ospedale, col suo sorriso disarmante, col suo modo di parlare. A un certo punto lui mi dice io ti affido a Sandra e ho chiesto a tutta la comunità di pregare Sandra per la tua guarigione».

Così Stefano Vitali racconta ai microfoni del Tg2000, il telegiornale di Tv2000, la sua storia: dal male inguaribile alla inspiegabile guarigione avvenuta oltre 10 anni fa. Stefano fu il primo segretario di Don Oreste Benzi nella “Comunità Papa Giovanni XXIII”.

La sua guarigione potrebbe essere il primo miracolo attribuito a Sandra Sabattini che Papa Francesco lo scorso 6 marzo ha riconosciuto come venerabile. Sandra, attivista della “Comunità Papa Giovanni XXIII”, nella primavera del 1984, a soli 23 anni, perde la vita in un incidente stradale mentre stava andando a un incontro della comunità (Avvenire, 11 luglio).

Il primo incontro con Don Oreste

Sandra nasce a Riccione il 19 agosto 1961, respirando fede fin da piccolina e ancor più quando, insieme ai genitori e al fratellino, va a vivere nella canonica dello zio prete, a Misano Adriatico. A poco più di 10 anni comincia a scrivere riflessioni e pensieri spirituali all’insaputa di tutti.

A 12 anni incontra don Benzi e la “Papa Giovanni”; due anni dopo già partecipa ad un soggiorno per adolescenti sulle Dolomiti con disabili gravi, dal quale ritorna con le idee estremamente chiare: «Ci siamo spezzati le ossa, ma quella è gente che io non abbandonerò mai».


SANDRA SABATTINI
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Il sogno Africa e il fidanzamento

Inizia così una intensa e limpida relazione con Dio. Uno dei sogni di Sandra è di essere medico missionario in Africa, dove anzi, solo se potesse, ci andrebbe già da subito, mentre papà le chiede di fare un passo alla volta, terminando prima gli studi. Sandra è una ragazza come tante altre il suo amore per Guido, suo coetaneo, le dimostra.

Il 29 aprile 1984, ad Igea Marina, mentre va ad un incontro della Comunità, viene investita da una macchina, entra in coma e muore il 2 maggio (Aci Stampa, 12 marzo).

La causa di beatificazione

Don Oreste Benzi, da sempre convinto di avere in Sandra un modello giovanile di eccezionale fedeltà evangelica, spinge per l’apertura della Causa di beatificazione, che si avvia nel 2006, raccogliendo e vagliando una sessantina di testimonianze.

La versione del primario di Oncologia

La più accreditata, per far avviare Sandra verso la beatificazione, è quella che si riferisce al caso di Stefano.

«Da un esame al colon – ha ricordato Alberto Ravaioli, primario di Oncologia Ospedale infermi di Rimini dal 1989 al 2012 – emerse la diagnosi della malattia da cui era affetto, non si trattava di colite ma di un tumore intestinale. Fui presente in sala operatoria il giorno in cui fu operato. Dentro l’addome io e il primario chirurgo potemmo verificare tutta l’estensione del tumore. Subito dopo iniziò la terapia e nei primi 3 mesi già ebbi un risultato straordinario. In termini tecnici noi la chiamiamo remissione clinica completa di tutta la malattia, tant’è che il marcatore ritornò subito alla normalità, in 3 mesi. Clinicamente il tumore era sparito. Pazienti col tumore dell’intestino ne ho curati a centinaia durante la mia esperienza di primario oncologo e di pazienti pienamente guariti posso affermare che c’è solo Stefano Vitali».



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“Un senso di pace e di pulizia”

SANDRA SABATTINI

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«Da quando mi sono un po’ ripreso – ha aggiunto Stefano Vitali – ho sempre sentito un senso di pace e di pulizia, di cambiamento, uno Stefano completamente diverso. Sono prudente nel parlare di miracolo perché io lo so cosa è accaduto. Quello che mi piace di papa Francesco e del significato che ha dato a questo percorso di Sandra è che servono oggi degli esempi di giovani, di giovani come lei, che poi ha chiamato i santi della porta accanto che riescono a far vedere che è possibile vivere a un certo modo nella normalità».

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